sabato 16 maggio 2009

Il messaggio lasciato in Medio Oriente da Papa Benedetto (Galeazzi)


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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo:

IL MESSAGGIO LASCIATO IN MEDIO ORIENTE DA PAPA BENEDETTO

di Giacomo Galeazzi*

Gesti destinati a segnare il cammino verso la pacificazione della terra sacra ai tre monoteismi.
Benedetto XVI si è inginocchiato in preghiera dopo aver asperso d'incenso la pietra «dell'unzione» dove Cristo fu cosparso di olii appena deposto dalla croce.
Poi ha raggiunto il Calvario, il luogo della crocifissione e si è spostato poi al Patriarcato Greco-Ortodosso, quarantacinque anni dopo lo storico incontro di Paolo VI con Atenagora. «Ho a lungo desiderato questo momento», ha confidato al patriarca Teofilo III ricambiando il suo abbraccio «con calore» e ringraziandolo «per avermi offerto questa opportunità di incontrare i molti leader di Chiese e comunità ecclesiali presenti a Gerusalemme». Un evento «di grande significato simbolico» sulle tracce di quel colloquio tra Paolo VI e Atenagora a Gerusalemme nel 1964, che fu l'inizio dell'ecumenismo contemporaneo grazie alla volontà di papa Montini e alla carismatica iniziativa del Patriarca ortodosso. Poi salutando Peres e Netanyahu ha pronunciato parole destinate al lasciare il segno in una regione in attesa dei nuovi negoziati promossi da Obama: "L'amore deve prevalere, il suo spirito riconciliatore deve rimuovere ogni ostacolo che si frappone alla nostra comune testimonianza a Cristo. La pace in Terra Santa è possibile". E ha aggiunto sul conflitto israelo-paestinese: "Sono amico di entrambi i popoli, non posso fare a meno di piangere per le loro sofferenze".
Il presidente Peres gli risponde che il suo "pellegrinaggio di pace è stato commovente e la richiesta di pace e sicurezza fra noi e i nostri vicini esprime un bisogno vitale. Promette una vita senza lacrime o paura». Intanto i cristiani schacchaiti da ebrei e musulamani e spesso in fuga hanno un'esortazione su cui meditare ("seppellite ansie e paure") e un monito a superare "la vergogna delle divisioni per dovere ecumenico".
Quindi auspica che le "aspirazioni dei cristiani di Gerusalemme siano viste come concordanti con quelle di tutti i suoi abitanti qualunque sia la loro religione". Immediate le raezioni. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz,"la missione di Benedetto XVI è stata molto politica, sia per il carattere del Pontefice sia per la vicinanza con la operazione 'Piombo fuso' a Gaza". E puntualizza: "I palestinesi hanno vinto grazie al sostegno aperto del Papa alla soluzione dei due Stati e alla sua condanna della barriera di separazione".
La televisione araba Al Arabiya osserva come il Papa abbia usato un "linguaggio diverso", mentre Hamas parla di "due pesi e due misure" chiedendosi perché il Papa non sia "venuto anche a Gaza". Soddisfatto invece il custode di Terrasanta, padre Pierbattista Pizzaballa: "Il bilancio del viaggio del Papa è assolutamente positivo".
Di certo Il messaggio che ha lasciato dietro di sé sposa gli obiettivi della nuova amministrazione statunitense ed anche le speranze e i sentimenti più profondi dei cristiani di Terra Santa. Il Papa ritiene possibile e reale la soluzione di due Stati, uno israeliano e uno palestinese, che convivano pacificamente, all'interno di confini riconosciuti e sicuri, uno a fianco all'altro. "Non è facile dire certe cose davanti al muro, dirle nel campo dei rifugiati, dirle incontrando anche gli uomini politici d'Israele", spiega il portavoce papale, padre Federico Lombardi. Benedetto XVI le ha ripetute persino nel suo ultimo discorso in Israele, nonostante che giovedì il premier Netanyahu, gli avesse fatto capire che il governo israeliano si muove su un'altra lunghezza d'onda ("non vogliamo dominare un altro popolo, ma non vogliamo nemmeno che sorga accanto a noi uno stato terrorista"). La diplomazia vaticana guarda però più lontano: oltre-oceano, dove tra una settimana si svolgerà un incontro cruciale tra Netanyahu e Barack Obama.
"Due Stati in Terra Santa, una realtà possibile", titola a tutta pagina l'Osservatore Romano, sottolineando il messaggio di "fiducia" lanciato da Benedetto XVI nel suo pellegrinaggio. Dopo anni di silenzio e rassegnazione, la Santa Sede torna a sperare in un futuro di pace per il Medio Oriente e per i cristiani che vi sono rimasti.

*Giornalista, vaticanista "La Stampa"

1 commento:

sasso ha detto...

ho trovato una vigneta carina sul Papa...
http://www.fainotizia.it/2009/05/16/noi-guardiamo-ad-oriente-dove-il-sole-sorge