venerdì 4 settembre 2009
Ricostruzioni politiche: Nella frattura fra Bertone e Bagnasco spunta il piano per il "Nuovo Centro" (Giannini)
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IL "CASO" DINO BOFFO: RASSEGNA STAMPA
La solidarietà tardiva della segreteria di Stato al direttore dell'Avvenire Boffo e un progetto politico con Casini e Montezemolo
Nella frattura fra Bertone e Bagnasco spunta il piano per il "Nuovo Centro"
di MASSIMO GIANNINI
"E ADESSO niente sarà più come prima...". Non è un anatema. Piuttosto è una presa d'atto, dura ma netta, quella che si raccoglie Oltre Tevere in queste ore difficili e amare. Se è vero che Dino Boffo è "l'ultima vittima di Berlusconi", come scrive persino il New York Times, è chiaro che questa vicenda apre una doppia, profonda ferita. Sul corpo della Chiesa, già attraversato da divisioni latenti. E nel rapporto tra Santa Sede e governo, già destabilizzato da incomprensioni crescenti.
Per la Chiesa, il doloroso sacrificio di Boffo nasconde la frattura che si è aperta tra Segreteria di Stato e Conferenza Episcopale. Per rendersene conto basta ricostruire le tappe che hanno portato alla drammatica uscita di scena del direttore di Avvenire. Venerdì scorso si consuma il primo atto, con l'operazione di killeraggio del Giornale e il conseguente annullamento della Cena della Perdonanza tra Bertone e Berlusconi. Un colpo a freddo, che nelle alte gerarchie nessuno si aspettava, ma che innesca reazioni differenti. Nel fine settimana Boffo comincia a meditare sull'ipotesi delle dimissioni. L'idea prende materialmente corpo lunedì mattina, quando sul Corriere della Sera esce un'intervista al direttore dell'Osservatore Romano. Una sortita altrettanto inaspettata, quella di Gian Maria Vian, che giudica "imprudente ed esagerato" un certo modo di fare giornalismo dell'Avvenire e conclude con un sibillino "noi non ci occupiamo di polemiche politiche contingenti".
Per l'intera mattinata Boffo aspetta una correzione di tiro della Segreteria di Stato. Ma non arriva nulla. Oltre Tevere si racconta di una telefonata di Bagnasco: "Scusate, ma quell'intervista è cosa vostra?", avrebbe chiesto a Bertone. "Non lo è - sarebbe stata la risposta - e ci siamo anche lamentati con Vian, che ha impropriamente parlato in prima persona plurale".
Ma questo è tutto. Dalla Segreteria di Stato non esce nulla di pubblico. Così, lunedì pomeriggio Boffo va personalmente da Bagnasco, e gli consegna la sua lettera di dimissioni. Mentre il direttore parla con il cardinale, arriva la telefonata di Ratzinger, che chiede: "Il dottor Boffo come sta? Mi raccomando, deve andare avanti...". Il presidente della Cei riferisce a Boffo, che di fronte al Papa non può certo tirarsi indietro.
Martedì mattina lo scenario in parte cambia. Repubblica dà la notizia: solidarietà del Pontefice a Boffo. Solo a quel punto, molte ore dopo, il direttore della Sala Stampa Vaticana padre Lombardi annuncia che Bertone ha effettivamente telefonato al direttore di Avvenire, per offrirgli il suo sostegno. Ma sono passati ben cinque giorni dal siluro di Feltri, prima che la Segreteria di Stato muovesse un passo ufficiale. Intanto Boffo è rimasto sulla graticola. E nel frattempo persino monsignor Fisichella, nel silenzio della Curia, contesta apertamente il quotidiano per le critiche al governo sull'immigrazione.
Mercoledì Feltri torna all'attacco, e sostiene che la "nota informativa" che getta fango sulla vita privata di Boffo è una velina uscita dal Vaticano. Padre Lombardi smentisce. E aggiunge l'ultima novità: papa Ratzinger ha chiamato il cardinal Bagnasco, per avere notizie "sulla situazione in atto". Ma dalla Segreteria di Stato ancora silenzio. Così si arriva al colpo di scena di ieri: dopo una settimana di fuoco incrociato, il direttore di Avvenire getta la spugna e se ne va.
Ma perché all'offensiva volgare e violenta del Giornale la Santa Sede ha fatto scudo in modo così discontinuo e frammentato? "Qui - secondo la ricostruzione che si raccoglie negli ambienti della Cei - si apre la frattura con l'episcopato". Il cardinal Bertone, due anni fa, aveva lanciato la candidatura di Bagnasco alla Conferenza episcopale con una convinzione, che la realtà dei fatti ha presto svilito in pia illusione: trasformare la conferenza dei vescovi in una "cinghia di trasmissione" della Santa Sede, dopo la stagione troppo lunga dell'autoreferenzialità ruiniana. Il tentativo è fallito, ben prima che scoppiasse il caso Avvenire e che scattasse l'imboscata mediatica ordita dal Cavaliere e dai suoi giornali ai danni del direttore.
"Lo stesso Bertone lo ha riconosciuto - raccontano Oltre Tevere - quando qualche settimana fa si è lasciato scappare che la nomina di Bagnasco è stato il suo errore più grave. E certe cose, in questi palazzi, si vengono a sapere molto presto...". Secondo questa stessa ricostruzione, il caso Boffo precipita proprio in questa faglia, che divide Bertone da Bagnasco. E in questa faglia si inserisce anche l'ultima, clamorosa indiscrezione di queste ore: cioè quello che Oltre Tevere qualcuno definisce "il Piano Esterno". Contrariamente a quello che si pensa - raccontano - "il Segretario di Stato non vuole una Cei schierata con Berlusconi, che considera ormai già fuori dai giochi. Il vero progetto che sta a cuore alla Santa Sede riguarda la nuova aggregazione di centro, che ora avrebbe Pierferdinando Casini come perno politico, e che in futuro vedrebbe Luca di Montezemolo come punto di riferimento finale".
A questo "Piano Esterno" si starebbe lavorando da tempo, tra Segreteria di Stato e una piccola, ristretta cerchia di intellettuali esterni, laici e cattolici, che orbitano intorno al Vaticano e allo stesso direttore dell'Osservatore Vian. Vera o falsa che sia, questa ipotesi spiega molto di quello che è accaduto e può ancora accadere. Bertone - sostengono ambienti vicini alla Cei - potrebbe aver gestito il caso Boffo proprio in questa logica: usare l'aggressione al direttore di Avvenire prima per rimettere in riga l'episcopato, e poi per assestare il colpo finale contro il presidente del Consiglio, aprendo le porte del paradiso alla Cosa Bianca di Casini e Montezemolo. Di qui, fino a ieri, la difesa intermittente e quasi forzata a Boffo. Di qui, da domani in poi, la rottura definitiva e irrimediabile con Berlusconi. "Niente sarà più come prima", appunto. Vale per la Chiesa di Roma, ma vale anche per il Cavaliere di Arcore.
© Copyright Repubblica, 4 settembre 2009 consultabile online anche qui.
Leggo e rimango basita:
Mentre il direttore parla con il cardinale, arriva la telefonata di Ratzinger, che chiede: "Il dottor Boffo come sta? Mi raccomando, deve andare avanti..."
Ma per favore! Sono convinta della domanda circa la salute di Boffo, ma si eviti di mettere fra virgolette cio' che il Papa avrebbe detto dopo il punto interrogativo.
Si riferiscano i FATTI non le ricostruzioni sulla base della parola di non si sa chi...
Repubblica parla della Chiesa in termini politici, forse e' ora di fare un passo avanti.
Nello stesso tempo e' ora che vescovi e cardinali si smarchino completamente dalla politica e dai politici ed inizino a parlare alla coscienza dei fedeli.
In altre parole: comincino a prendere esempio dal Santo Padre.
R.
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11 commenti:
trovo le tesi dell'articolo cretine.
Che viaggi ragazzi!
E io aggiungo al tuo invito, cara Raffaella, che sarebbe anche ora che vescovi e cardinali la smettessero di scrivere e avere rubriche su giornali tipo La Repubblica, La Stampa e via discorrendo, notoriamente schierati contro il Santo Padre!...
E’ una cosa assurda che crea solo disorientamento nei povere fedeli che non sanno più a chi credere o chi ascoltare…
Logico poi, che si senta dire:
Ma l’ha detto il Cardinal Martini…
L’ha ribadito il Cardinal Tettamanzi…
L’ha scritto il vescovo di qua o il monsignore di là…
Così non può continuare!...
C’è un organo di stampa che rappresenta la Chiesa?
Bene, si servano solo di quello!!!
Amen!
ecco che come sempre il Papa viene tirato per la tonaca in ogni questione che interessa la politica italiota. Resto dell'idea che anche un articolo apparentemente positivo come quello sul blog di Tosatti ieri, infiocchettato con un bel titolo accattivante, non abbia giovato. Com'è come non è, tirare sempre in ballo il Papa dà la stura a ricostruzioni da fiction, come quella che oggi si legge qui.
Tesi assolutamente idiote, ma assai utili ai piani di Repubblica responsabile, sia pur indirettamente, di questo orrendo casino.
Alessia
Quando sono arrivata alla frase attribuita al Papa non ho potuto continuare a leggere.
Quella frase non è dimostrabile in alcun modo, ha molto meno valore ed è più subodola di una velina ed è solo uno schifoso tentativo di coinvolgere il Santo Padre nello squallore generale su cui Lui, come al solito, è volato alto alto.
Il resto, ripeto, non l'ho letto, ma concordo con Alessia e aggiungo che i veri nemici irredimibili della Chiesa sono Repubblica e la Massoneria che sono i più bravi di tutti a sguazzare nel torbido.
è ora che i cattolici, quelli veri, non i sedicenti tali o cosiddetti adulti (Ma Qualcuno non ha detto e non dice: se non diventerete come bambini....?!?!) si stringano compatti intorno al Papa, tirino le orecchie ai loro vescovi, parroci o preti... qualora non fossero obbedienti (Cristo, il salvatore, fu obbediente al Padre e fu pienamnete sottomesso anche ai suoi genitori, compreso il padre putativo! altro che 'l'obbedienza non è più una virtù, la moderazione non è una qualità... come un eminentissimo ex arcivescovo ha detto e scritto ripetutamente!)
si stringano compatti attorno al Papa e obbediscano a Lui (ubi Petrus ibi Ecclesia), conoscendo il suo magistero e guardando avanti senza dimenticare l'inividiabile imponenete patrimonio della Tradizione e delle tradizioni, sapendo che così e non altrimenti salveranno la loro anima (Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?). uniti nella Chiesa, quella vera, quella cattolica, sapendo che solo lei è la Chiesa di Cristo, colonna e fondamento della verità e della salvezza. La vera Chiesa per la quale e non per altri Cristo sacrifica se stesso! con buon pace di tutti i sincretisti, anche cristiani e cattolici!
Dio sia lodato! Christus vincit!
hai scelto l'aggettivo più giusto mariateresa!
Per sam: dici giusto! ma, figuriamoci se repubblica si lasciava scappare l'occasione di tirare in ballo il Papa in questa faccenda..........
Ormai per certe testate servirsi in bene ma, direi sempre in male della figura di Benedetto XVI è diventata una ossessione.
Credo di averlo detto in qualche altra occasione adesso ogni cosa che succede è colpa del Papa!
Complimenti signori!
Sono sempre più fiera di non aver mai acquistato una copia di Repubblica in vita mia.
Ogni volta che mi capita di leggerne qualche stralcio (soprattutto sulla Chiesa) mi convinco sempre più della mistificazione e della malafede che vi alberga.
Feltri è stato davvero **** nel senso etimologico del termine a scatenare tutto questo che, di fatto, fa il gioco degli amici di Repubblica. Purtroppo anche di quelle che stanno dentro la Chiesa.
articolo demenziale.
Massimo Giannini, che di solito si occupa di economia, fa rimpiangere Politi che almeno è del mestiere. Comunque,a voler essere antifemministe, l'origine di questa lavanderia è la Myriam Veronica. Che i giornalisti ne approfittino è normale.Saluti, Eufemia
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