sabato 9 maggio 2009
Sul Nebo la pace di chi guarda lontano (Giorgio Bernardelli)
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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo:
Sul Nebo la pace di chi guarda lontano
di Giorgio Bernardelli
Ore 10: Tre discorsi, tre volti della pace
Terzo discorso del Papa in Giordania e ancora una volta ritorna il tema della pace. Conferma che il «carattere spirituale» di questo viaggio non è un modo per estraniarsi dalle ferite della Terra Santa, ma un'indicazione su come leggerle.
Del Monte Nebo, il luogo dove Mosé vide la Terra promessa senza però potervi entrare, il Papa ha offerto una lettura ineteressante legata appunto al tema della pace. Queste le sue parole:
«Mosè contemplò la Terra Promessa da lontano, al termine del suo pellegrinaggio terreno. Il suo esempio ci ricorda che anche noi facciamo parte del pellegrinaggio senza tempo del Popolo di Dio lungo la storia. Sulle orme dei Profeti, degli Apostoli e dei Santi, siamo chiamati a portare avanti la missione del Signore, a rendere testimonianza al Vangelo dell'amore e della misericordia universali di Dio. Noi siamo chiamati ad accogliere la venuta del Regno di Cristo mediante la nostra carità, il nostro servizio ai poveri ed i nostri sforzi di essere lievito di riconciliazione, di perdono e di pace nel mondo che ci circonda. Sappiamo che, come Mosè, non vedremo il pieno compimento del piano di Dio nell'arco della nostra vita. Eppure abbiamo fiducia che, facendo la nostra piccola parte, nella fedeltà alla vocazione che ciascuno ha ricevuto, contribuiremo a rendere diritte le vie del Signore e a salutare l'alba del suo Regno. Sappiamo che Dio, il quale ha rivelato il proprio nome a Mosè come promessa che sarebbe sempre stato al nostro fianco (cfr Es 3,14), ci darà la forza di perseverare in gioiosa speranza anche tra sofferenze, prove e tribolazioni».
È un richiamo importante oggi per la gente di Terra Santa che vive quotidianamente la tentazione più insidiosa, quella della sfiducia. «Abbiamo parlato tanto di pace, abbiamo fatto anche gesti importanti di apertura all'altro, ma che cosa ne abbiamo guadagnato?». Benedetto XVI dice: fate come Mosé, cercate di guardare lontano e continuate a essere seme di peredono e di riconciliazione. Non possiamo che fare nostra la preghiera del Papa per questi fratelli: il Signore vi dia la forza di perseverare nella speranza anche in un momento così difficile.
Nel suo discorso al Monte Nebo il Papa ha dedicato un paragrafo anche al dialogo tra cristiani eb ebrei. È un discorso che certamente svilupperà ulteriormente nei prossimi giorni. Ma il fatto che abbia voluto parlarne in un Paese musulmano come la Giordania è molto importante: è anche questo un seme di riconciliazione gettato. Come Benedetto XVI diceva ieri ai giornalisti sull'aereo, non c'è dialogo con i musulmani senza gli ebrei, e non c'è dialogo con gli ebrei senza i musulmani. Sarà molto interessante vedere se il Jordan Times domani citerà anche questa parte del discorso.
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