venerdì 10 aprile 2009

Il Papa, scalzo a San Pietro, adora la Croce ed ascolta una invettiva sul profitto (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

PAPA: SCALZO A S.PIETRO, ADORA CROCE E ASCOLTA INVETTIVA SU PROFITTO

di Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 10 apr.

Benedetto XVI ha percorso senza scarpe questa sera la distanza che separava la sua sede dal presibiterio della Basilica di San Pietro, dove si e' poi inginocchiato per adorare la Croce.
Una immagine che ha colpito i fotografi: i calzini che si vedevano sotto le vesti liturgiche (il Papa indossava un'antica pianeta rossa sul camice bianco) mentre avanzava su un tappeto, come nel novembre 2006 alla Moschea di Istanbul.
In precedenza aveva ascoltato in ginocchio la lettura del brano conclusivo del "Passio". Accanto a lui, come diaconi, i cardinali Giovanni Lajolo, presiente del Governatorato, e Stanislao Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per il Laici.
L'omelia e' stata pronunciata dal predicatore della casa Pontificia che ha affrontato il tema del terremoto e quello della crisi economica sottolineando il rapporto tra peccato e sofferenza. "Cosa ha indotto a mettere sabbia al posto del cemento?", si e' domandato padre Raniero Cantalamessa, accusando in pratica di irresponsabilita' una generazione intera di costruttori che in anni non lontani hanno edificato case e edifici pubblici ora distrutti dal sisma.
"San Paolo - ha ricordato - prende sul serio il peccato, non lo banalizza. Il peccato e', per lui, la causa principale dell'infelicita' degli uomini e rinchiude la creatura umana nella 'menzogna' e nella 'ingiustizia', condanna lo stesso cosmo materiale alla 'vanita'' e alla 'corruzione' ed e' la causa ultima anche dei mali sociali che affliggono l'umanita'".
Dal peccato deriva la crisi economica, anche se non si vuole ammetterlo: "tante famiglie sono "ridotte al lastrico e masse di operai rimangono senza lavoro, per la sete insaziabile di profitto da parte di alcuni?".
Di fatto, ha denunciato Cantalamessa, "l'elite finanziaria ed economica mondiale era diventata una locomotiva impazzita che avanzava a corsa sfrenata, senza darsi pensiero del resto del treno rimasto fermo a distanza sui binari".
Ma, ha ricordato il religioso cappuccino, mentre possiamo arrivare a capire che "l'uso della droga, l'abuso del sesso, la violenza omicida conducono alla dissoluzione morale, e spesso anche fisica", grande parte della sofferenza alla quale assistiamo resta "un mistero per tutti".
E lo e' specialmente "la sofferenza degli innocenti", che cioe' "non dipende dal peccato di nessuno, come quella che si e' abbattuta in questa settimana sulla vicina regione dell'Abruzzo con il terremoto". Per padre Raniero, "senza la fede in Dio, pero', la sofferenza diventa immensamente piu' assurda: le si toglie anche l'ultima speranza di riscatto.
L'ateismo e' un lusso che si possono concedere solo i privilegiati della vita, quelli che hanno avuto tutto, compresa la possibilita' di darsi a studi e ricerche", ha affermato.

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