mercoledì 16 settembre 2009

Gianni Letta: Serve un esame di coscienza dei giornalisti


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G. Letta a ambasciata S.Sede: Serve esame coscienza giornalisti

La stampa è missione a servizio verità democrazia e bene pubblico

G. Letta a ambasciata S.Sede: Serve esame coscienza giornalisti

La stampa è missione a servizio verità democrazia e bene pubblico

Infaticabile mediatore, pompiere di incendi appiccati da altri, Gianni Letta coglie l'occasione di una conferenza all'ambasciata italiana presso la Santa Sede per invitare i giornalisti a "meditare amaramente" sulla deontologia della propria professione e compiere un "approfondito esame di coscienza". Parole accolte con qualche fremito da un ampio parterre di vescovi e cardinali che conservano ancora fresco il ricordo delle dimissioni di Dino Boffo da 'Avvenire'. Letta, del resto, è stato un personaggio-chiave di ogni passaggio del caso Boffo. L'uomo che, ad ogni strappo, ha tentato di ricucire. Era stato Letta ad incontrare il cardinal Bertone alla festa della Perdonanza dell'Aquila. Era il 28 agosto, giorno in cui il 'Giornale' di Vittorio Feltri attaccava in prima pagina il direttore di 'Avvenire'. Letta sostituiva Berlusconi che, di comune accordo col Vaticano, aveva annullato la sua presenza in Abruzzo per evitare "strumentalizzazioni". Passano pochi giorni e sempre Letta - Gentiluomo di Sua Santità oltre che sottosegretario alla Presidenza del Consiglio - corre a Viterbo ad accogliere, a nome del Governo, Benedetto XVI. "I rapporti tra Italia e Santa Sede sono saldi - commentava a conclusione di un colloquio a quattr'occhi con Ratzinger - il mio sorriso dice tutto". Oggi nuovo appuntamento col mondo di Curia. A Palazzo Borromeo l'ambasciatore Zanardi Landi ospita la presentazione del libro 'Paolo VI. L'audacia di un Papa' di Andrea Tornielli, giornalista del 'Giornale', vaticanista di lungo corso e autore di diversi e fortunati volumi biografici sui Pontefici. Gianni Letta introduce con una relazione che mette in evidenza vari caratteristiche di Papa Montini, dalla sua "vera laicità" al dialogo che riusciva ad intrecciare con il Pci, dall'attenzione alle vicende politiche italiane alla sua tempra umana. Ma, prima, Letta, ex giornalista, si sofferma sulla figura del futuro Pontefice. Giorgio Montini, giornalista, prima di divenire deputato e protagonista del Partito popolare italiano di don Sturzo, considerava la stampa una "splendida missione a servizio della verità, della democrazia, del progresso e del bene pubblico". Letta, qui, alza la testa, e, a braccio, aggiunge: "Parole sulle quali noi giornalisti di oggi dovremmo meditare amaramente e con un approfondito esame di coscienza". Letta non dice oltre. Le sue parole possono essere lette in riferimento a 'Repubblica', che svolge da mesi campagna di stampa contro il premier Silvio Berlusconi, o, più in generale, nei confronti del mondo dei mass media. Di certo, mentre nel Pdl i legali di Gianfranco Fini hanno querelato Vittorio Feltri per un articolo al vetriolo sul presidente della Camera, c'è chi assente pensando all'affaire Boffo. Ad ascoltare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, del resto, ci sono diverse personalità di spicco del Vaticano. Tra gli altri, nove (Re, Martino, Nicora, Silvestrini, Herranz, Saraiva Martins, Cheli, Farina e Coppa) e alcuni presuli di peso (Rino Fisichella e Antonio Maria Vegliò). Chi commenta, lo fa con poche parole, accennando appena un moto di soddisfazione. Le parole di Letta? "A propos", calzanti, risponde in francese il cardinale Renato Raffaele Martino ai cronisti che gli chiedono un commento. Il neo-presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti, monsignor Antonio Maria Vegliò - nei mesi scorsi in rotta polemica con la Lega nord sul pacchetto sicurezza - si limita a commentare: "Più chiaro di così...". Prima di infilarsi in macchina poi, Gianni Letta saluta anche Marco Tarquinio, colui che guida 'Avvenire' da quando Dino Boffo si è dimesso. "Grazie" dice Tarquinio a Letta, "grazie a Lei" risponde Letta. Più chiaro di così.

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Il ragionamento di Gianni Letta non vale solo per il caso Boffo ma anche, in generale, per l'infantilismo di certi media incapaci di assumersi le proprie responsabilita'.
Si veda qui
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R.

EDITORIA: G. LETTA, NOI GIORNALISTI DOBBIAMO FARE ESAME DI COSCIENZA

''Noi giornalisti dovremmo meditare amaramente, con approfondito esame di coscienza'' sulle parole di Giorgio Montini (giornalista e padre del futuro papa Paolo VI) che ''considerava il giornalismo una splendida missione a servizio della verita', della democrazia, del progresso e del bene pubblico''. Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, durante la conferenza stampa di presentazione, all'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, del libro 'Paolo Sesto. L'audacia di un Papa' del vaticanista del 'Giornale' Andrea Tornielli. Alla presentazione hanno preso parte i cardinali Re, Martino, Nicora, Herranz, Saraiva Martins, Cheli, Farina e Coppa, mons. Rino Fisichella, mons. Antonio Maria Veglio', il fondatore della Comunita' di Sant'Egidio Andrea Riccardi, il vicedirettore responsabile di Avvenire Marco Tarquinio, il direttore dell'Osservatore Romano Gian Maria Vian.

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1 commento:

Doriana ha detto...

Io aggiungerei cara Raffaella che non solo i giornalisti debbano fare esame di coscienza ma, anche certe eminenze che non resistono alla tentazione di barattare l'obbedienza a Benedetto XVI, con qualche istante di notorietà offerto da certa stampa.