venerdì 4 settembre 2009

Le regole e i valori (Casavola)


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Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

Le regole e i valori

di FRANCESCO PAOLO CASAVOLA

LE DIMISSIONI irrevocabili del direttore de l’Avvenire segnano il punto di massima gravità raggiunto nella crisi attuale delal vita civile nel nostro Paese. Una delle regole inviolabili della contrapposizione di opinioni e di comportamenti in una società civilizzata è che non si deve odiare e far odiare il proprio avversario fino a farne desiderare la scomparsa dalla scena pubblica. Comunità arcaiche conoscevano la prova delle ragioni dell’uno o dell’altro attraverso lo scontro fisico, e il duello sopravvissuto in Europa fio agli inizi del secolo scorso ne è stata, benché vietata, una pratica tragicamente residua. Ma oggi la convivenza mediatizzata ha inventato un’altra sagoma da bersaglio. Non la vita del corpo, ma quella della persona. Si mira a quel cuore della vita privata che si disloca tra le relazioni dello spazio domestico e la coscienza personale, luoghi che, ormai da secoli, una più avanzata civiltà etica e giuridica sanziona come inaccessibili al potere pubblico e alla dissacrante curiosità sociale. Il diritto ad essere lasciati soli, nella formulazione americana ottocentesca, meritava di essere rievocato a fondamento dei diritti umani, megli che nella controversa nozione odierna delal privacy.
E tuttavia siamo al di fuori anche di questo quadro, descrivibile con qualche razionalità. Siamo, nel caso di Boffo, com’egli ha scritto, ad una guerra di parole contro di lui, la sua famiglia, le sue redazioni, e, aggiungiamo, il mondo cattolico, il Vaticano che avrebbe i propri servizi segreti al servizio di interne contese, e tutto per rappresaglia ad uno scontro politico, sottratto a sedi istituzionali e demandato alla irresponsabilità. E magari i media disponessero della egalità des armes.
Anzi, nella disparità delle forze, si tende a limitare la libertà di stampa, prima ancora che con interventi autoritativi, intimidendo e minacciando le persone singole, costringendole al silenzio, a sgombrare il campo. Così i confini tra pubblico e privato si aboliscono, i limiti tra interessi della politica e principi della morale sono abbattuti, si stimano i valori della religione alla pari dei propri istinti egoistici, e tutto si schiaccia in un campo di battaglia, in cui vince chi ha più forza ed astuzia isieme.
Secondo una tale logica barbarica, l’uscita di scena del direttore de L’Avvenire vale la sconfitta sua e della sua parte. Occorre reagire a questa rappresentazione richiamando l’intangibilità della coscienza personale, che non va privata della libertà di manifestare le proprie convinzioni con la ritorsione di accuse false e infamanti, che si riverberano su altre persone del tutto estranee alla esca della contesa.
Così un cittadino libero è costretto al silenzio, alla collusione, per non danneggiare se stesso, il proprio lavoro, i familiari, coloro che hanno avuto relazione con lui.
Una condizione simile di impaurimento è peggio che entrare formalmente in un regime di abrogazione delle libertà costituzionali.
Lasciamo ad altri il ruolo di Cassandra quanto al futuro politico della democrazia italiana. Noi fidiamo nelel risorse morali della stragrande maggioranza delle famiglia e dei giovani che fa la realtà, vera non virtuale, del popolo italiano. Il caso Boffo potrà essere ricordato come l’avvio di una mobilitazione delle coscienze, che saprà trovare i modi umani e civili da dare a ciascuno il suo.

© Copyright Il Messaggero, 4 settembre 2009 consultabile online anche qui.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Secondo l'Ansa, fra i candidati direttori c'è il ciellino Fontolan. Saluti, Eufemia

Anonimo ha detto...

Ma guardate che Boffo si e' inserito lui stesso in una lotta priva di senso per speculare politicamente sulla crisi morale di Berlusconi senza averne i titoli. Altri direttori pur avendone i titoli non l'hanno fatto. Non ha evitato di volare basso con tutte le conseguenze.
Boffo e' entrato con forza in un rapporto relazionale tra un uomo e una donna a Terni, violando questo spazio sacro di cui parlate in senso univoco. Tale vilazione per giunta non e' nella direzione naturale.... e bisognerebbe ricordarlo.
La ragazza ancora oggi sta' tribulando e' finita sui media, ha dovuto riprendere contatti con i legali ma tutti la ignorano...

due pesi e due misure...

Se Boffo e' sposato ha violato anche il suo spazio sacro famigliare perche' il suo cuore era altrove e non con la sua famiglia. Dovra' dare probabilmete speiegazioni supplementari

Un bell'esame di coscienza si impone, invece. Noi cattolici tendiamo a fare sempre prediche fuori casa. Tanto abbiamo la Verita' in tasca che ci fa' privilegiati rispetto agli altri.... E' assolutamente poco credibile e direi infantile.

Bisogna crescere un po'.

Anonimo ha detto...

In piu' direi che non viviamo in una teocrazia, e che gli Uffici del casellario giudiziario, sono di accesso pubblico esistono per tutelare il cittadino.

Se vi e' stato qualcosa di mafioso come qualcuno ha detto e' il fatto che da mesi copia del certificato girava e tutti come degli struzzi tacevano. Per pura e semplice partigianeria, sei dei nostri dunque...... non ci importa nulla di quello che hai fatto. Anzi vai avanti, fin che poi ha sbattutto la testa.

MA TUTTO QUESTO E' INSANO da un punto di vista religioso e non solo.

Ovviamente della mafia vera che strangola meta' paese a ridosso dei 150 anni di unita', quanti vescovi ne parlano con costanza e fermezza di condanna??

raffaele ha detto...

Condivido l'analisi di Casavola. Credo che sia molto pericoloso (e vada denunciato) l'attacco del premier alla libertà di stampa.
E spero proprio che a guidare "Avvenire" non venga chiamato Fontolan (autore, con Socci, di un violento libello diffamatorio cotro Lazzati negli anni '80)o un altro ciellino: non ho nulla di personale contro i ciellini, ma sono troppo legati all'attuale maggioranza. E invece la Chiesa deve mantenere una distanza critica nei confronti di qualsiasi potere.

Antonio ha detto...

Concordo col Prof. Casavola ma sottolineo che l'imbarbarimento della vita politica italiana è iniziato prima che Berlusconi entrasse in politica.
Ricorda la vicenda Mani Pulite?
La sentenza era stata già pubblicata.
Si, ci sono regole e valori non rispettati e ognuno ne renderà conto a Dio!
Anche i vescovi che l'hanno coperto.
Bella rettitudine morale...

Anonimo ha detto...

Bravo!
"Una delle regole inviolabili della contrapposizione di opinioni e di comportamenti in una società civilizzata è che non si deve odiare e far odiare il proprio avversario fino a farne desiderare la scomparsa dalla scena pubblica. Comunità arcaiche conoscevano la prova delle ragioni dell’uno o dell’altro attraverso lo scontro fisico, e il duello sopravvissuto in Europa fio agli inizi del secolo scorso ne è stata, benché vietata, una pratica tragicamente residua. Ma oggi la convivenza mediatizzata ha inventato un’altra sagoma da bersaglio. Non la vita del corpo, ma quella della persona. Si mira a quel cuore della vita privata che si disloca tra le relazioni dello spazio domestico e la coscienza personale, luoghi che, ormai da secoli, una più avanzata civiltà etica e giuridica sanziona come inaccessibili al potere pubblico e alla dissacrante curiosità sociale. Il diritto ad essere lasciati soli, nella formulazione americana ottocentesca, meritava di essere rievocato a fondamento dei diritti umani, meglio che nella controversa nozione odierna delal privacy.".
Questa è civiltà!
Ma deve valere per TUTTI, chiunque essi siano...
Roberto