sabato 16 maggio 2009

Stefania Craxi commenta il viaggio del Papa in Terra Santa (Libero)


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Da "LIBERO - EDIZIONE MILANO" di venerdì 15 maggio 2009

Intervento

La pace si costruisce se si lavora insieme

STEFANIA CRAXI

II lungo viaggio di Papa Benedetto XVl in Terra Santa, pur in un momento in cui affiorano dubbi ed incertezze, testimonia una fortissima volontà di pace.
Il nostro cuore è per la pace.
Seguo con emozione i passi del Pontefice in Medio Oriente, il suo presentarsi come un "pellegrino di pace", il suo evocare una "alleanza di civiltà" tra il mondo occidentale e quello musulmano.
Congedandosi da Re Abdàllah II, il Papa ha voluto incoraggiare tutti i giordani, sia cristiani che musulmani, a «costruire sulle solide fondamenta della tolleranza religiosa che rende capace i membri delle diverse comunità di vivere insieme in pace e mutuo rispetto».
In queste ore il Santo Padre è in Israele.
Angelo Panebianco ha scritto giustamente che la sua presenza vale più di mille riconoscimenti diplomatici: «è un`implicita affermazione del diritto all`esistenza dello Stato di Israele contro coloro che vorrebbero cancellarlo». Negli ultimi mesi tanti pensieri, tante speranze sono andate deluse.
Il conflitto a Gaza non ha lasciato dietro di sé solo vittime civili ma anche una situazione di profonde divisioni all`interno della società israeliana e della popolazione palestinese.
Non sarà facile raggiungere la pace, bisognerà depone ambizioni, limare gli obiettivi, accettare compromessi, ma non vedo altra via per la stabilità, la sicurezza, il progresso di Israele e con esso di tutta la martoriata regione mediorientale.
Credo sinceramente che Israele abbia necessità di risalire la china nella considerazione dell`opinione pubblica internazionale; e credo altresì che ciò possa avvenire rapidamente se il governo Netanyahu saprà riprendere in mano il processo di pace, se saprà rendersi protagonista di un percorso che dovràportare inevitabilmente allacostituzione di un libero ed autonomo Stato palestinese, seguendo la visione dei "due popoli, due Stati".
Il processo di pace va ripreso, con gli sforzi congiunti di israeliani, palestinesi, e della comunità internazionale.
La pace deve dimostrare concretamente la sua capacità di portare serenità, lavoro, benessere. E sinora, pace e crescita economica sono state due strade parallele che si sono inseguite ma mai incrociate.
Non c`è pace dove c`è miseria. La ricostruzione di Gaza, la restituzione di un milione e mezzo di palestinesi a normali condizioni di vita quotidiana è il modo più concreto per contribuire alla riedificazione morale e civile e, indirettamente, ai sentimenti di pace. Noi italiani faremo la nostra parte.
Tenemmo fede agli impegni presi a Parigi nella Conferenza dei Paesi Donatori, porteremo a compimento il programma di aiuti alle municipalità della Cisgiordania, realizzeremo il progetto che un po` enfaticamente abbiamo chiamato "piano Marshall ".
La visita del Santo Padre in Medio Oriente testimonia che si può e si deve lavorare per la pace in ogni situazione. E la mancanza di obiettivi che ci rende smarriti. Quando c`è una meta, un lavoro da compiere, è sempre meglio, anche se il momento consiglia di abbandonare i sogni.

© Copyright Libero, 15 maggio 2009 consultabile online anche qui.

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