mercoledì 29 aprile 2009

L’umanità nascosta (???) del Papa teologo (Partipilo)


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Su segnalazione di Mariateresa leggiamo:

LE ANALISI

L’umanità nascosta del papa teologo

di Michele Partipilo

È un papa completamente diverso quello visto ieri nell’Abruzzo del terremoto.
Non più teologo severo, al centro di polemiche e distinguo dottrinali, ma pastore, meglio «padre» - come lo hanno chiamato gli sfollati abruzzesi - che prova a confortare i figli colpiti dall’enorme tragedia.
Nonostante le difficoltà e i pericoli - il papa a un certo punto ha anche rischiato di cadere - questa visita ci voleva. Serviva alle migliaia di persone che vedono il loro futuro avvolto nella più totale incertezza, serviva a Benedetto XVI il cui tratto di umanità - che pure è notevole - era stato messo in ombra da vicende più di tono politico ed etico.
A Onna come davanti alla basilica di Collemaggio l’uomo Ratzinger è finalmente emerso, al di là di ogni timidezza e riservatezza.
Il protocollo vaticano è stato pressoché cancellato: le persone si sono potute avvicinare al Pontefice e baciargli l’anello, ma anche abbracciarlo, posandogli addirittura le mani sulle spalle, proprio come si fa con una persona cara.
E Benedetto XVI non si è tirato indietro. Sentiva di dover dare una testimonianza d’affetto e di disponibilità a quella gente così sfortunata e sentiva di dover fare il pieno della sincera gratitudine che in quelle ore ha ricevuto in cambio e che ha ricoperto dolore, fango e macerie.
Davanti alla Casa dello studente, all’Aquila, forse il momento più toccante, ma anche quello più profondo e profetico. Gli studenti hanno ringraziato il papa per «la tenerezza della Chiesa» che in questi giorni, e ieri in particolare, hanno sentita vicina come non mai.
Già, la tenerezza della Chiesa. Ci voleva forse il terremoto per portare sulle pagine dei giornali, intrise di sangue e violenze quotidiane, un pensiero d’amore che racchiude i valori fondanti del cattolicesimo, ma vestendoli di sentimenti ed emozioni. Deve aver molto colpito il papa quella «tenerezza della Chiesa» sbucata fra pianti e distruzione. Essa è insieme speranza e richiesta d’aiuto, è sentirsi parte di una realtà più vasta come il popolo di Dio, ma anche affidarsi alle proprie forze.
Nelle poche parole dei discorsi ufficiali l’eco della solidarietà e del voler lavorare tutti insieme, da destra a da sinistra, per ridare un tetto e un futuro a migliaia di persone. Il Pontefice è stato chiaro su questo punto: «case e chiese belle e solide». La sintesi di ciò che chiedono gli abruzzesi, ma anche il monito perché la ricostruzione vada esattamente in questo modo e non diversamente, come invece si teme possa accadere.
Non è cosa da tutti giorni - e non era accaduta neppure con Wojtyla - vedere il papa in auto, seduto accanto al conducente, laddove il conducente è Guido Bertolaso, l’uomo che - onore al merito - sta combattendo una straordinaria battaglia per sconfiggere anche l’emergenza terremoto.
Basta guardare le immagini per convicersi dell’atmosfera diversa: il papa con il gomito che sporge dal finestrino e il capo della Protezione civile al volante. Due amici qualunque che si spostano in auto.
Quelli della sicurezza vaticana devono aver visto i sorci verdi ieri davanti ai continui cambiamenti di programma, agli spostamenti che tutti i manuali di security avrebbero sconsigliato. E invece no.
Benedetto XVI è andato avanti deciso, infischiandosene delle regole e degli appelli a rispettare i tempi. C’erano i terremotati da ascoltare. E tutti hanno avuto un sorriso, una carezza, un abbraccio, una benedizione.
Benedetto XVI è voluto andare in Abruzzo per i terremotati e a loro si è dedicato. A quelli che, dando prova di una smisurata dignità, si sono scusati di non poter offrire più di tanto al papa in visita. Invece gli hanno regalato una giornata meravigliosa, forse una delle più intense dei suoi quattro anni di pontificato, in cui è riuscito a mettere insieme la grandezza della Chiesa con il calore dell’uomo. È vero, a volte nella vita servono anche le scosse.

© Copyright Gazzetta del Mezzogiorno, 29 aprile 2009 consultabile online anche qui.

Articolo molto bello, ma che non aggiunge nulla di nuovo a cio' che NOI sapevamo gia': chi conosce Benedetto XVI sa che non e' la prima volta che compie gesti fuori dal protocollo e non e' la prima volta che abbraccia e bacia i fedeli (Assisi, Usa, Francia, Cagliari...ci sono anche le foto che documentano questi eventi!).
Certo! Ieri si e' trattato di un avvenimento unico, doloroso, forse irripetibile, ma Benedetto XVI e' sempre stato cosi'!
Bastava osservare bene...

Comunque fanno piacere questi articoli...li custodiremo gelosamente perche' sono molto rari.
R.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

La cosa bella è che articoli del genere ci sono stati da sempre,fin dall'inizio del pontificato e ogni volta ripetono sempre lo stesso concetto come se si trattasse di una novità assoluta.
Ma si sa, la coerenza forse non è di questo mondo,men che meno per i giornalisti.

Antonio

euge ha detto...

"È vero, a volte nella vita servono anche le scosse. "


Qesto articolo sarà sicuramente da custodire anche se, ripeto che questi sembrano aver vissuto per quattro anni su un altro pianeta!!!!!!!

Vorrei anche ricordare, che sono stati i giornalisti stessi, a creare il " personaggio " o se volete, passatenmi il termine, " la caricatura" prima del teologo freddo, poi dell'inquisitore senza cuore ed infine quella del Papa, che non ama il contatto con la gente perchè è tedesco.
A me sembra che queste siano lacrime di coccodrillo e niente di più. Forse sarò esagerata in questo mio giudizio ma, come ho scritto in un mio post precedente, sembra che l'uomo Benedetto XVI, sia nato nelle menti della carta stampata, solo il 29/04/2009.
Vorrei poi aggiungere, che non servivano le scosse per capire la vera natura di Benedetto XVI. Bastava aprire gli occhi del cuore.
L'espressione che ho riportato, la trovo decisamente di cattivo gusto.

mariateresa ha detto...

Il fatto è che, come nota acutamente Antonio, la memoria, se fa comodo, si azzera. Dipende da quello che il papa dice o fa. La tattica è scoperta in modo imbarazzante.Noi abbiamo in questo blog memoria degli articoli sviolinanti del passato, perchè ci sono anche quelli.
Però, per Papa Benedetto bisogna sempre ricominciare da capo.
Si conta sul fatto che certi lettori ne bevono di ogni. Anche grandi, adulti e vaccinati.
Mi capita, con amici, di dire "ma non ti ricordi di cosa diceva Tizio in quella occasione di papa Benedetto?". No che non si ricorda. Ed è vero. Semplicemente trattiene solo l'ultima opinione e quella propaganda come se fosse il verbo (in questo caso con la minuscola).
E' un modo comodo di procedere. Stai sempre nell'opinione conformista dominante e non ti crei problemi.
Ma questo non avviene solo per il Papa.E' una forma mentale.

Anonimo ha detto...

non credo che sia il primo papa che abbraccia i fedeli....

euge ha detto...

caro anonimo, certo che non lo è!

Ma, è chiaro che per chi ha visto in Benedetto XVI una figura distante , fredda e scostante, peraltro creata dai stessi giornalisti che nulla ha a che vedere con il vero Benedetto XVI, il fatto che egli si sia diciamo così
" abbandonato" a delle testimonianze di affetto alle persone che lo hanno incontrato, è un evento alquanto strano.
Mentre, se questi signori avessero avuto meno pregiudizi e meno odio diciamolo pure verso questa persona, molto probabilmente, i suoi gesti forse sarebbero passati quasi inosservati.
In un certo senso, è come se nel loro meschino e basso tentativo di screditarlo, lo hanno in qualche modo
" aiutato" . La pura cattiveria non è mai segno di intelligenza!

Caterina63 ha detto...

di Michele Partipilo

È un papa completamente diverso quello visto ieri nell’Abruzzo del terremoto.
Non più teologo severo, al centro di polemiche e distinguo dottrinali, ma pastore, meglio «padre» - come lo hanno chiamato gli sfollati abruzzesi - che prova a confortare i figli colpiti dall’enorme tragedia.

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Non sono affatto d'accordo...forse che quando il Papa fa il teologo, il dottore di dottrina, il SOMMO PONTEFICE non è PADRE che agisce per amore dei figli?

Non è necessario descrivere un Papa o questo Papa per presentarlo in veste più o meno gradevole e piacente...
basta legere la Bibbia: c'è un tempo per tutto...
il 28.4.2009 è stato il tempo, il momento, la giornata della VISITA ad un gregge ferito e colpito dalla natura...e non l'esibizione di un Pontefice...