giovedì 14 maggio 2009

Il Papa a Nazareth: lo Stato sostenga la missione insostituibile della famiglia. Appello a respingere il potere distruttivo dell'odio (Radio Vaticana)


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Il Papa a Nazareth: lo Stato sostenga la missione insostituibile della famiglia. Appello a respingere il potere distruttivo dell'odio

Nello splendido scenario del Monte del Precipizio a Nazareth, che si apre ad anfiteatro sulle colline della Galilea, il Papa ha presieduto stamani la Messa per la conclusione dell’Anno della Famiglia indetto dalla Chiesa cattolica in Terra Santa. Oltre 45 mila i fedeli presenti. Nella sua omelia Benedetto XVI ha ribadito che la famiglia ha una “missione insostituibile nella società” che va sostenuta dallo Stato. Poi, in merito alle passate tensioni tra cristiani e musulmani a Nazareth, ha invitato a respingere "il potere distruttivo dell’odio e del pregiudizio”. Linea al nostro inviato Roberto Piermarini:

Con un entusiasmo travolgente e in un clima di festa e di allegria, 45 mila fedeli hanno accolto in Galilea Benedetto XVI per la Messa sulla Spianata del Monte del Precipizio a Nazareth, la più grande città araba d’Israele e con il maggior numero di cattolici di tutta la Terra Santa. Adagiata tra le colline della Galilea che la circondano e la proteggono, è qui che la Vergine Maria ha ricevuto l’annuncio dell’Angelo, è qui che ha vissuto Gesù nella famiglia di Nazareth. Una celebrazione – alla presenza di 40 vescovi e 250 concelebranti - che ha concluso l’Anno per la famiglia, indetto dalla Chiesa di Terra Santa. Nella sua omelia Benedetto XVI ha esaltato la santità della famiglia cristiana che nel piano di Dio, si basa sulla fedeltà per la vita intera di un uomo e di una donna, consacrata dal patto coniugale ed aperta al dono di Dio di nuove vite. “Il mondo ha bisogno di riappropriarsi di questa verità – ha detto il Papa – per la costruzione della civiltà dell’amore. La famiglia infatti è il primo mattone della costruzione di una società ben ordinata ed accogliente, per questo lo Stato è chiamato a sostenerla nella sua missione educatrice. Così la famiglia fondata sull’amore diventa una ‘Chiesa domestica’, luogo di fede, di preghiera e di preoccupazione amorevole per il bene vero e durevole di ciascuno dei propri membri”. E qui il Papa ha ricordato il ruolo fondamentale delle madri, dei padri e dei figli, innanzitutto guardando a Maria:

“Nazareth reminds us of our need to acknowledge...

Nazareth ci ricorda il dovere di riconoscere e rispettare dignità e missione concesse da Dio alle donne, come pure i loro particolari carismi e talenti: sia come madri di famiglia che come chiamate ad una vocazione religiosa. Le donne hanno un ruolo indispensabile nel creare un ambiente in cui i bambini imparino ad amare e ad apprezzare gli altri, ad essere onesti e rispettosi verso tutti, a praticare la virtù della misericordia e del perdono”.

In Giuseppe, l’uomo giusto che Dio pose a capo della sua casa, Gesù imparò le virtù della pietà virile, della fedeltà alla parola data, dell’integrità e del duro lavoro e potè vedere in lui come l’autorità posta al servizio dell’amore, sia infinitamente più feconda del potere che cerca di dominare.

“How much our world needs the example...

Quanto ha bisogno il nostro mondo dell’esempio, della guida e della calma forza di uomini come Giuseppe!”.

E sull’esempio di Gesù, il Papa ha invitato i giovani non soltanto a mostrare rispetto ai genitori ma anche ad aiutarli a scoprire più pienamente l’amore che dà alla nostra vita il senso completo.

“In the Holy Family of Nazareth....

Nella Sacra Famiglia di Nazareth fu Gesù ad insegnare a Maria e Giuseppe qualcosa della grandezza dell’amore di Dio, suo celeste Padre, la sorgente ultima di ogni amore”.

Nella sua omelia Benedetto XVI ha ricordato anche le tensioni degli anni scorsi a Nazareth, tra cristiani a musulmani, a causa del progetto di costruire una moschea a ridosso della Basilica della Natività ed ha invitato le due comunità ad adoperarsi per edificare ponti e trovare modi per una pacifica coesistenza. “Ognuno – ha detto – respinga il potere distruttivo dell’odio e del pregiudizio, che uccidono l’anima umana prima ancora che il corpo!”. Al termine, il ringraziamento del Papa per gli sforzi della chiesa nelle istituzioni caritative e nelle scuole. “Scuole – ha detto nel suo indirizzo di saluto, il vescovo greco-melkita per la Galilea mons. Elias Chacour, che “sono la prima priorità per la Chiesa perchè sono lo strumento per diffondere il messaggio di Gesù e la riconciliazione. Lottiamo per la loro sopravvivenza – ha detto - facendo grandi sacrifici, ma andiamo avanti”.

Il presule ha parlato anche del doloroso fenomeno dell’esodo all’estero dei cristiani e del dramma degli sfollati di alcuni villaggi della Galilea espropriati da Israele, che chiedono di ritornare nelle proprie case ed ha denunciato le grandi difficoltà e pericoli che minacciano la presenza della Chiesa in Terra Santa. Al termine della Messa il Papa ha benedetto le prime pietre di tre istituzioni: il Centro Internazionale per la Famiglia che sorgerà a Nazareth; la prima Università araba cristiana di Terra Santa che sarà intitolata a Benedetto XVI e il “Parco Memoriale Giovanni Paolo II”, voluto e realizzato dal governo israeliano sul Monte delle Beatitudini, sullo stesso luogo dove nel 2000 il Pontefice celebrò l’Eucarestia.

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