sabato 19 settembre 2009

Il Papa incontra Hilarion: «Unità nella sfida dei valori» (Mazza)


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Il Papa incontra Hilarion

«Unità nella sfida dei valori»

DA ROMA

SALVATORE MAZZA

Prima visita a Roma di Hilarion di Volokolamsk, presidente del dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca.
Visita culminata, ieri mattina, nell’incontro a Castel Gandolfo con Benedetto XVI. Nessun comunicato, come sempre avviene in tali occasioni, è stato diffuso al termine del colloquio, avvenuto in forma strettamente privata. Ma per il nuovo «ministro degli esteri» del Patriarcato di Mosca, subentrato in questa carica lo scorso 31 marzo a Kirill di Smolensk, eletto patriarca, è stata probabilmente l’occasione per portare al Pontefice i saluti del capo della Chiesa ortodossa russa e parlare dello stato delle relazioni bilaterali tra Roma e Mosca, che, secondo l’auspicio comune, si spera possano ulteriormente progredire. Anche se, al momento, l’ipotesi di un viaggio del Papa in Russia resta fuori dall’agenda.
Possibile invece che Hilarion abbia accennato al Papa del prossimo incontro, in programma a Istanbul in dicembre, della commissione interortodossa incaricata di preparare l’agenda del Sinodo Panortodosso in programma nel 2010, un evento al quale la Santa Sede guarda con estrema attenzione e che, se si dovesse finalmente realizzare – nel Novecento due tentativi di convocarlo andarono entrambi falliti – sarebbe di enorme importanza anche per il prosieguo del dialogo ecumenico.
L’incontro col Papa è avvenuto nel quadro della visita ufficiale che, su invito del cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani – presente al colloquio di ieri – ha portato, da martedì scorso, per cinque giorni Hilarion a Roma.
In questo periodo il 'ministro degli esteri' del Patriarcato di Mosca ha anche incontrato il cardinale segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, il cardinale Leonardo Sandri, e il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura monsignor Gianfranco Ravasi.
Giovedì sera, sempre nel quadro di questa visita, l’arcivescovo Hilarion è stato nella sede della Comunità di Sant’Egidio, partecipando anche alla preghiera della Comunità alle 20.30 nella basilica di Santa Maria in Trastevere.
«Viviamo in un mondo scristianizzato, in un’epoca che qualcuno erroneamente definisce post-cristiana – ha detto nel saluto rivolto ai presenti al termine della preghiera – e la società contemporanea con il suo consumismo, edonismo, materialismo pratico, relativismo morale lancia a tutti noi cristiani una sfida seria e difficile». E, riaffermata anche a nome del patriarca la «stima» per l’opera di Sant’Egidio, in particolare a favore del dialogo ecumenico, Hilarion ha osservato che «soltanto insieme potremo proporre al mondo i valori spirituali e morali della fede cristiana; insieme potremo offrire la nostra visione cristiana della famiglia, della procreazione, di un amore umano fatto non soltanto di piacere; affermare il nostro concetto di giustizia sociale, di una più equa distribuzione dei beni, di un impegno per la salvaguardia dell’ambiente, per la difesa della vita umana e della sua dignità».
Questi valori morali, ha aggiunto il rappresentate del Patriarcato di Mosca, «sono tradizionali nel senso che sono affermati dai cristiani da venti secoli e hanno formato la nostra cultura e civiltà europea. Essi – ha aggiunto – però sono nello stesso tempo nuovissimi e moderni perché eternamente nuovo, moderno, eternamente giovane è il Vangelo di Gesù».
E dunque «davanti a questa sfida comune che ci lancia il mondo contemporaneo, oggi più che mai noi cristiani dobbiamo essere insieme. È quindi ora di passare dallo scontro e dalla concorrenza alla solidarietà, al rispetto reciproco e alla stima; direi anzi senza esitazione che dobbiamo passare all’amore reciproco.
Dandoci il suo comandamento nuovo di amarci a vicenda, il Signore Gesù Cristo ha detto: 'Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri'. La nostra predicazione cristiana può avere effetto, può essere convincente anche nel nostro mondo contemporaneo se sapremo vivere questo amore reciproco tra noi cristiani».
Ieri l’udienza al neo «ministro degli esteri» del Patriarcato di Mosca che giovedì aveva «visitato» la Comunità di Sant’Egidio: solo insieme potremo proporre al mondo la nostra fede cristiana

© Copyright Avvenire, 19 settembre 2009

Mah...mah...mah...almeno da Avvenire e dall'Osservatore mi aspettavo molto di piu'.
R.

3 commenti:

mariateresa ha detto...

buongiorno cara.
in questo particolare caso credo che l'esperienza abbia insegnato che toni troppo entusiasti indispongono gli ortodossi perchè non tutti sono così impazienti di riconciliarsi.Anche nel mondo cattolico ci sono da parte di alcuni atteggiamenti tiepidi.
Penso che ci sia prudenza per evitare che qualcuno intervenga buttando una secchiata di ghiaccioli sulle prospettive.Evidentemente la questione è stradelicata.Per non parlare della sinistra ecclesiale (sic) che vede questa faccenda come un topo morto davanti alla porta.

Raffaella ha detto...

Penso che tu abbia ragione, carissima!
Si poteva fare un cenno alle lodi al Papa politamente scorretto, ma capisco che questo metterebbe in moto meccanismi che non si vogliono oleare :-))
R.

euge ha detto...

Avete fatto entrambe un quadro perfetto della situazione :-))