mercoledì 13 maggio 2009

Quando si tratta di turismo, Israele non esita a fare spot con il volto del Papa. In questo caso si dimentica la nazionalità di Benedetto?


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Italia Spot pro-Israele col volto di Ratzinger

di Redazione


«Segui il cammino del Santo Padre, vieni anche tu in Israele»: in coincidenza con la visita di Benedetto XVI in Terra Santa, sugli autobus e sui tram di Roma, Milano e Napoli, sono comparsi manifesti giganti che invitano turisti e pellegrini a fare altrettanto, sulle orme di un Ratzinger in marcia verso la sagoma di Gerusalemme. Il Papa può essere - anche inconsapevolmente - un buon testimonial, dicono al ministero del Turismo israeliano. «Israele ha il sole, le spiagge e le belle ragazze in bikini, ma tutte queste cose sono reperibili anche altrove, ad un prezzo minore. Noi abbiamo qualcosa che gli altri non hanno: la Terra Santa», ha spiegato il ministro del Turismo, Stas Misezhnikov.

© Copyright Il Giornale, 13 maggio 2009 consultabile online anche qui.

Israele e i pellegrini. Il ministro fa i conti

di Giuseppe Caffulli

«Israele ha il sole, le spiagge e le belle ragazze in bikini, ma tutte queste cose sono reperibili anche altrove, ad un prezzo minore. Noi abbiamo qualcosa che gli altri non hanno: la Terra Santa». Bastano poche parole al ministro del Turismo, Stas Misezhnikov, per definire la strategia del suo ministero, di cui ha presso possesso da poche settimane. «Noi abbiamo un prodotto che può tenere anche di fronte alla crisi», spiega nel corso della conferenza stampa tenuta ieri pomeriggio a Gerusalemme presso la sede del Comune, alla vigilia dell'arrivo di Benedetto XVI in Israele.
Di origine russa (immigrato da Mosca nel 1982), come il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman membro del partito Israel Beiteinu («Israele casa nostra»), 40 anni, direttore marketing in un'azienda prima di assumere il dicastero per il Turismo, Misezhnikov ha le idee chiare su come intende «vendere» il prodotto Terra Santa nei circuiti del turismo religioso in tutto il mondo. «Dobbiamo cercare di promuovere la Terra Santa puntando sul turismo cristiano, specie cattolico ed evangelico, per arginare la recessione economica che sta toccando anche il nostro settore. Sono centinaia di milioni i cristiani in tutto il mondo che desiderano visitare la Terra Santa. Solo negli Stati Uniti sono 70 milioni gli evangelici che le indagini di marketing danno come fortemente interessati ad un viaggio in Terra Santa». Secondo le stime del ministero, il 70 per cento dei quasi due milioni di cristiani che nel 2008 si sono recati in Terra Santa erano di confessione evangelica. Sempre nel 2008 sono stati circa 3 milioni i turisti-pellegrini in Israele.
«Ma la recessione economica sta toccando anche noi, con un calo del 25 per cento rispetto all'anno precedente», ha spiegato. Ecco perché il dicastero del Turismo ha aumentato gli sforzi, ottenendo un budget maggiore per promuovere il «prodotto Israele»: 460 milioni di shekel (oltre 83 milioni di euro).
Da vero uomo di marketing, Misezhnikov fa due conti: ogni 100 mila turisti in più portano 4 mila posti di lavoro e 200 milioni di shekel di introiti all'economia nazionale. Per questa ragione Israele guarda con grande attenzione al viaggio del Papa di questi giorni. E non solo ai 10 mila pellegrini in più registrati al seguito del Santo Padre. «Abbiamo l'ambizione di portare nei prossimi 10 anni 10 milioni di pellegrini in più solo a Gerusalemme», afferma. La visita di Benedetto XVI, con il suo impressionante impatto sui media, non può che aiutare.

© Copyright Terrasanta.net consultabile qui.

No comment...no comment...no comment!
R.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

voi volete far passare a tutti i costi la tesi che questo viaggio sia un fallimento e che era maglio non farlo, mentre tutto il mondo vede un altra cosa.

Raffaella ha detto...

Voi chi?

Anonimo ha detto...

Cosa vedrebbe tutto il mondo?
Alessia

Anonimo ha detto...

il viaggio del papa è stato un successo. soprattutto per merito suo. il dialogo con gli ebrei è assolutamente necessario e in questi giorni sono stati fatti passi avanti. i dissensi ci saranno sempre, è fisiologico. molti in questo blog fanno le pulci a questo viaggio solo perchè temo che a loro il dialogo dia più fastidio che a quei rabbini critici col papa. sono convinto che il papa sia contento di questo viaggio. perchè voi no?

Raffaella ha detto...

Personalmente sono felicissima della tappa giordana del viaggio del Papa.
Sono strastracontenta dell'accoglienza del Papa a Betlemme.
A Gerusalemme, purtroppo, e' mancato (non da parte di tutti ma di molti certamente si') il rispetto per il Santo Padre.
R.

Anonimo ha detto...

ogni giorno c'è qualcuno che manca di rispetto al papa. se non ci fossero i lupi la vita del pastore sarebbe facile.

Anonimo ha detto...

Secondo me un periodo di interruzione nel dialogo, ma sarebbe meglio dire monologo, con gli ebrei sarebbe salutare. Permetterebbe una riflessione sugli avvenimenti di questi mesi e una presa di distanza, oggi quanto mai necessaria visto lo scadimento a cui si assiste. Gli ebrei non ci rispettano, offendendo il nostro Papa offendono anche noi.
Alessia

Anonimo ha detto...

Gli arabi e mussulmani in genere hanno il tempo e i numeri dalla loro parte, e possono anche essere gentili e carini. Comunque il problema sono sempre i discorsi e le conferenze stampa, alle messe e udienze va sempre tutto bene. Saluti, Eufemia

Anonimo ha detto...

dire "gli ebrei non ci rispettano" mi sembra una generalizzazione.
ci sono molti islamici che non rispettano i cattolici, ma pare che dopo questo viaggio sia scoppiato l'idilio con l'islam. io smetterei di chiedermi se gli ebrei vogliono il dialogo e comincerei a chiedermi se lo vogliamo noi.
io ho avuto la sensazione da molti messaggi lasciati qui, che non si aspettasse altro che il minimo incidente per poter dire "lasciamo perdere". in netta contraddizione con la volontà del papa.