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RICCARDO FONTANA, VESCOVO

"Nessuna sorpresa, Gesù era un guaritore"

GIACOMO GALEAZZI

INVIATO A RIMINI

Monsignor Riccardo Fontana (arcivescovo di Arezzo e segretario della Commissione Cei per la salute e la carità), perché la Chiesa è così prudente nel riconoscere i miracoli?

«Per la Chiesa il miracolo è ciò che è fatto da Dio fuori dell’ordine della natura. La cautela è sempre d'obbligo, ma i miracoli esistono certamente. Il Vangelo è pieno di miracoli d’ogni genere, però la Chiesa fa bene a svolgere una verifica accurata di quei fatti che realmente superano le forze della natura. I segni della potenza d'amore di Cristo sono le guarigioni che compie. La sua predicazione e le guarigioni che opera sono sempre unite. Formano un unico messaggio di speranza e di salvezza per l’uomo».

Monsignore, La soprende sapere che i medici delle Molinette di Torino parlino di guarigione scientificamente inspiegabile? Che nella letteratura scientifica non esistano precedenti di questo genere?

«Assolutamente no. Dobbiamo sempre avere l'umiltà di riconoscere che non tutto può essere razionalmente conosciuto. La mente umana, la scienza non possono pretendere di avere il dominio sull'intero scibile umano».

Quindi i miracoli non sono fatti legati alla semplice devozione popolare?

«Il Vangelo riporta una lunga serie di guarigioni miracolose compiute da Gesù. Papa Benedetto XVI ha recentemente ricordato come l'esperienza della guarigione dei malati abbia occupato buona parte della missione pubblica di Cristo. Tutto ciò ci invita a riflettere sul senso e sul valore della malattia in ogni situazione in cui l'essere umano possa trovarsi».

© Copyright La Stampa, 26 agosto 2009 consultabile online anche qui.