giovedì 17 settembre 2009
Specola Vaticana, il Papa visita la nuova sede (Mastrofini)
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Specola Vaticana, il Papa visita la nuova sede
Castel Gandolfo: inaugurata ieri la struttura che ospita l’antica istituzione scientifica. Il direttore: anche così si serve la Chiesa
Fabrizio Mastrofini
ROMA. Benedetto XVI ha espresso «grande apprezzamento» per il lavoro di studio e ricerca che compiono i Padri gesuiti impegnati nella Specola Vaticana.
Il Papa ieri pomeriggio a Castel Gandolfo ha inaugurato la nuova sede dell’istituzione, sempre all’interno della residenza estiva, ma in una posizione più decentrata che consente ai religiosi di svolgere il loro lavoro in tutta tranquillità. In precedenza invece la sede era collocata all’interno del Palazzo Apostolico. «Il nostro lavoro – ha notato padre José Gabriel Funes, direttore della Specola – è sempre una grande sfida. Siamo contenti di poter servire la Chiesa e il Papa in questa missione che è molto specifica e che richiede uomini preparati scientificamente perché, come si sa, la ricerca scientifica è difficile, è un lavoro che richiede molti anni di preparazione e un grande sforzo nel dedicarsi a essa».
«Ponte» tra scienza e fede
La nuova sede si trova ora in un edificio collocato ad uno dei margini delle Ville Pontificie; tale collocazione – secondo padre Funes – è un’immagine che spiega anche il significato della Specola e la sua missione: «Noi vogliamo essere al confine della Chiesa, in dialogo con il mondo della scienza e della cultura. Da una parte siamo molto vicini al Papa, perché siamo Specola Vaticana, siamo un osservatorio confessionale, e dall’altra parte siamo in dialogo e in collaborazione con scienziati e astronomi che sono di altre religioni, di altre culture, anche con quelli che non credono in Dio, e anche da questo punto di vista è significativo». Nella nuova sede ha trovato posto anche la biblioteca, che contiene diverse migliaia di volumi, tra cui opere di grande valore, e si prevede un aumento delle attività scientifiche e dei seminari di studio. Il prossimo mese, tra l’altro, i Musei Vaticani ospiteranno una mostra curata dai gesuiti sugli strumenti astronomici dal Rinascimento. Le origini della Specola risalgono alla seconda metà del Sedicesimo secolo, quando papa Gregorio XIII (15751585) invitò astronomi e matematici del Collegio Romano a preparare la riforma del calendario promulgata poi nel 1582.
© Copyright Avvenire, 17 settembre 2009
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