martedì 15 settembre 2009
La Rivelazione come in una «disputatio» medievale negli studi del giovane Ratzinger (Osservatore Romano)
Vedi anche:
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Negli studi del giovane Ratzinger
La Rivelazione come in una «disputatio» medievale
Le ricerche di Joseph Ratzinger sono sempre state profondamente legate alla riflessione teologica del suo tempo, come emerge già dall'autobiografico Aus meinem Leben. Erinnerungen (1927-1977), uscito nel 1998 ma pubblicato l'anno precedente in traduzione italiana, e come ha ricostruito Gianni Valente in una serie di articoli su "30Giorni" e poi nel volume Ratzinger professore (2008).
L'indagine su "popolo e casa di Dio in sant'Agostino" - suggerita al giovane chierico dall'ordinario di Teologia fondamentale nella facoltà teologica dell'università di Monaco di Baviera, Gottlieb Söhngen (1892-1971), e condotta tra il 1950 e il 1951 - nasceva dal dibattito ecclesiologico che attraversa la prima metà del Novecento e cercava strade nuove dopo la riproposizione, nella Mystici corporis (1943) di Pio xii, del concetto di "corpo mistico" come descrizione della natura teologica della Chiesa.
Similmente, il tema scelto per la tesi di abilitazione alla libera docenza universitaria s'inseriva nella riflessione teologica di lingua tedesca negli anni Cinquanta sulla categoria di storia della salvezza.
Ancora su suggerimento di Söhngen, il giovane Ratzinger si ripromise di indagare la prospettiva di san Bonaventura sulla Rivelazione, per scoprire eventuali corrispondenze con la categoria di "storia della salvezza" al centro degli interessi della ricerca teologica contemporanea.
Il lavoro fu ultimato e consegnato nell'autunno 1955; correlatore della tesi era ex officio Michael Schmaus (1897-1993), allora ordinario di Teologia sistematica e medievalista insigne della facoltà teologica, che si rivelò subito aspramente critico del lavoro, non senza l'interferenza di motivi personali (era nota la sua rivalità con Söhngen). Il consiglio di facoltà rinviò dunque l'elaborato a Ratzinger con l'invito a tener conto delle osservazioni di Schmaus; ma una revisione completa secondo le sue indicazioni avrebbe richiesto molto, troppo tempo, pregiudicando l'impegno di Ratzinger come docente universitario.
Fu allora che si profilò una soluzione: la parte finale della tesi, dedicata alla teologia della storia di Bonaventura, aveva superato quasi indenne le critiche di Schmaus; pur collegata al resto della tesi, essa rappresentava una ricerca a sé stante ed era ricca di "materiale esplosivo", perché il giovane Ratzinger vi mostrava il profondo legame bonaventuriano con la teologia della storia di Gioacchino da Fiore, le cui infiltrazioni nel movimento francescano il ministro generale aveva pur combattuto con energia e decisione.
Ratzinger presentò così per l'esame dell'abilitazione solo la parte finale della sua ricerca, dopo avervi apportato i necessari ritocchi durante l'estate del 1956.
Nel febbraio 1957 il consiglio di facoltà accettò il lavoro, pubblicamente difeso il 21 di quel mese dal teologo, non ancora trentenne, in una memorabile seduta che richiamò, anche per il confronto fra Schmaus e Söhngen, il clima di una accesa disputatio medievale.
Il 1° gennaio 1958 Ratzinger fu nominato libero docente dell'università di Monaco e l'anno seguente l'editore Schnell & Steiner diede alle stampe Die Geschichtstheologie des heiligen Bonaventura, tradotto in inglese (1971), francese (1988) e italiano (1991, 2008).
A mezzo secolo di distanza, vede ora la luce la tesi integrale sul concetto di Rivelazione e sulla teologia della storia in Bonaventura, una novità assoluta e da tempo attesa.
(paolo vian)
(©L'Osservatore Romano - 16 settembre 2009)
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