martedì 8 settembre 2009

Il pomeriggio trascorso nei luoghi di san Bonaventura: Una popolazione che vive di storia (Osservatore Romano)


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Il pomeriggio trascorso nei luoghi di san Bonaventura

Una popolazione che vive di storia

dal nostro inviato Mario Ponzi

Una fede amica dell'intelligenza per restituire ali alla speranza.
È il messaggio che Benedetto XVI ha lasciato ai fedeli di Bagnoregio, al termine di una giornata vissuta tra le genti dell'Alto Lazio, per trovare un nuovo slancio verso il futuro.
Il Papa ne ha parlato nella terra natale di san Bonaventura. A una comunità che si specchia in quello scrigno di storia, di arte, di cultura e di tradizioni, rappresentato da quel ciuffo di abitazioni sulla rocca che domina un territorio in cui il tempo sembra quasi essersi fermato. Civita di Bagnoregio, patrimonio dell'umanità, esempio di una meraviglia unica nel suo genere, oggi è nota come "la città che muore".
Si sta lentamente, ma inesorabilmente, sgretolando lo sperone tufaceo che poggia sul sottostante terreno argilloso; dunque un terreno, instabile e per sua natura esposto all'azione erosiva degli agenti atmosferici che lo modellano nelle tipiche forme dei calanchi.
Gli abitanti si sono via via trasferiti nel più recente insediamento di Bagnoregio, dove hanno portato con sé tutte le loro più care memorie.
Quasi superfluo soffermarsi sull'entusiasmo con il quale i cittadini di questo antico borgo medioevale hanno accolto il Papa. Un evento eccezionale e vissuto con comprensibile soddisfazione. Nonostante, infatti, i suoi illustri trascorsi di territorio dello Stato pontificio, Bagnoregio come ha ricordato il sindaco Bigiotti salutando il Papa, fu solo sfiorata da Papa Pio ix durante una visita nelle province settentrionali dello Stato
Festa grande dunque per la visita di Benedetto XVI. Emozionante il passaggio del corteo papale attraverso i vicoli stretti del paese, tra centinaia di bandiere con i colori vaticani, appese ai balconi e alle finestre di tutti i palazzi affacciati sul percorso. Numerosi anche i manifesti affissi un po' dovunque per dare il benvenuto al Papa. Alcuni addirittura erano scritti in latino.
Dopo una breve sosta in cattedrale, per venerare la reliquia del braccio di san Bonaventura e ammirare la Bibbia detta di san Bonaventura, un manoscritto risalente alla metà del Duecento, il Papa è giunto in piazza Sant'Agostino dove, davanti alla grande statua marmorea di san Bonaventura, era stato allestito il palco per l'incontro con la popolazione. Una "comunità viva - come l'ha descritta il sindaco salutando il Papa - che sa di essere immersa in una corrente di vita che viene da tempi remoti, portando con sé caratteri propri di storia, di cultura, di operosità, di qualità spirituali, morali e civili che la distinguono" e ne disegnano l'identità mite "come i calanchi che la stringono a oriente e cedono al trascorrere del tempo mostrando tutto intero il loro arrendevole lacerato chiarore", ma allo stesso tempo tenace "come il basalto che porta in sé la durezza di quanti come noi, sentono da secoli la sua rasserenante solidità". "Cosa sarà - si è chiesto il sindaco - Bagnoregio domani?" e qui è tornato a riecheggiare l'insegnamento del patrono: "Se la vita è un itinerario vuol dire che è necessario sollecitare i nostri passi verso un domani da costruire oggi".
E Benedetto XVI prima di lasciarli si è inserito proprio su questo cammino verso il futuro. "In verità - ha detto - tutti ci interroghiamo circa l'avvenire nostro e del mondo e questo interrogativo ha molto a che vedere con la speranza". Ma quello che serve è una speranza che sia necessariamente "affidabile", capace di dare "la certezza di giungere ad una meta grande" tale da giustificare "la fatica del cammino". Dunque, come aveva scritto nella Spe salvi, ha ripetuto che "solo questa grande speranza-certezza ci assicura che, nonostante i fallimenti della vita personale e le contraddizioni della storia nel suo insieme, ci custodisce sempre il potere indistruttibile della speranza". L'esemplarità di san Bonaventura deve servire proprio per aiutarci oggi a "dispiegare le ali della speranza" e a essere come lui "incessanti cercatori di Dio, cantori delle bellezze del creato e testimoni di quell'amore e di quella bellezza "che tutto muove"". Un saluto alle autorità, un abbraccio ad alcuni malati e poi in macchina verso l'improvvisato eliporto.
Da qui il Papa è rientrato direttamente a Castel Gandolfo.

(©L'Osservatore Romano - 7-8 settembre 2009)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao...notizia su prossima udienza del Santo Padre....li.pa.

Da “Lo schermo” di Lucca

IL PRESIDENTE DI PANAMA VERRÀ RICEVUTO DAL PAPA
Attualità : Cronaca
del 08/09/2009 di La redazione
ROMA - Venerdì prossimo (11 settembre) il Papa riceverà il presidente di Panama, Ricardo Martinelli Berrocal . L'udienza si terrà nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo alle 11. Nell'agenda del Capo di Stato, arrivato oggi (8 settembre) in Italia, c'è anche una visita alla città di origine dei suoi padri, Lucca.
Si tratta del primo incontro tra Benedetto XVI e Martinelli, che ricopre l'incarico dallo scorso 1 luglio. Il presidente è in Italia da oggi e fino al 15 settembre per sottoscrivere accordi economici con la presidenza del Consiglio.
Martinelli visiterà anche di Lucca, città d'origine dei suoi padri, dove riceverà le chiavi della città. Il presidente inaugurerà anche la mostra "Imagenes de mi tierra" in cui espongono artisti panamensi.