martedì 15 settembre 2009

Colloqui Roma-FSSPX: a ottobre, e segretati. Smentito il card. Schoenborn. Da Messainlatino


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Colloqui Roma-FSSPX: a ottobre, e segretati

Informa un articolo del Figaro, che le discussioni tra Roma e la Fraternità S. Pio X cominceranno non prima di metà ottobre, stando a "fonti autorizzate, tanto a Roma che a Ecône (Svizzera)", quartier generale della FSSPX, "e non tra qualche giorno, come ha lasciato intendere lo scorso fine settimana il card. Schoenborn, arcivescovo di Vienna"
La composizione delle due delegazioni della commissione di dialogo non è ancora determinata, secondo Le Figaro. In realtà sappiamo già da autorevoli indiscrezioni chi comporrà la delegazione vaticana (v. qui), mentre dall'altra parte sappiamo solo che, dall'esterno e senza farne parte, coordinerà i lavori della delegazione lefebvriana il vescovo Alfonso de Galarreta (v. qui).
Noi aggiungeremmo che convitato di pietra di questi colloqui sarà mons. Brunero Gherardini, il cui testo da poco pubblicato (Concilio Ecumenico Vaticano II, Un discorso da fare), affronta precisamente i puncti dolentes e invoca una soluzione magisteriale dei tanti passaggi ambigui, oscuri o problematici dei documenti conciliari; e non al solo fine della riconciliazione con i lefebvriani, ma nel più generale interesse della Chiesa che, dopo 40 anni, deve poter uscire dalla paralizzante secca della crisi gravissima in cui l'evento Concilio, e quel che ne è seguito, l'ha cacciata.
Il Papa è ben cosciente che la posta in gioco non è soltanto la ricucitura di uno "scisma" vero o presunto, ma che con l'occasione (non diremo il pretesto!) di questi colloqui, che solo con molta leggerezza e superficialità si potrebbero definire di tipo "ecumenico", si profila la possibilità di un chiarimento dottrinale magisteriale, che serva finalmente a chiudere l'era infausta del postconcilio postsessantottino.
Allo stesso modo, in campo liturgico, il motu proprio ha avuto il medesimo intento duale ed anfibologico: da un lato la mano tesa alla FSSPX, dall'altro lo strumento per iniziare il raddrizzamento nella lex orandi di tutta la Chiesa.
Informa infine il quotidiano parigino che le discussioni teologiche, che riguardano il disaccordo di fondo a proposito dell'interpretazione del Concilio Vaticano II, si svolgeranno in un "quadro strettamente confidenziale".
Le Figaro, come accennato, esplicitamente si preoccupa di smentire e contraddire il cardinale arcivescovo di Vienna (nella foto in basso, in una delle sue tipiche liturgie). Questi, in un'intervista al Passauer Neue Presse (v. qui), aveva affermato che i colloqui sarebbero iniziati "nei prossimi giorni"; nell'intervista il porporato aggiungeva poi, con un tono tra il minatorio e il farisaico cui i vescovi teutonici ci hanno ormai abituato, che Roma non darà ai lefebvriani un via libera, ma imporrà loro certi principi non negoziabili, ossia la posizione della Chiesa verso la religione ebraica, le religioni non cristiane e le altre confessioni cristiane, nonché la libertà religiosa come diritto umano fondamentale.
Non sono certo toni propizi all'inizio di difficili colloqui (ve l'immaginate se una tornata di dialoghi con, ad esempio, gli ortodossi, fosse preceduta dalle affermazioni di un cardinale che intimasse loro di accettare punti non negoziabili come l'infallibilità del Papa e il filioque...). Certo, Schoenborn deve accarezzare un'opinione pubblica ecclesiale estremamente modernista; ma le sue affermazioni appaiono in certa misura velleitarie e male informate (se appunto ha ragione Le Figaro circa l'inizio dei lavori): segno, insieme ad altre analoghe sparate di Lehmann e Zollitsch (ex presidente e presidente in carica della conf. episcopale tedesca), che il riottoso episcopato della GroßGermanien è tenuto da parte in questa faccenda e si sfoga così come può, nel tentativo di imporre dall'esterno, per via mediatica, paletti e condizioni.

Da Messainlatino.it

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