domenica 19 aprile 2009

Vaticano-Belgio, La segreteria di Stato rievoca «la campagna mediatica» scatenata da alcuni Paesi: Gli africani apprezzano la posizione del Pontefice


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MONITO ALL'EUROPA

La segreteria di Stato rievoca «la campagna mediatica» scatenata da alcuni Paesi: «Gli africani apprezzano la posizione del Pontefice»

Tensioni diplomatiche. Bruxelles aveva criticato formalmente il no del Papa all'uso dei preservativi

Aids, il Vaticano contro il Belgio
«Rammarico per l'inconsueto passo» nelle relazioni tra i due Stati


Carlo Marroni

CITTÀ DEL VATICANO

Crisi diplomatica senza precedenti tra il Vaticano e il Belgio, Paese dove regna un sovrano cattolico: l'accusa è addirittura di intimidazione. È lo strascico delle dichiarazioni del Papa in volo per l'Africa su Aids e preservativo, che lo scorso mese scatenarono le reazioni di buona parte dei governi europei (meno quello italiano). Ma ora lo scambio di accuse ha fatto un salto di qualità. Ieri in una nota ufficiale della Segreteria di Stato è stato reso noto che il Vaticano «prende atto con rammarico» della decisione del Belgio di condannare le dichiarazioni del Papa e «deplora che una Assemblea parlamentare abbia creduto opportuno di criticare il Santo Padre, sulla base di un estratto d'intervista troncato e isolato dal contesto, che è stato usato da alcuni gruppi con un chiaro intento intimidatorio, quasi a dissuadere il Papa dall'esprimersi in merito ad alcuni temi, la cui rilevanza morale è ovvia, e di insegnare la dottrina della Chiesa».
Ma la questione ha investito le vie formali della diplomazia: infatti l'ambasciatore del Belgio presso la Santa Sede, dietro istruzioni del ministro degli Esteri - come ha precisato la nota della Segreteria di Stato, guidata dal cardinale Tarcisio Bertone - ha comunicato personalmente il 15 aprile a monsignor Dominique Mamberti, ministro degli Esteri, la risoluzione con cui la Camera belga il 3 aprile ha chiesto al Governo di Bruxelles di «condannare le dichiarazioni inaccettabili del Papa in occasione del suo viaggio in Africa e di protestare ufficialmente presso la Santa Sede». La Segreteria di Stato - prosegue la nota - «prende atto con rammarico di tale passo, inconsueto nelle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e il Regno del Belgio» (il Governo ha deciso di non replicare all'accusa vaticana).
La Santa Sede quindi riprende in mano il dossier-Africa, e precisa: «Come si sa, il Santo Padre, rispondendo a una domanda circa l'efficacia e il carattere realista delle posizioni della Chiesa in materia di lotta all'Aids, ha dichiarato che la soluzione è da ricercare in due direzioni: da una parte nell'umanizzazione della sessualità e, dall'altra, in una autentica amicizia e disponibilità nei confronti delle persone sofferenCti, sottolineando anche l'impegno della Chiesa in ambedue gli ambiti. Senza tale dimensione morale ed educativa la battaglia contro l'Aids non sarà vinta». E quindi lancia l'accusa:«Mentre,in alcuni Paesi d'Europa, si scatenava una campagna mediatica senza precedenti sul valore preponderante, per non dire esclusivo, del profilattico nella lotta contro l'Aids - ribadisce la nota - è confortante constatare che le considerazioni di ordine morale sviluppate dal Santo Padre sono state capite e apprezzate, in particolare dagli africani e dai veri amici dell'Africa».
Insomma, un monito rivolto ai Paesi europei. E l'Osservatore Romano, che pubblica la nota in prima pagina, afferma che «sono state poche le voci che hanno cercato di andare oltre il facile pregiudizio nella polemica sollevata dai mezzi di comunicazione, soprattutto occidentali».

© Copyright Il Sole 24 Ore, 18 aprile 2009

1 commento:

euge ha detto...

Forse era il caso di svegliarsi prima che ne dite??????