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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo questo splendido commento di Salvatore Izzo (da notare la parte sottolineata in rosso):

PAPA: 800 ANNI DOPO I FRANCESCANI CONFERMANO OBBEDIENZA A ROMA

(AGI) - CdV, 18 apr.

di Salvatore Izzo

"Sicuramente un atteggiamento polemico verso la Gerarchia avrebbe procurato a Francesco non pochi seguaci".
Invece il Poverello di Assisi chiese l'approvazione della sua "regola".
Ed oggi, 800 anni dopo, duemila religiosi di tutte le famiglie francescane (minori, conventuali cappuccini e terziari) hanno rinnovato nelle mani di Benedetto XVI i loro voti e la speciale obbedinza che li lega al Pontefice. Ricevuti nel cortile della residenza di Castelgandolfo a conclusione del Capitolo delle Stuoie che hanno celebrato a Assisi per ricordare l'anniversario della regola dettata da San Francesco ai suoi seguaci, riuniti nella citta' umbra dove dormivano su semplici stuoie in un campo, hanno ricevuto un grazie sincero dal Papa per il loro gesto generoso.
"Con quella regola - ha ricordato Ratzinger - San Francesco si reco' a Roma per chiedere l'approvazione di Innocenzo III che gliela concesse.
Francesco - ha osservato - avrebbe potuto anche non venire dal Papa. E Innocenzo III, da parte sua, avrebbe potuto non approvare il progetto di vita di Francesco". "Anzi - ha aggiunto il Papa teologo - possiamo ben immaginare che, tra i collaboratori di Innocenzo III, qualcuno lo abbia consigliato in tal senso, magari proprio temendo che quel gruppetto di frati assomigliasse ad altre aggregazioni ereticali e pauperiste del tempo.
Invece il Romano Pontefice, ben informato dal Vescovo di Assisi e dal Cardinale Giovanni di San Paolo, seppe discernere l'iniziativa dello Spirito Santo e accolse, benedisse ed incoraggio' la nascente comunita' dei 'frati minori'"
San Francesco stesso, secondo il Papa di oggi, avrebbe avuto piu' successo nel mondo - che evidentemente non e' poi cosi' cambiato - se avesse preceduto nella disobbedienza al Pontefice i tanti disobbedienti della Chiesa di oggi: gia' allora, infatti, "molti gruppi e movimenti religiosi si andavano formando in quell'epoca, e alcuni di essi si contrapponevano alla Chiesa come istituzione, o per lo meno non cercavano la sua approvazione".
Invece il Poverello "penso' subito a mettere il cammino suo e dei suoi compagni nelle mani del vescovo di Roma, il Successore di Pietro. Questo fatto - ha scandito Ratzinger - rivela il suo autentico spirito ecclesiale. Il piccolo 'noi' che aveva iniziato con i suoi primi frati lo concepi' fin dall'inizio all'interno del grande 'noi' della Chiesa una e universale. E il Papa questo riconobbe e apprezzo'".
Il suo "abbraccio" Benedetto XVI ha poi voluto estenderlo "a tutti i padri e frati delle diverse famiglie francescane, alle suore francescane e clarisse, e a tutte le altre congregazioni che si fondano sulla spiritualita' di San Francesco, nonche' terziari e terziarie".
"Nell'ottocentesimo anniversario dell'approvazione della 'protoregola', insieme con voi - ha concluso - ringrazio Dio per ogni bene che l'Ordine ha recato alla vita e allo sviluppo della Chiesa. Vi ringrazio particolarmente per l'impegno missionario nei diversi continenti. Sull'esempio del vostro Fondatore perseverate nell'amore di Cristo povero e portate la gioia evangelica a tutti gli uomini".

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