Cari amici, nel giorno della Festa di Sant'Ambrogio, Patrono della citta' di Milano, l'arcivescovo della diocesi ambrosiana e' stato fatto oggetto di attacchi spropositati e violenti da parte di un partito politico.
La linea del blog non cambia e cio' che vale per il Santo Padre deve valere per tutti i vescovi: la Chiesa deve essere libera di esprimere le proprie opionioni e di evangelizzare senza che chicchessia, in particolare dei politici, possa mettere il becco su cio' che un cardinale puo' dire o non dire.
Tutta la mia personale solidarieta', quindi, all'arcivescovo di Milano che, come ogni altro cittadino, ha il diritto di esprimersi nella massima liberta'.
Poi si puo' essere d'accordo o meno con cio' che afferma, ma e' fuori di dubbio che possa intervenire sugli argomenti che piu' gli stanno a cuore.
Trovo tuttavia francamente bizzarro che alcuni quotidiani, in particolare Repubblica, che urlano all'ingerenza, quando il Papa parla di famiglia e di vita umana, OGGI, che ad essere attaccato e' il cardinale di Milano, si strappino capelli e pagine e corranno in difesa come tanti avvocati d'ufficio.
Per non parlare dei politici che colgono l'occasione per ribadire il diritto dell'arcivescovo ad intervenire.
Benissimo! Giustissimo!
Mi piacerebbe pero' che lo stesso trattamento e la stessa difesa ad oltranza si riservassero anche al Santo Padre.
Mai vista una Rosy Bindi cosi' sollecita nel prendere le difese del Papa.
La politica dei due pesi e due misure fa francamente ridere.
Detto questo, ribadisco la mia solidarieta' al cardinale.
R.
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17 commenti:
Ciao Raffaella, finalmente il mio pc ha ripreso a funzionare, almeno spero! Non ho una grande simpatia per Tettamanzi, però ti seguo a ruota e in questo caso solidarizzo con lui. Francamente l'attacco della Padania e per certi versi anche del Giornale, mi sembrano scomposti e sopra le righe. Per quello che concerne le reazioni politiche, non avevo dubbi, visto quello che passa il convento....tanto per la stampa il cattivone è sempre Benedetto (sigh)
Cara Raffaella, capisco il tuo post ma - pur da NON leghista - auspicherei che il card. Tettamanzi fosse il vescovo di tutti, non di una sola parte. Ricordo inoltre che già Socci lo attaccò pesantemente per un discorso per S. Ambrociò in cui il nostro cardinale riuscì a citare più di 60 volte la parola solidarietà e una volta la parola Gesù. Capisco che le critiche debbano essere fatte con criterio e garbo ma quando un esponente della Chiesa NON parla di fede e costumi, la sua è un'opinione autorevole e non autoritativa e chiunque può essere in disaccordo e dirlo anche pubblicamente.
Ricordiamo anche il silenzio di Tettamanzi su Eluana Englaro, il suo discorso al convegno di verona in cui attaccò pesantemente Ferrara, pera and co.
Ricordiamo la sua avversione al Motu Proprio del Papa, la sua proposta di una moschea in ogni quartiere di Milano e tante altre cose.
O no?
AMDG
Luigi C
Non posso che concordare, caro Luigi.
Piu' volte io stessa ho criticato l'atteggiamento del cardinale, ma sono convinta che sia suo diritto parlare e dire la sua opinione.
Sta a noi poi riflettere
:)
R.
Cara Raffaella, condivido.
Solo una riflessione: se un cardinale emette opinioni "politiche" o cmq nel campo delle opinioni libere:
1- deve farlo con estrema prudenza, mentre mi pare che Tettamanzi parli poco di bioetica e Magistero e molto di altro.
2 - deve accettare eventuali critiche.
2 - un cattolico è libero di aderire o meno.
Un abbraccio.
AMDG
Luigi C
mah..siamo d'accordo sul richiamo al rispetto per la predicazione dei pastori e sul fatto che la Padania e Calderoli avrebbero potuto evitare di esprimere le loro in maniera così grossolana, ma non credo di essere l'unico a percepire un certo disagio nei confronti della curia milanese da parte di non pochi fedeli. Mi pare di parlare con tanti che esprimono disorientamento a tal riguardo e non credo sia giusto liquidarli tutti come cristiani di facciata o difensori dei valori per opportunismo. La sensazione mia personale è che il cardinal Tettamanzi faccia troppo riferimento, quando parla del suo stare in mezzo alla gente, a fedeli di associazioni organizzate e movimenti, guardando con distacco e superiorità i fedeli semplici che, dai oggi, dai domani, sempre più si allontanano. D'accordo l'accoglienza, da un vescovo non ci si può certo aspettare che durante le omelie applauda a respingimenti e sgomberi di rom (e la predicazione del Papa stesso va nella stessa direzione) ma un "fratelli immigrati e cari rom rispettate anche voi chi vi accoglie"...mai una volta che gli scappi...ehh???
Mi pare poi, onestamente, che Padania e Calderoli abbiano fatto a Tettamanzi quel che Unità, Repubblica, Manifesto ...(gruppo anche solo numericamente e culturalmente più consistente della Lega-Padania) fanno giornalmente a papa Ratzinger, senza che nessuno si scomponga più di tanto per questo. E apprezzamenti simili arrivano al Papa anche da parte dei vari don Farinella e don Giorgio, e non da un partito politico "colorito", senza che la loro curia di appartenza si senta addolorata per questo.
Purtroppo il Card.Tettamanzi,come ha fatto andando da Fazio, rinuncia ad essere Cardinale e si abbassa al livello politico. Non può pensare di restare Pastore e scegliere un parte politica perchè così perde le anime delle altre parti. E questo indipendentemente da ciò che sostiene. Purtroppo temo finirà, come il Card.Martini nelle grinfie del partito di Repubblica, che lo userà, finchè sarà utile e poi, se non manterrà, lo scaricherà come ha fatto con Fini. Speriamo, per la Chiesa, che ciò non avvenga mentre è ancora Arcivescovo di Milano.
Mazzarino da ALMA PREX
il Cardinale non è in linea con il sentire della maggioranza dei milanesi e dei milanesi cattolici.
Cara Raffella, la tua solidarietà acritica al Card. Tettamanzi, anche quando eccede nelle posizioni di parte, a scapito del sentire e della sensibilità della maggioranza dei milanesi e dei lombardi, non ti fa onore. Prima di fare le difese ad oltranza (in versione, un cardinale ha sempre ragione, stile Casini e Buttiglione) avrestifatto meglio a ripassarti tutte le esternazioni fatte da Tettamanzi in molti anni. Se a Milano molti cattolici non lo amano, una ragione ci sarà pure!
Se criticassi i politici che se la prendono con il Papa e fossi felice quando ad essere attaccato e' il cardinale di Milano, userei la politica dei due pesi e due misure.
R.
Non sono di Milano e non ho nemmeno avuto modo di leggere le parole di Tettamanzi ma, caro anonimo delle 19.51, nemmeno il Papa è in linea con il pensiero dominante nel mondo. Nemmeno Gesù era molto "in linea" col pensiero dominante.
Le parole di un uomo di Dio si misurano, sempre, su quanto sono in linea col Vangelo, non coi sondaggi.
A Giovanni delle 20.27.
Cichettare i governanti e le strutture sociali milanesi perché, secondo Tettamanzi, fanno poco per diseredati di vario genere e provenienza, è fare demagogia pura, travisando deliberatamente i fatti.
Nessuna città italiana ha mai fatto tanto per immigrati regolari e clandestini, per rom specializzati in furti e borseggio, per relitti umani di vario genere. Il sindaco Moratti ed i politici locali hanno fatto benissimo a mostrarsi morbidamente risentiti delle parole,fuori lugo (gli capita spesso) del Cardinale.
mi unisco alle parole di Raffa e al loro senso profondo,come mi unisco a " un passante".
credo che la difesa del cardinale di alcuni giornali oggi debba essere tenuta presente,tiriamola fuori al quando si faranno due pesi e due misure nei confronti di altri pastori (come sta accadendo a bologna)o nei confronti del Pontefice.ricordiamoci che come cattolici abbiamo un dovere difende Pietro.oltre che segiure la strada che ci indica.
come cattolici dobbiamo pretendere maggiore deontologia e un etica certa dai nostri giornalisti.
ciao mas.
Mi pare che il problema della Chiesa milanese, come della Chiesa Ticinese, abito qui ora, sia una abissale mancanza di contatto con le esigenze e il sentire comune della gente. Certamente la lega ha esagerato, ma non ho dubbi che il popolo vorrebbe vedere nel suo pastore piu' un uomo di Dio come Schuster, che un uomo del politicamente corretto.
Non ho gradito nemmeno le sue banalissime esternazioni sulla vicenda dei minareti svizzeri.
Direi BASTA a questa inconcludenza.
Vogliamo altro......
ormai funziona così, il Papa e i vescovi parlano e chi non è d'accordo dissente più o meno pubblicamente. Il Papa solitamente viene aggredito o sbeffeggiato per le sue posizioni sui temi etici, da repubblica, micromega e stampa di sinistra, nonchè trasmissioni di satira e manifestazioni di piazza con l'assenso dei politici presenti sopra e sotto il palco. Nel suo caso si mobilitano pure parlamentari europei con mozioni di sfiducia, interrogazioni parlamentari o pubbliche richieste di rettifica delle sue idee.
A Tettamanzi accade per i suoi interventi sulla solidarietà agli immigrati e le posizioni sulla liturgia da parte di tradizionalisti, lega e padania . Accade, quando si discute su tutto, sulla pubblica piazza, senza censure. L'unica differenza che ravvedo è l'intoccabilità dei principi espressi da Tettamanzi rispetto a quelli espressi dal Papa. Dal mio punto di vista, dovrebbero esserlo entrambe e, scusatemi, ma con tutto quel che mi è toccato sentire e vedere attorno al Papa da quando seguo questo blog, mi fa un pò sorridere l'intoccabilità del cardinale. Se non sbaglio, sono soprattutto i suoi sostenitori coloro che si lamentano della distanza del Papa dai fedeli, anche nella figura di sacerdoti, come don Giorgio. Non si capisce allora perchè altri fedeli che sentono distante l'arcivescovo di Milano non possano a loro volta dirlo. L'unica cosa da auspicare semmai sarebbe il rispetto nell'esternare in antitesi a qualcun'altro, ma sempre.
C'è una differenza fondamentale nelle critiche che vedo fare al S. Padre e quelle al cardinale di Milano.
Le prime sono su temi di fede e dottrina: e mi permetto di dire che su tutto ciò la critica NON è permessa ad un cattolico.
Le seconde sono su temi sociali e politici e anche qui mi permetto di dire che le critiche sono permesse e - talvolta - doverose. O, almeno, in dubiis libertas.
Certo, devono essere fatte con carità ma si possono fare.
Essere a favore dell'uccisione di Eluana e criticare il Papa per la difesa della vita dall'eutanasia è completamente diverso dall'essere contrario ai minareti o ai campi rom, dove invece si può avere - lecitamente - opinioni diverse dal card. Tettamanzi.
O no?
AMDG
Luigi C
trovo troppo facile dire "è libero di esprimere le sue opinioni come qualsiasi cittadino" perchè le sue opinioni hanno autorevolezza e fanno clamore non in quanto signor o dottor Tettamanzi, ma in quanto cardinal Tettamanzi. Se un giorno desse le sue opinioni in materia di "sadomaso", ovvio che sono lecite al signor Tettamanzi, ma non appropriate al Cardinal Tettamanzi. Sono sicuro che vi scioccherebbero, eppure Cristo ha messo in guardia coloro che sioccupano di Dio, di non occuparsi di Cesare, e non di sadomaso. Quindi le opinioni di Tettamanzi sul sadomaso sarebbero più approriate di quelle della politica. Anche all'epoca di Gesù c'erano schiavi, differenze di classe ben più marcate di oggi, eppure Gesù dice agli apostoli di battezzare e convertire. Se il loro esempio sarà valido ci penseranno i battezzati e i convertiti a cambiare la società e a fare politica. Ma se i sacerdoti faranno direttamente e solo politica fanno 3 danni:vengono meno alla loro missione, il popolo non si converte più, e quindi la politica non cambia! guardiamo in Francia, dove i vescovi non si sono risparmiati a fare i progressisti...non soloémorta lachiesamaanche la società francese non é mai stata così razzista, divisa e frammentata
Mi trovo, in parte, d’accordo con questo ultimo commento. Se infatti il Cardinale ha una vasta platea, un numeroso pubblico a cui rivolgersi, grazie al fatto di essere Cardinale, è giusto che in pubblico lo si critichi. Certo è incoerente chi lo attacca perché “fa politica”, e poi ascolta o sostiene i numerosissimi vescovi e sacerdoti che si occupano di politica attivamente ma, diciamo, “dall’altro lato”: che partecipano ai convegni PDL, che esplicitamente danno indicazioni di voto, o semplicemente in prima fila ai cortei di Forza nuova, ecc.. Difficile dire, poi, quanto sia una questione politica o quanto sia piuttosto morale quella cui si riferisce il richiamo all’accoglienza e alla solidarietà. Concordo con Luigic, per altro, dicendo che è facile riscontrare una notevole differenza tra le critiche di Calderoli o gli attacchi grossolani della Padania, e le discussioni sollevate da Bianchi, Kung, Floris D’Arcais e altri filosofi e teologi.
Stefano
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