venerdì 8 maggio 2009
Il Papa: religioni insieme per la pace e la giustizia in Medio Oriente (Izzo)
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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo questo bel resoconto di Salvatore Izzo sulla prima giornata del Papa in Giordania.
R.
PAPA: RELIGIONI INSIEME PER PACE E GIUSTIZIA IN MO
(AGI) - Amman, 8 mag.
(dall'inviato Salvatore Izzo)
"Sono qui semplicemente con un'intenzione, una speranza: pregare per il dono prezioso dell'unita' e della pace per Gerusalemme, la Terra Santa, l'intera regione del Medio Oriente".
Benedetto XVI ha voluto dichiararlo appena arrivato ad Amman, prima tappa del suo pellegrinaggio in Terra Santa. E con l'autorevolezza di chi rappresenta "non un potere politico ma una forza spirituale", ha invocato fin dal primo discorso "una pace durevole generata dalla giustizia, pace per gli individui, per i genitori e i figli, per le comunita', per l'intera famiglia umana".
Una pace che - come aveva spiegato poco prima ai giornalisti che viaggiano con lui - puo' essere raggiunta se si assumono "posizioni realmente ragionevoli" e queste la Chiesa intende "continuare a sostenere".
"Nonostante i malintesi", il dialogo con gli ebrei "fa progressi e sta contribuendo alla pace e al cammino reciproco" e il Papa si e' concentrato oggi sul rapporto con l'Islam, manifestando "profondo rispetto per la comunita' musulmana" e rendendo omaggio "al ruolo di guida svolto da Sua Maesta' il Re nel promuovere una migliore comprensione delle virtu' proclamate dal Corano".
Il Regno di Giordania, ha riconosciuto, "e' da tempo in prima linea nelle iniziative volte a promuovere la pace nel Medio Oriente e nel mondo, incoraggiando il dialogo inter-religioso, sostenendo gli sforzi per trovare una giusta soluzione al conflitto Israeliano Palestinese, accogliendo i rifugiati dal vicino Iraq, e cercando di tenere a freno l'estremismo".
Papa Ratzinger e' arrivato alle 14,30 locali "come pellegrino, per venerare i luoghi santi che hanno giocato una cosi' importante parte in alcuni degli eventi chiave della storia Biblica". In un Paese che per il 97 per cento e' popolato da islamici, la possibilita' di costruire santuari cristiani - uno dei quali sulle rive del Giordano dove Gesu' fu battezzato da Giovanni Battista - e' stata rilevata dal Pontefice come una testimonianza importante: "la possibilita' che la comunita' cattolica di Giordania possa edificare pubblici luoghi di culto e' un segno del rispetto di questo Paese per la religione e a nome dei cattolici".
"Desidero esprimere - ha detto - quanto sia apprezzata questa apertura.
La liberta' religiosa e' certamente un diritto umano fondamentale ed e' mia fervida speranza e preghiera che il rispetto per i diritti inalienabili e la dignita' di ogni uomo e di ogni donna giunga ad essere sempre piu' affermato e difeso, non solo nel Medio Oriente, ma in ogni parte del mondo".
"Seguendo la nobile tradizione della mia famiglia, considero un dovere preservare i luoghi santi e accogliervi i pellegrini", ha assicurato da parte sua il re Abdallah II nel discorso al Pontefice.
"E' un grande onore e responsabilita' - ha spiegato - curare i luoghi sacri, che vanno protetti".
Citati i luoghi santi della Giordania (Monte Nebo e sito del Battesimo di Gesu') il Re si e' riferito anche alla citta' santa, che della Giordania faceva parte fino al 1967 e della quale il sovrano haschemita ha mantenuto la titolarieta' limitatamente alla spianata delle moschee.
"L'identita' di Gerusalemme - ha detto - va salvaguardata come luogo di culto per tutti". "Ci stiamo impegnando - ha aggiunto - nel dialogo interreligioso e accogliamo il suo invito a combatterre pregiudizi e divisioni che hanno creato sofferenze.
La nostra speranza e' che assieme possiamo diffondere il dialogo che accetta le identita' religiose e onora i nostri legami di amicizia, allontanando tutte le ombre". Abdallah ha ricordato che "la Giordania riconosce il diritto di Israele ad esistere e il diritto degli sraeliani alla sicurezza" ed ha condannato le "ideologie ambiziose che prospettano una minaccia terribile".
In proposito il Re ha ricordato l'appello che 9 anni fa aveva lanciato proporio ad Amman Giovanni Paolo II. "Dobbiamo opporci alla violenza e rinnovare l'impegno reciproco ad un nuovo dialogo di comprensione e buona volonta'", ha aggiunto citando "il profeta Maometto per il quale nessuno di noi puo' dire di avere fede se non fa al proprio fratello quello che vorrebbe fosse fatto a lui".
"Possiamo insieme - ha continuato il sovrano della Giordania rivolto al Pontefice - approfondire lavoro di pacificazione voluto da Dio. In Giordania cristani e musulmani - ha concluso - sono uguali e tutti contribuiscono al benessere del Paese.
Come e' noto, Abdallah II ha promesso al presidente americano Barack Obama, nel corso del loro recente incontro a Washington, la redazione di una nuova bozza del piano saudita. Il sovrano poi ha discusso della questione con il presidente dell'Autorita' palestinese, Abu Mazen, e anche con il ministro degli esteri siriano, Walid Al Muallim. Al centro della trattativa l'ipotesi - sostenuta dalla Casa Bianca - di concedere la cittadinanza ai profughi palestinesi presenti nei diversi Paesi di residenza nella regione oppure di consentire loro di spostarsi nei Territori occupati da Israele nel 1967 e che dovrebbero far parte del futuro Stato autonomo palestinese, al quale arrivare progressivamente con tappe fissate da un calendario entro il quale realizzare la normalizzazione dei rapporti tra arabi e israeliani. Sullo sfondo anche l'ipotesi della proclamazione della citta' vecchia di Gerusalemme quale "zona internazionale" sotto il controllo delle Nazioni Unite, idea che non dispiacerebbe certo al Vaticano dove non dimenticano che questa stessa proposta fu lanciata da Paolo VI che parlo' della citta' santa delle tre religioni monoteistiche in termini analoghi.
L'accoglienza dei reali e' stata cordialissima ma ad impressionare il Papa sono riusciti piu' di tutti i 600 ragazzi cattolici che gli hanno fatto festa al Centro Regina Pacis, cantando "Ben-venuto Bene detto": grazie a loro, infatti, si e' ricreato per un momento il clima delle Giornate Mondiali della Gioventu' in un Paese Islamico. Impressionante anche lo spazio che i principali quotidiani della Giordania hanno dato alla visita di Benedetto XVI, dedicando fin da ieri diversi articoli, con immagini molto belle e sorridenti del Papa, ed inserti che illustrano i diversi luoghi che verranno toccati, compresa la citta' di Madaba, dove benedira' la prima pietra della nuova Universita' Cattolica.
Nelle anticipazioni sulla liturgia di domenica nello stadio di Amman, e' stato sottolineato infine che la parola "pace" tornera' a
risuonare collegata alla stretta attualita': "Preghiamo specialmente per la pace in Medio Oriente - si legge nella preghiera dei fedeli - Palestina, Iraq e Libano, chiediamo al Signore di diffondere la pace in tutti i cuori cosi' che la giustizia domini tra tutte queste nazioni che desiderano la pace". Il riferimento all'Iraq e' di notevole importanza poiche', come e' noto, in Giordania sono presenti decine di migliaia di rifugiati iracheni, attesi anche alla celebrazione, tra i quali anche cristiani e cattolici di rito caldeo. Non e' escluso che il Papa possa anche soffermarsi con una delegazione di vescovi iracheni caldei, invitati ad Amman, dalla Nunziatura, per la visita. Dalla preghiera per il Medio Oriente a quella per i cristiani in Terra Santa il passo e' breve.
Nella messa, nella valle di Josafat a Gerusalemme, la prima all'aperto di un Papa nella citta' santa, il 12 maggio, la liturgia - che utilizzera' anche la lingua ebraica - prevede invece il ricordo di "tutti i cristiani di Terra Santa, affinche' sappiano superare lo scoraggiamento e le numerose difficolta' di questo mondo" e quello dei "credenti di tutte le religioni perché, nella sincera ricerca di Dio, lavorino per la pace e per la costruzione di un mondo piu' giusto e solidale". Da parte sua, oggi, Benedetto XVI ha assicurato di voler incoraggiare "i cristiani della Terrasanta e del Medio Oriente a restare nelle loro terre" di cui sono "componente importante", e chiede per loro "cose concrete" come "scuole e ospedali". "Con aiuti concreti - ha confidato sull'aereo ai giornalisti - spero i cristiani siano incoraggiati a rimanere, spero realmente possano trovare il coraggio, l'umilta' e la pazienza per restare in questi Paesi ed offrire il loro contributo per il futuro di pace di questi Paesi".
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