giovedì 14 maggio 2009
Intervista al ministro che ha portato il Papa nei Territori: "Giorno storico per noi palestinesi" (Galeazzi)
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Eng Ziad Al Bandak, ministro degli enti locali dell'Anp, cristiano di Betlemme e organizzatore della tappa palestinese del viaggio papale in Terra Santa, è "commosso, confuso".
"Svolta storica"
Intervista al ministro che ha portato il Papa nei Territori
GIACOMO GALEAZZI
INVIATO IN TERRA SANTA
"E' un giorno storico per noi palestinesi, il Papa ha fatto capire a tutto il mondo quale tragica ingiustizia sia l'occupazione israeliana. Ha chiesto di abbattere il muro e non l'ha mai chiamato barriera difensiva. Ha chiesto uno stato sovrano palestinese e ha deplorato le sofferenze dei profughi".
Eng Ziad Al Bandak, ministro degli enti locali dell'Anp, cristiano di Betlemme e organizzatore della tappa palestinese del viaggio papale in Terra Santa, è "commosso, confuso". Esulta, abbracciato da decine di persone nel municipio di Betlemme, per un "risultato oltre ogni aspettativa".
E' stato lui nel dicembre 2005 a consegnare in Vaticano a Benedetto XVI, parlando in tedesco, il lasciapassare preparato dagli arabi cristiani di Cisgiordania e la cittadinanza onoraria della città dove è nato Gesù.
E' una svolta?
"Sì. Il Papa ha detto chiaro e tondo che vuole la fine dell'ingiustizia rappresentata dall'occupazione israeliana dei Teritori. Il suo passo epocale è la massima dimostrazione che esiste un consenso ampio sulla creazione di uno stato della Palestina, al quale ormai si oppone solo Israele. Tutti i palestinesi sono grati al Pontefice per la sua esplicita presa di posizione a favore di una nostra nazione indipendente da creare al più presto . Le parole di Benedetto XVI finiranno nei libri di storia"
Qual è il principale passo avanti?
"La richiesta di una sovrana patria palestinese nella terra dei nostri antenati. E' molto significativo che il Papa abbia ascolato le concrete esperienze dei rifugiati e si sia schierato dalla parte delle famiglie palestinesi rimaste senza casa a causa dell'oprazione militare israeliana a Gaza. Inoltre ha invocato una rapida fine dell'embargo contro Gaza. Adesso l''opinione pubblica mondiale non potrà più far finta di niente".
Cosa si attende adesso l'Anp?
"La comunità internazionale è stata chiamata in causa da Benedetto XVI e di ciò stavolta dovrà tenerne conto anche il nuovo governo israeliano, contrario alla nostra indipendenza. Quattro anni fa avevo parlaro al Pontefice del muro eretto dagli israeliani e delle procedure che limitano i movimenti dei palestinesi. Al termine dell'incontro in Vaticano avevo chiesto al Papa di intervenire per difendere la presenza cristiana nei Teritori perché moltissimi cristiani stanno emigrando. E lui mi aveva assicurato che avrebbe fatto del suo meglio anche per visitare presto la nostra terra. È stato di parola e raccolto il grido dell'agonia palestinese affinché il mondo non ci dimentichi nella disperazione".
dal blog di Giacomo Galeazzi
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1 commento:
"....il grido dell'agonia palestinese.....". E' un grido che si sente col cuore, non con le orecchie. E di cuore, purtroppo, a noi pasciuti occidentali ne è rimasto poco. Ci sentiamo rassicurati dall'"occidentalità" degli israeliani, così simili a noi nel loro disprezzo per gli altri, e guardiamo con sospetto agli arabi ed ai palestinesi, così pre-concilari nella loro religiosità, così ottusi da non volersi arrendere al bellissimo mondo moderno che abbiamo attrezzato, così ostinati da non accontentarsi del ruolo di schiavi che gli è stato riservato. Grazie a Dio, abbiamo questo Papa. Che parla chiaro. Ma anche per sentire Lui ci vuole cuore.
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