sabato 9 maggio 2009
Il Papa: «La libertà religiosa è un diritto umano» (Tornielli)
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Il Papa: «La libertà religiosa è un diritto umano»
di Andrea Tornielli
nostro inviato ad Amman
Non scontro, ma «alleanza di civiltà tra il mondo occidentale e quello musulmano».
È ciò che chiede Benedetto XVI al suo arrivo ad Amman, nel primo giorno del suo viaggio in Terrasanta, accolto con grande simpatia dal re Abdullah II e dalla regina Rania.
Un pellegrinaggio che inizia all’insegna del dialogo con l’islam ma anche con l’ebraismo, perché su questo tema il Papa ha risposto alle domande dei giornalisti sul volo che lo ha portato in Giordania.
«Cerco di contribuire per la pace non come individuo ma in nome della Chiesa cattolica e della Santa sede. Noi non siamo un potere politico ma una forza spirituale e questa forza spirituale è una realtà che può contribuire per i progressi nel processo di pace», ha detto sull’aereo.
Specificando che questo contributo si esplica su tre livelli, con la preghiera, con la formazione delle coscienze e con l’appoggio alle «posizioni realmente ragionevoli».
Benedetto XVI ha parlato anche della necessità di un dialogo a tre, che coinvolga le tre grandi religioni abramitiche, «nonostante la diversità delle origini». «Abbiamo radici comuni – ha detto Ratzinger –, il cristianesimo nasce dall’Antico Testamento e la scrittura del Nuovo Testamento senza l’Antico non esisterebbe. Ma anche l’islam è nato in un ambiente dove era presente sia la legge dell’ebraismo sia diversi rami del cristianesimo, e tutte queste circostanze si riflettono nella tradizione coranica così che abbiamo insieme tanto dalle origini che la fede nell’unico Dio». Dunque «è importante» avere anche il «dialogo trilaterale». «Io stesso – ha ricordato il Pontefice ai giornalisti – ero cofondatore di una fondazione per il dialogo tra le tre religioni».
Nel primo discorso in terra giordana, all’aeroporto di Amman, dopo che il re gli aveva ricordato il contributo del suo Paese per la pacifica convivenza tra le religioni e la necessità di opporsi alle «provocazioni» e «ideologie ambiziose che puntano a dividere», Benedetto XVI ha ringraziato Abdullah II per la libertà religiosa di cui gode la minoranza cristiana, che qui può costruire liberamente i suoi luoghi di culto: il Papa benedirà sul luogo del battesimo di Gesù le prime pietre di alcune nuove chiese. «La libertà religiosa è certamente un diritto umano fondamentale ed è mia fervida speranza e preghiera che il rispetto per i diritti inalienabili e la dignità di ogni uomo e di ogni donna giunga ad essere sempre più affermato e difeso, non solo nel Medio Oriente, ma in ogni parte del mondo». Ratzinger ha espresso il suo «profondo rispetto per la comunità musulmana», ricordando le iniziative che favoriscono «un’alleanza di civiltà tra il mondo occidentale e quello musulmano, smentendo le predizioni di coloro che considerano inevitabili la violenza e il conflitto».
La prima tappa del viaggio papale, dopo l’arrivo ad Amman, è stata la visita al centro per disabili «Regina Pacis», fondato dal patriarcato latino di Gerusalemme e sostenuto da varie associazioni di volontariato italiane, che offre assistenza a giovani handiccapati, il 90 per cento dei quali sono di religione musulmana.
Il Papa li ha abbracciati, ha ricevuto e indossato una kefiah a scacchi rossi e bianchi (la seconda che indossa, dopo quella che gli avevano messo sulle spalle due giovani palestinesi in piazza San Pietro nei giorni scorsi), ha detto loro di essere venuto «semplicemente con un’intenzione» e «una speranza»: quella di «pregare per il regalo prezioso dell’unità e della pace per il Medio Oriente». «La preghiera – ha aggiunto Benedetto XVI – è speranza in azione... Stando in mezzo a voi io sento la forza che proviene da Dio». Prima di lasciare il centro, il Papa ha chiesto ai suoi ospiti e ai volontari di «pregare, per favore, per me, ogni giorno del mio pellegrinaggio; per il mio spirituale rinnovamento e per la conversione dei cuori al modo di perdonare e solidarizzare che è proprio di Dio».
L’accoglienza è stata calorosa, e Ratzinger è stato salutato da un coro che gli ha cantato in italiano «Benedetto, benvenuto in Giordania». Questa mattina il Papa salirà al Monte Nebo, da dove Mosè, prima di morire, vide la terra promessa d’Israele.
© Copyright Il Giornale, 9 maggio 2009 consultabile online anche qui.
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