sabato 18 aprile 2009

Dall'8 al 15 maggio il dodicesimo viaggio internazionale di Benedetto XVI. Pellegrino in Terra Santa in dialogo con gli ebrei (Osservatore Romano)


Vedi anche:

PELLEGRINAGGIO DEL SANTO PADRE IN TERRA SANTA (8-15 MAGGIO 2009): LO SPECIALE DEL BLOG

Le università europee e la crisi culturale della modernità: analisi degli interventi di Benedetto XVI (Enrico dal Covolo)

Quarto anniversario del Pontificato di Benedetto XVI: l'editoriale di padre Lombardi (Radio Vaticana)

16 APRILE 1927 - 19 APRILE 2005: DA JOSEPH A BENEDETTO. LO SPECIALE DEL BLOG

Il Messaggio "Urbi et Orbi" di Benedetto XVI su Vatican You Tube sottotitolato in 27 lingue (Radio Vaticana)

Il Papa tra i terremotati in Abruzzo il 28 aprile. Mons. Molinari: evento di grande speranza. Il sindaco dell'Aquila: è la visita di un padre

Ottocento anni dopo i Francescani confermano l'obbedienza a Roma (Izzo)

Sisma, il Papa ai Francescani: dopo Assisi riparate L'Aquila (Izzo)

Mons. Zimowski nuovo presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute. Succede al cardinale Lozano Barragán

Religiosi e religiose dei quattro Ordini francescani in udienza dal Papa a 800 anni dall'approvazione della prima Regola da parte di Innocenzo III

Sisma, il Papa ai Francescani: la rovina delle persone è ben più grave dei danni alle Chiese

Il Papa: il Poverello attira a Cristo uomini e donne di ogni tempo, specialmente i giovani, che preferiscono la radicalità alle mezze misure

Benedetto XVI: "Il piccolo "noi" che aveva iniziato con i suoi primi frati lo concepì fin dall’inizio all’interno del grande "noi" della Chiesa una e universale. E il Papa questo riconobbe e apprezzò" (Discorso alla Famiglia Francescana)

Benedetto XVI: Un atteggiamento polemico verso la Gerarchia avrebbe procurato a Francesco non pochi seguaci, ma scelse la fedeltà al Papa

L'arcivescovo dell'Aquila: la visita del Papa porta conforto e speranza

VISITA DEL SANTO PADRE ALLE ZONE COLPITE DAL TERREMOTO IN ABRUZZO (28 APRILE 2009): LO SPECIALE DEL BLOG

IL PAPA SARA' IN ABRUZZO MARTEDI' 28 APRILE: DICHIARAZIONE DI PADRE LOMBARDI

Papa e Aids: la Santa Sede replica alle critiche del Belgio (Cardinale)

In Francia cominciano i ripensamenti (Avvenire)

Zittire il Papa in nome di una saccenteria ipocrita. Eccessi e polemiche/prime autocritiche (Ognibene)

Aids, Vaticano al Belgio: "Intimidazioni al Papa" (Tornielli)

Il Vaticano al Belgio: «Intimidazione contro il Papa» (Il Tempo)

In Francia nasce il sito "Non toccate il mio Papa"

Ministro dell'Interno francese: della posizione del Papa sull'Aids è stata data una presentazione talvolta eccessivamente semplicistica e affrettata

Il Vaticano bacchetta il Belgio e sceglie un nuovo “ministro” della Salute (Rodari)

Mentre la Camera dei rappresentanti del Belgio attaccava il Papa, il Presidente del Senato, Armand De Decker, deplorava la censura al Santo Padre

Vaticano: il Belgio "condanna" il Papa in base a un estratto di un'intervista

Dura nota della Segreteria di Stato nei confronti del Belgio: il commento video di Gian Guido Vecchi (ottimo!)

Dura replica della Segreteria di Stato alle critiche pretestuose del Belgio contro il Papa: rassegna stampa

Critiche della Camera dei Rappresentanti del Belgio al Santo Padre sui mezzi di lotta all'Aids: comunicato della Segreteria di Stato

Parole del Papa sulla lotta all'aids: il Vaticano alza la voce, l'isolamento si sgretola (Izzo)

Il Papa in Abruzzo: incontro con i volontari e gli sfollati. La celebrazione della Messa potrebbe essere rimandata ad una data successiva (Il Velino)

Sono state poche le voci che hanno cercato di andare oltre il facile pregiudizio nella polemica mediatica contro il Papa circa la lotta all'aids (Osservatore Romano)

La dichiarazione della Conferenza episcopale regionale dell'Africa dell'ovest francofono: Grati al Papa per le sue parole sulla lotta all'aids (traduzione in italiano a cura dell'Osservatore Romano)

Ricordato in un Simposio al Palazzo di Vetro il discorso che Benedetto XVI pronunciò all'Onu il 18 aprile dello scorso anno (Radio Vaticana)

La Fraternità San Pio X espelle un altro prete (Messainlatino)

Mons. Fisichella: la gioia dell'incontro con Gesù al centro del magistero di Benedetto XVI (Radio Vaticana)

UN ALTRO GRANDE REGALO DI MARANATHA.IT: IL CATECHISMO TRIDENTINO

E' in uscita il libro "Fede, ragione, verità e amore - La teologia di Joseph Ratzinger" a cura di Don Umberto Casale (Lindau)

UN GRANDISSIMO REGALO DEGLI AMICI DI MARANATHA.IT: IL CATECHISMO MAGGIORE DI SAN PIO X

Lefebvriani, lettera del Papa ai vescovi: l'editoriale di Gianpaolo Barra (Il Timone)

L’Africa vuol bene al Papa: il "diario giornaliero" del card. Francis Arinze (30Giorni)

Il ministro degli interni francese, signora Michèle Alliot-Marie, esprime il suo sostegno al Papa (Le Figaro)

Cattolici-Ortodossi Russi, nuovo dialogo non politically correct (Bevilacqua)

Don Bux e Don Vitiello: La verità della fede cattolica è data solo dal Magistero del Papa e dei Vescovi uniti realmente a Lui (Fides)

Quell'evento di Pasqua su cui la Chiesa sta o cade (Magister)

IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA DEL SANTO PADRE AI VESCOVI CATTOLICI SULLA REMISSIONE DELLA SCOMUNICA AI QUATTRO VESCOVI "LEFEBVRIANI"

Dall'8 al 15 maggio il dodicesimo viaggio internazionale di Benedetto XVI

Pellegrino in Terra Santa in dialogo con gli ebrei

di Norbert J. Hofmann

Salesiano, segretario della Commissione per i rapporti religiosi con l'Ebraismo

Già i Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II hanno compiuto pellegrinaggi in Terra Santa, visitando i luoghi sacri e pregando. Dall'8 al 15 maggio Papa Benedetto XVI, ricalcando le orme dei suoi predecessori, visiterà la Terra Santa per "pregare in particolare per il dono prezioso dell'unità e della pace sia all'interno della regione sia per la famiglia umana di tutto il mondo" (Discorso alla delegazione del Gran Rabbinato di Israele, in Vaticano, il 12 marzo 2009).
Paolo VI compì il suo viaggio nel 1964, durante lo svolgimento del concilio Vaticano ii, che stilò un documento sul rapporto della Chiesa cattolica con le religioni del mondo. La visita di Giovanni Paolo II nel marzo 2000 si inserisce invece nella cornice dell'anno giubilare della storia bimillenaria del cristianesimo.
Studiando il programma del viaggio di Benedetto XVI, si nota subito che è simile a quello di Giovanni Paolo II. Fin dall'inizio del suo pontificato, Benedetto XVI ha voluto preservare e approfondire l'eredità di Papa Wojtyla, anche in riferimento al dialogo con l'ebraismo, che Benedetto XVI considera soprattutto nella prospettiva della riconciliazione e della collaborazione per la giustizia e per la pace. Benedetto XVI ricalcherà anche le orme di Giovanni Paolo II come pellegrino in Terra Santa, ma imprimerà a questo viaggio un proprio marchio in base alla sua personalità.
Più aspetti caratterizzeranno questo viaggio. La prima motivazione l'ha già espressa il Papa: viaggerà come pellegrino e vorrà pregare nei luoghi santi. Incontrerà la Chiesa cattolica locale per sostenerla nella sua non facile situazione. Inoltre questo viaggio avrà anche una dimensione ecumenica perché le comunità cristiane in Terra Santa sono una minoranza che va scomparendo.
All'orizzonte c'è naturalmente anche la promozione del dialogo interreligioso con gli ebrei e i musulmani. Infine, in questa regione del mondo, con tutti i suoi problemi e la sua imponderabilità, non potrà mancare un appello alla pace e alla convivenza armoniosa di tutte le religioni e le culture.
Per quanto concerne il dialogo con l'ebraismo, nei suoi discorsi con i rappresentanti ebrei Benedetto XVI ha sottolineato il significato autentico della dichiarazione conciliare Nostra aetate (n. 4).
Il 30 ottobre 2008, nel ricevere una delegazione dell'International Jewish Committee on Interreligious Consultations (Ijcic), un'organizzazione centrale ebraica internazionale per il dialogo interreligioso, il Papa ha parlato dell'appello, contenuto nella Dichiarazione, a una rinnovata comprensione teologica del rapporto fra la Chiesa e il popolo ebraico: "Quella Dichiarazione, che ha condannato con fermezza tutte le forme di antisemitismo, è stata sia una pietra miliare significativa nella lunga storia dei rapporti fra cattolici ed ebrei sia un invito a una rinnovata comprensione teologica dei rapporti fra la Chiesa e il popolo ebraico".
Affinché la Nostra aetate (n. 4) potesse realizzarsi sempre più concretamente a livello ecclesiale, nel 1974 la Santa Sede istituì la Commissione per i rapporti religiosi con l'Ebraismo, che si occupa dell'organizzazione e della gestione del dialogo con gli ebrei.
Quarantaquattro anni dopo la promulgazione della Nostra aetate nel 1965, bisogna ricordare anche la storia intensa e interessante di questo documento. Infatti, in questi anni, a livello sia locale sia universale, i vincoli di amicizia e la fiducia reciproca fra ebrei e cattolici sono aumentati ed eventuali crisi nel dialogo potranno essere risolte insieme e in modo costruttivo. Il legame che unisce ebrei e cristiani è da sempre molto forte: possono imparare molto gli uni dagli altri e hanno una solida base di valori comuni.
È soprattutto il caso del dialogo istituzionale fra la Commissione per i rapporti religiosi con l'Ebraismo e il Gran Rabbinato di Israele, cominciato ufficialmente a giugno 2002, ma in realtà avviato da Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita in Israele nel marzo 2000 e sviluppatosi molto bene negli anni scorsi. Complessivamente si sono svolti otto incontri a Gerusalemme e a Roma, nei quali si sono affrontati temi importanti quali, per esempio, la sacralità della vita umana, il significato della famiglia, la rilevanza delle Sacre Scritture per la società e l'educazione dei giovani, il rapporto fra autorità religiose e civili, l'importanza della libertà di religione. Dichiarazioni congiunte hanno evidenziato il fondamento comune delle posizioni ebraiche e cattoliche.
Il 16 gennaio 2004 Giovanni Paolo II ricevette in Vaticano i due rabbini capo d'Israele. Benedetto XVI lo ha fatto il 15 settembre 2005. Infine, il 12 marzo 2009 il Papa ha ricevuto una delegazione del Gran Rabbinato di Gerusalemme insieme a interlocutori cattolici.
Entrambi i Pontefici hanno definito questo dialogo "un segno di grande speranza". Il Gran Rabbinato è in Israele la massima autorità religiosa per l'ebraismo ortodosso, che in tale Paese costituisce una maggioranza schiacciante. Il dialogo con il Gran Rabbinato di Gerusalemme ha portato sicuramente a un miglioramento dei rapporti, a livello mondiale, con gli ebrei ortodossi i quali all'inizio erano un po' esitanti nell'entrare in dialogo.
Durante la sua visita in Israele, Benedetto XVI, incontrando entrambi i rabbini capo, farà sicuramente riferimento a questo positivo e importante dialogo e così intensificherà ulteriormente i buoni rapporti.
Il fatto che Israele e il dialogo ebraico-cattolico che vi si svolge abbiano un significato particolare per gli ebrei di tutto il mondo è naturale in quanto essi considerano questo Paese "terra dei loro antenati", in cui è cominciata la storia salvifica di Dio con il suo popolo eletto.
Tuttavia questa terra non è sacra solo per gli ebrei, ma anche per i cristiani perché l'ebreo Gesù di Nazaret vi è cresciuto in un contesto ebraico, vi ha annunciato il suo messaggio del regno eterno di Dio e vi ha affrontato la morte in croce, alla quale Dio, suo padre, l'ha strappato con la risurrezione.
Dunque, nell'Antico Testamento "la terra" e "il popolo" sono beni che erano già stati promessi ai patriarchi. Popolo e terra hanno anche connotazioni religiose ed entrambi si identificano concretamente con il popolo e con il Paese d'Israele. Di tale popolo fanno parte gli ebrei, siano essi nello Stato israeliano o nella diaspora. La terra viene spesso identificata con lo Stato di Israele. Per tutti gli ebrei è stato dunque importante il riconoscimento ufficiale dello Stato di Israele da parte della Santa Sede.
In quest'ultimo, sin dalla sua fondazione, è presente un delegato apostolico della Santa Sede, anche se il riconoscimento diplomatico formale è avvenuto solo nel dicembre 1993. Nel corso dell'anno successivo vi è stato uno scambio ufficiale di ambasciatori. Ma poiché con l'atto di riconoscimento non si erano risolte tutte le questioni pendenti, fu istituita una commissione che si sarebbe occupata dello status legale della Chiesa cattolica, della questione fiscale e di altri aspetti giuridici.
L'interesse della Santa Sede è stato sempre quello di ottenere un libero accesso ai luoghi santi e la possibilità di svolgere attività pastorali in Terra Santa senza limitazioni o impedimenti. Però le trattative della commissione preposta dalla Santa Sede e dallo Stato d'Israele non sono ancora terminate. Per questo motivo si auspica che la visita di Papa Benedetto XVI in Israele conduca a una loro conclusione positiva.
Il viaggio di Benedetto XVI in Israele promuoverà e approfondirà il dialogo con l'ebraismo. Là, numerose istituzioni si occupano della promozione del dialogo fra cristiani ed ebrei o di quello interreligioso fra le tre religioni monoteistiche, ma la loro opera dipende sempre da grandi gesti e immagini suggestive.
Il secondo Papa in raccoglimento davanti al Muro del pianto o a colloquio con le autorità religiose dell'ebraismo a Gerusalemme dimostrerà all'opinione pubblica israeliana che i rapporti fra la Chiesa cattolica e l'ebraismo sono divenuti migliori e più profondi. Forse, in questo modo si potrà suscitare un po' più di interesse per il cristianesimo nella società israeliana, in cui i cristiani sono una minoranza che va sempre più scomparendo e in cui la maggior parte della popolazione ha spesso scarse conoscenze della realtà cristiana.
Un altro compito dei cattolici in tutto il mondo consiste nel promuovere la conoscenza dell'ebraismo nell'educazione e nell'istruzione. Parimenti, l'ebraismo è invitato, soprattutto in Israele, a trasmettere nozioni sul cristianesimo in ambito pedagogico.
Il dialogo fra cristiani ed ebrei avrà dunque un futuro fecondo, se le prossime generazioni cresceranno nella conoscenza reciproca delle due tradizioni religiose e si organizzeranno incontri comuni, che contribuiranno ad abbattere i pregiudizi e a creare amicizia. In quanto esseri umani deriviamo tutti da quel Dio che ci ha creati a sua immagine e somiglianza (cfr. Genesi 1, 26-27). Egli desidera che, nonostante le nostre differenze e imperfezioni, viviamo insieme in pace e in armonia, indipendentemente dalla tradizione religiosa alla quale apparteniamo.
Ebrei e cristiani possono approfondire la loro amicizia sulla base della comune origine religiosa e, rispettandosi reciprocamente, considerare le loro differenze una fonte di arricchimento.

(©L'Osservatore Romano - 18 aprile 2009)

Nessun commento: