giovedì 14 maggio 2009

Card. Sandri: «La stampa israeliana sbaglia: il Pontefice ha toccato i cuori» (Tornielli). Mia considerazione: il problema non sono i media...


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Leggiamo questa bella e toccante intervista al cardinale Sandri.
Sono d'accordo: la stampa israeliana sbaglia.
Tuttavia il problema non sono i mass media, ma i rabbini e gli intellettuali ebrei che si sono lamentati per cio' che il Papa avrebbe (secondo loro!) dovuto dire. Inoltre sono arrabbiati con il Pontefice che non si e' scusato per le colpe presunte della Chiesa Cattolica e per il fatto di essere tedesco dimenticando il ruolo fondamentale ed imprescindibile di Joseph Ratzinger nella costruzione di un dialogo cristiano-ebraico
.
R.

«La stampa israeliana sbaglia: il Pontefice ha toccato i cuori»

«Il viaggio sta andando molto bene, il Papa è venuto qui come pellegrino, non come un rappresentante politico e ha voluto abbracciare tutti i cristiani, i nostri fratelli ebrei, i nostri fratelli musulmani...».

Il cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, per molti anni al servizio diplomatico della Santa Sede e poi Sostituto della Segreteria di Stato, è uno stretto collaboratore al seguito di Benedetto XVI. Il Giornale gli ha chiesto un bilancio della visita in Terrasanta.

Perché il Papa ha invitato i cristiani a resistere, a non andarsene da qui, nonostante le difficoltà?

«Perché la presenza cristiana è fondamentale per la Terrasanta. I luoghi storici della vita terrena di Gesù hanno bisogno di pietre vive, cioè di persone in carne ed ossa. Certamente oggi la situazione dei cristiani è difficile da vivere. Ma Benedetto XVI supplica le autorità di fare ogni sforzo per creare le condizioni che permettano loro di rimanere. La presenza cristiana contribuisce alla pace e alla convivenza».

Le parole del Papa allo Yad Vashem sono state criticate dalla stampa israeliana che le ha considerate «tiepide» e insufficienti. È così?

«Quello al memoriale della Shoah è stato un momento di grande commozione: ho visto piangere gli ebrei che erano seduti accanto a me, quando è stata letta le lettera ai due figli scritta da un padre che stava per essere trucidato nel lager. Benedetto XVI ha insistito molto sull’importanza della memoria: nel suo intervento ha detto che i nomi di ciascuna delle vittime dell’Olocausto rimarranno vivi. Ho trovato le sue parole tutt’altro che “tiepide”. Erano, al contrario, molto calde, partecipate, e al tempo stesso molto intime e pervase da un profondo rispetto e da una sincera compassione».

C’è chi ha detto che il Papa ha perso un’occasione...

«Non sono affatto d’accordo. Mi ha molto colpito che il Papa abbia iniziato e concluso il suo discorso con la parola “silenzio”. La preghiera silenziosa e la memoria sono l’atteggiamento umanamente più adeguato di fronte all’enormità di quanto è accaduto, di fronte allo straziante ricordo dei sopravvissuti. Non ci sono parole per esprimere il dolore. E bisogna ricordare per far sì che ciò che è avvenuto non possa mai più ripetersi».

La sera dell’arrivo a Gerusalemme, durante l’incontro interreligioso al Notre Dame Center, lo sceicco al-Tamini ha attaccato duramente Israele. Che cosa ne pensa?

«L’intervento dello sceicco non era previsto. Questo suo voler apparire, quelle parole dette con irruenza, hanno rischiato di rovinare l’incontro e hanno messo in imbarazzo il Papa e tutti noi, che non capivamo ciò che stava dicendo in arabo».

Qual è il suo giudizio sui discorsi che il Papa ha fatto nella giornata trascorsa a Betlemme?

«Benedetto XVI ha manifestato la sua vicinanza alle sofferenze del popolo palestinese. E ha ribadito l’auspicio che i popoli israeliano e palestinese abbiano entrambi una loro patria con confini riconosciuti e sicuri. Ha chiesto di porre fine alla spirale degli attentati e delle rappresaglie, ha invitato i giovani a non cedere alla tentazione del terrorismo».
AnTor

© Copyright Il Giornale, 14 maggio 2009 consultabile online anche qui.

7 commenti:

mariateresa ha detto...

cara, oggi ho più tempo a disposizione e sono pronta a farmi una scorpacciata di articoli. Non ho visto Vespa ma la circospezione di Ingrao credo derivi dal fatto che il papa non è andato a Gaza. Lo si capiva anche dal tg3 di ieri sera, non nel servizio di Balducci, ancora una volta buono (mah) ma in quello di un altro inviato. Quella è la linea e Ingrao esegue.
Ma chissenefrega.
Penso che le ragioni ci siano state per non andare a Gaza . Ma che questo fatto gli impedisca di vedere le cose come somo andate è la riprova che l'ottusità a un certo punto diventa un fatto fisico:non ci senti e non ci vedi più.
Politi nello speciale Repubblica ha detto che l'entusiasmo era indescrivibile. Va mò là.

Anonimo ha detto...

Io ho sentito Politi su radio popolare network ieri sera e pareva entusiasta pure lui.
Alessia

Raffaella ha detto...

Va bene...lo ammetto: Politi si sta comportando benissimo :-))
R.

Anonimo ha detto...

Ohibò, Raffa. Politi si comporta bene solo perchè il Papa è in linea con lui e rep in questo caso :-)))))))))))
Alessia

sam ha detto...

Non facciamoci illusioni. Il Papa è buono o cattivo solo in funzione del fatto che appoggi o meno i loro intendimenti.
Adesso Politi & Co. esultano perchè il Papa ha parlato giustamente della causa palestinese che loro appoggiano. Quando parlerà altrettanto giustamente di altre cause che loro non condividono o aborriscono, sul Papa si riverseranno subito le solite critiche pretestuose e contestazioni.
Continuiamo a stare vicini al nostro grande Papa senza farci troppo toccare dai giudizi vani, buoni o cattivi, dei commentatori.

Raffaella ha detto...

Concordo care ragazze...in questa circostanza si sono ribaltati i ruoli giornalistici proprio perche' il Papa ha parlato della causa palestinese.
R.

gemma ha detto...

ancora Politi??Ma non si impara mai da queste parti....:-))))