sabato 18 aprile 2009

Papa e Aids: la Santa Sede replica alle critiche del Belgio (Cardinale)


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CHIESA

Papa e Aids: la Santa Sede replica alle critiche del Belgio

Gianni Cardinale

La Santa Sede prende atto «con rammarico» e «deplora» la decisione «inconsueta» compiuta dal governo belga, su mandato del Parlamento, di protestare formalmente contro quanto detto dal Papa riguardo all’uso del preservativo per combattere l’Aids.
Lo ha reso noto un comunicato della Segreteria di Stato rilasciato nella tarda mattinata di ieri dalla Sala Stampa vaticana.
«L’ambasciatore del Regno del Belgio – si legge nel comunicato pubblicato con evidenza sull’edizione odierna dell’Osservatore romano – dietro istruzioni del ministro degli Affari esteri, ha fatto parte al segretario per i rapporti con gli Stati della risoluzione con cui la Camera dei rappresentanti del proprio Paese ha chiesto al governo belga di “condannare le dichiarazioni inaccettabili del Papa in occasione del suo viaggio in Africa e di protestare ufficialmente presso la Santa Sede”».
L’incontro tra l’arcivescovo Dominique Mamberti e l’ambasciatore Frank E. de Coninck – si specifica nel testo della Segreteria di Stato – si è svolto mercoledì scorso.
La risoluzione parlamentare in questione era stata adottata il 2 aprile con 95 voti a favore, 18 voti contrari e 7 astensioni (su 150 membri della Camera) ed era stata votata da gran parte dei partiti belgi, eccetto il partito di estrema destra Vlaams Belang e i nazionalisti della Nuova alleanza fiamminga.
Il testo, proposto dalla commissione affari esteri della Camera, era stato tuttavia stemperato su richiesta dei cristiano-democratici fiamminghi del premier Herman Van Rompuy. La formulazione originaria, che definiva «affermazioni pericolose e irresponsabili» quelle pronunciate dal Papa il 17 marzo durante il volo che lo portava in Africa, era stata sostituita da «affermazioni inaccettabili».
Questo pronunciamento del Parlamento belga aveva provocato lo «stupore» del direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi.
Da parte loro i vescovi belgi, esprimendo «rammarico» per la posizione espressa dalla Camera dei deputati, avevano detto di «sperare che con l’avvicinarsi della Pasqua, la polemica emotiva possa smorzarsi».
Ma non è stato così, visto che la protesta formale è arrivata tre giorni fa in Vaticano.
Di qui la risposta, piccata, della Santa Sede.
«La Segretaria di Stato – si legge nel comunicato rilasciato ieri – prende atto con rammarico di tale passo, inconsueto nelle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e il Regno del Belgio.
Deplora che una Assemblea parlamentare abbia creduto opportuno di criticare il Santo Padre, sulla base di un estratto d’intervista troncato e isolato dal contesto, che è stato usato da alcuni gruppi con un chiaro intento intimidatorio, quasi a dissuadere il Papa dall’esprimersi in merito ad alcuni temi, la cui rilevanza morale è ovvia, e di insegnare la dottrina della Chiesa».
La nota vaticana entra quindi nel merito della questione, e spiega: «Come si sa, il Santo Padre, rispondendo ad una domanda circa l’efficacia e il carattere realista delle posizioni della Chiesa in materia di lotta all’Aids, ha dichiarato che la soluzione è da ricercare in due direzioni: da una parte nell’umanizzazione della sessualità e, dall’altra, in una autentica amicizia e disponibilità nei confronti delle persone sofferenti, sottolineando anche l’impegno della Chiesa in ambedue gli ambiti. Senza tale dimensione morale ed educativa la battaglia contro l’Aids non sarà vinta».
Nel comunicato rilasciato ieri si va aldilà della protesta nei confronti dell’inedita iniziativa belga e si ricorda che «mentre, in alcuni Paesi d’Europa», si è scatenata «una campagna mediatica senza precedenti sul valore preponderante, per non dire esclusivo, del profilattico nella lotta contro l’Aids, è confortante constatare che le considerazioni di ordine morale sviluppate dal Santo Padre sono state capite e apprezzate, in particolare dagli africani e dai veri amici dell’Africa, nonché da alcuni membri della comunità scientifica».
A questo proposito la nota della Segretaria di Stato cita una recente dichiarazione della Conferenza episcopale regionale dell’Africa dell’Ovest (Cerao): «Siamo grati per il messaggio di speranza che [il Santo Padre] è venuto ad affidarci in Camerun e in Angola.
È venuto ad incoraggiarci a vivere uniti, riconciliati nella giustizia e la pace, affinché la Chiesa in Africa sia lei stessa una fiamma ardente di speranza per la vita di tutto il continente. E lo ringraziamo per aver riproposto a tutti, con sfumatura, chiarezza e acume, l’insegnamento comune della Chiesa in materia di pastorale dei malati di Aids».
Con buona pace del Parlamento belga.

© Copyright Avvenire, 18 aprile 2009

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