sabato 11 aprile 2009

Il Papa: impegno e solidarietà contro prove così dolorose (Bobbio)


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Il Papa: impegno e solidarietà contro prove così dolorose

Il messagggio ai funerali: lo Stato sta già amorevolmente operando
Bertone: qui c'è l'Italia intera, segnata dal valore della fraternità


Alberto Bobbio

L'Aquila
Il segretario personale di Benedetto XVI sale all'ambone, all'inizio del rito funebre. Con voce forte, appena increspata dall'accento tedesco, monsignor Georg Gaenswein, paramenti viola del lutto, lentamente per non farsi sopraffare dall'emozione, legge il messaggio di Joseph Ratzinger, il quale annuncia che la Santa Sede parteciperà all'opera della ricostruzione, farà «la sua parte unitamente alle parrocchie, agli istituti religiosi e alla aggregazioni laicali».
Scrive il Papa, esortando a «sperare senza cedere allo sconforto»: «Questo è il momento dell'impegno, in sintonia con gli organi dello Stato, che già stanno amorevolmente operando». Il Pontefice è convinto, infatti, che «solo la solidarietà può consentire di superare prove così dolorose».
Ratzinger ha concesso una dispensa particolare per poter celebrare i funerali il Venerdì Santo, giorno del lutto del Signore, giorno dei tabernacoli coperti con la stola viola.
La Messa di suffragio per le vittime del sisma d'Abruzzo è stata l'unica celebrata ieri in tutto il mondo. Il Papa ha inviato il Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, a presiedere la liturgia concelebrata con l'arcivescovo della città, monsignor Giuseppe Molinari, con il suo segretario particolare, con monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale italiana e tutti i parroci delle zone colpite. Benedetto XVI ha regalato alla diocesi anche il calice usato per la celebrazione. La mobilitazione della Santa Sede per le vittime del terremoto è stata immediata.
Il Papa nel suo messaggio ha rivelato di aver seguito «gli sviluppi del devastante movimento tellurico dalla prima scossa, che si è avvertita anche in Vaticano». E dal Vaticano è partita nelle prime ore anche una squadra dei vigili del fuoco pontifici per collaborare alle ricerche dei sopravvissuti. Poi ha chiesto un'azione «sempre più incisiva sia dello Stato che delle istituzioni ecclesiali, come anche dei privati». Ha indicato, insomma, il metodo della ricostruzione, nel suo messaggio, in attesa di recarsi personalmente all'Aquila, probabilmente verso la fine della prossima settimana. Martedì sarà a L'Aquila il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco.
Bertone e il segretario del Papa sono arrivati ieri mattina presto nella zona colpita dal terremoto. Hanno gettato uno sguardo alla basilica di Collemaggio, dove si trova la tomba di Celestino V, e dove il terremoto ha distrutto completamente l'abside e aperto il tetto per quasi un terzo della sua lunghezza. Poi hanno visitato la tendopoli allestita nel prato davanti alla basilica. Gli inviati del Papa sono entrati anche nell'ospedale da campo della Protezione civile della Regione Marche, accompagnati da monsignor Claudio Giuliodori, arcivescovo di Macerata e presidente della Commissione per le comunicazioni sociali della Cei. L'ospedale è un presidio di prima accoglienza sanitaria, dotato anche di una sala operatoria, vista l'inagibilità dell'ospedale «San Salvatore» dell'Aquila. Poi sono arrivati nel grande piazzale della Scuola ufficiali della Guardia di Finanza «Maresciallo Massimo Giudice» a Coppito, da dove si coordina tutta l'immensa macchina dei soccorsi. Le bare erano allineate su quattro file.
Bertone si è avvicinato e le ha benedette una prima volta. È stato un rito severo, composto, dolore misurato di gente di montagna. Erano presenti tutte le massime autorità dello Stato, dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano, che così è tornato due volte in due giorni nei luoghi del sisma, i presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani, e Silvio Berlusconi, che ha partecipato alle esequie in piedi in mezzo ai parenti delle vittime, lasciando vuota la sedia che il cerimoniale aveva predisposto accanto a quella del ministro dell'Interno Roberto Maroni. C'erano anche il leader del Partito democratico, Franceschini, il capo della Polizia Manganelli, autorità militari e anche il presidente delle Federazione nazionale della stampa Franco Siddi, per stare vicino a Giustino Parissi, il capo delle redazione del quotidiano dell'Aquila che a Onna ha perso due figli e il padre.
Bertone nell'omelia ha parlato della speranza di ripartire e di ricostruire, collocandola in un contesto biblico e spirituale: «Sento nascere la speranza nel cuore perché si avverte già nell'aria che sotto le macerie c'è la voglia di ripartire, di ricostruire, di tornare a sognare». Ha citato il passo dove Isaia scrive: «Ricostruiranno le vecchie rovine, gli antichi ruderi, restaureranno le città desolate, devastate da più generazioni», invocazione biblica per sostenere la popolazione a ridare vita «a questi luoghi con più coraggio, con la forza e la dignità d'animo che vi contraddistingue». Ha ricordato tutti coloro che stanno aiutando le vittime del sisma e un pensiero particolare lo ha dedicato a Marco Cavagna, il pompiere-papà di Treviolo, venuto da Bergamo - ha detto - e colpito da un infarto mentre cercava di salvare altre vite. Bertone ha osservato che attorno all'Abruzzo colpito «si raccoglie idealmente l'Italia intera, che ha dimostrato quanto siano saldi i valori della solidarietà e della fraternità che la segnano in profondità». Al termine ha parlato il vescovo dell'Aquila, monsignor Giuseppe Molinari, vescovo senza casa, che vive in tenda come i suoi concittadini: «Ora sentiamo la carezza gelida della morte, ma non sarà così per sempre, se avremo fiducia in Dio e nel suo abbraccio d'amore». E ha preso la parola anche l'iman Nour Dachan, che ha ricordato le sei vittime di religione islamica, con un breve discorso molto applaudito: «Oggi ci troviamo a condividere il dolore di tutti».
Silvio Berlusconi è apparso molto provato alla fine del funerale. E incontrando i giornalisti nel pomeriggio prima di lasciare L'Aquila ha di nuovo ripetuto che il governo non lascerà solo nessuno: «Ho promesso davanti alle bare che il governo assumerà su di sé la responsabilità di portare aiuto a chi è stato colpito da questa tragedia». Poi ha annunciato che molte persone hanno offerto le proprie case per gli sfollati del sisma, aggiungendo che «anch'io farò quello che potrò offrendo delle mie case».

© Copyright Eco di Bergamo, 11 aprile 2009

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