venerdì 20 novembre 2009

Tettamanzi, il segreto del Natale ai bimbi: la nascita del riciclo (Santambrogio)


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Tettamanzi, il segreto del Natale ai bimbi: la nascita del riciclo

Luigi Santambrogio

Lo scorso anno un parroco arrivò a togliere Gesù dal presepe perché ritenne le sue anime indegne di tanta attenzione da parte di Dio. Troppo egoisti, distratti dal luccichio del consumismo, chiusi ad accogliere il prossimo, meglio se clandestino.
Deliri, purtroppo non rari, di un clericalismo arcigno e contro natura, impotente a commuoversi neppure davanti alla meraviglia di un Dio fattosi Bambino per la salvezza degli uomini.
Beh, ecco che ci risiamo: torna il Natale e dalle parrocchie riprendono a vociare i profeti dell’eticamente corretto, della fede diluita nel buonismo sociale e politico.
Di tale paccottiglia è intriso, purtroppo, Tu scendi dalle stelle. Lettera di Natale ai bambini, libriccino edito dal Centro ambrosiano e in distribuzione nelle librerie cattoliche della Diocesi. Ma la sorpresa più grande è il nome dell’autore: il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano.

Una fiaba no global
Difficile credere che un pastore come lui, già consulente di Papa Wojtyla per la bioetica e la morale familiare, parli del Natale come di una storia per bambini «buoni e sorridenti», ma un tantino imbecilli. O peggio, come chiosa il quotidiano La Repubblica, fan non sospetto del cardinale, «una sorta di fiaba moderna in tono no global».
Ecco, qualcosa di inspiegabile dev’essere successo nei corridoi della Curia milanese: magari Sua Eminenza s’è fidato troppo di qualche collaboratore che gli ha combinato il pasticcio brutto. Riconosciamo lo stile tettamanziano nella prima parte, quella che spiega il «Tu scendi dalle stelle», canzone composta dal santo napoletano Alfonso Maria de’ Liguori cui monsignor Dionigi è devoto fin dai tempi del Seminario. Il resto, invece, è una trattazione sbilenca sui mali del mondo che non può essere dottrina del sacco cardinalizio. Come nelle migliori interpretazioni clerico-marxiste, il Bambinello non è più figlio di Dio ma l’icona di milioni di altri bambini sfruttati e affamati dai capitalisti. Così che «la favola dell’arcivescovo» (è ancora Repubblica a dirlo) «parte dall’iconografia tradizionale, ma approda a temi molto meno natalizi».
Come a dire: tradizione oblige, ma poi torniamo alla serietà.
Il risultato è un dolciastro pamphlet che fa della Natività una sorta di Festa dei Boschi e di Gesù un leader di Legambiente, pure col braccino corto e il pallino del riciclo.
Esagerato? Beh, state a sentire.
Liquidata sbrigativamente la grotta di Betlemme, la prima regola, dice l’opuscolo è «informarsi bene sulle miserie e sulle ingiustizie». Cioè: 4 miliardi e 800 mila persone vivono con 4 o 2 euro al giorno, 20mila sono quelli che ne ammazza la fame quotidianamente, solo in Europa 52 milioni sono sotto la soglia di povertà.
Beh, se qui il piccolo non è già sotto shock e insiste nel voler essere terrorizzato, si può passare alla crisi economica mondiale: uno spettro che ha maciullato altri milioni di persone.
Basta, che il tormento finisca e si facciano i nomi di questi farabutti che ci vogliono tutti morti. Ecco cosa scrive il «cardinale terzomondista» (citazione Repubblica): «All’origine della crisi c’è l’egoismo di poche persone che hanno pensato solo al proprio interesse accumulando tanti soldi per sé e causando la rovina di molti».
Oplà, cari bambini: è tutta colpa dei cattivi ricconi che sgommano in Ferrari, bevono champagne e se la spassano in case grandi come il Duomo.
Ecco la terza e ultima parte del Tu scendi dalle stelle. Qui, più scendere che dalle stelle, Gesù precipiterebbe tramortito al vedersi infilato nei panni di Piero Angela, deposto da Re dei Giudei e nominato dalla Curia di Milano presidente del Consorzio oli esausti, della raccolta differenziata e del Movimento Consumatori.

La formula delle Cinque R
All’inizio del libretto, il cardinale prometteva di rivelare ai piccoletti «la formula segreta per essere più felici». Siamo finalmente arrivati al dunque, è il momento dello svelamento. L’arcano sta nelle “Cinque R”.
Inutile compulsare i Vangeli: lì non se ne parla. Ci sono soltanto nella Bibbia in versione ambrosiana. Eccole: 1) «Ridurre le cose che si comprano»; 2) «Riciclare gli oggetti»; 3) «Riparare gli oggetti anziché buttarli al primo danno»; 4) «Rispettare e trattare bene le cose»; 5) «Regalare qualcosa dei nostri risparmi a chi ora è nel bisogno».
Sul Corriere della Sera, la scrittrice Bossi Fedigrotti, d’accordo con un lettore indignato per gli abeti sacrificati al Natale, ieri scriveva: «Torniamo a una consuetudine italiana per eccellenza, quella del presepe. Recuperiamo le tradizioni popolari». Visto, caro cardinale, dove siamo arrivati? Del resto, lo consiglia pure Lei nella lettera: non sprecare l’acqua, risparmiare l’energia, non inquinare l’aria. Ok, il presepe è pulito, ecologico, riscalda i cuori e fa tanto tradizione. Soprattutto è inoffensivo, come il crocifisso che viene anche lui dal passato.
È un pezzo d’arredo e, come il presepe ripescato dalla soffitta della signora Fedigrotti, fa parte delle 4 R cardinali: riciclare, recuperare, rabberciare, ravanare... Poi dicono che Allah istiga alla violenza.

© Copyright Libero, 19 novembre 2009 consultabile online anche qui.

.........................
R.

8 commenti:

SERAPHICUS ha detto...

No comment.

euge ha detto...

No! io le parole ce le ho per commentare!!!!!!!!

CHE SCHIFO!!!!!! VI DOVRESTE SOLO CHE VERGOGNARE! Non lamentatevi poi, se nessuno viene in chiesa e se vi staccano i Crocefissi dalle pareti. Avevo già detto in un mio post, tra poco cambieranno anche il Vangelo ed anche la figura di Cristo verrà snaturata. Detto fatto!
Hanno cominciato giustamente a farlo prendendo in considerazione il Natale!
VERGOGNA!

Anonimo ha detto...

POVERO S. ALFONSO MARIA DE LIGUORI!!!!!!!

Fabiola ha detto...

Si può chiedere "asilo" in un'altra Diocesi? Ad esempio, Roma.
Mi spiacerebbe solo per il rito ambrosiano.

Areki ha detto...

A proposito di riciclo, speriamo che questi Signori che governano la gloriosa archidiocesi di Milano ridotta attualmente all'ombra di se stessa, possano essere al più presto "riciclati" in qualche sperduto convento dove pregare nel nascondimento e cercare di riparare.
Quanto al rito ambrosiano quello attuale ha ben poco del rito ambrosiano trasmessoci da Sant'Ambrogio e da San Carlo, è una brutta copia "rivista e scorretta" a tavolino da 4 liturgisti modernisti....

Parati semper ha detto...

Quando apprendo queste notizie viene da chiedersi: perchè? Purtroppo questo clima lo si vive in molte parrocchie, movimenti (Agesci e AC su tutti), pseudo-gruppi famiglie, seminari, noviziati, ecc., ecc.
Questo metodo, questa pastorale (specialmente quella giovanile)è già una prassi probabilmente in una larga parte del mondo cattolico. Abbiamo spogliato la nostra Fede dei suoi fondamenti. Ora non si tratta di fare barricate, ognuno di noi credo debba fare il suo esame di coscienza. La posta in gioco non un'idea o una teologia al posto di un'altra, ma la nostra anima.

lino ha detto...

il caro santanbrogio ironizza su queste parole di tettamanzi:

"All’origine della crisi c’è l’egoismo di poche persone che hanno pensato solo al proprio interesse accumulando tanti soldi per sé e causando la rovina di molti".

a me non sembrano molto diverse da quelle dette qualche giorna fa dal papa:

"Non è possibile continuare ad accettare opulenza e spreco, quando il dramma della fame assume dimensioni sempre maggiori"

"porre un freno all'egoismo che consente alla speculazione di entrare persino nei mercati dei cereali, per cui il cibo viene considerato alla stregua di tutte le altre merci"

sam ha detto...

Caro Lino, bisogna distinguere tra l'accusa del peccato e del peccatore.

Le frasi del Santo Padre che hai citato rappresentano una denuncia di fatti che coinvolgono tutti e ciascuno, nessuno escluso, e impone a tutti e ciascuno, nessuno escluso, un esame di coscienza, consapevole che alla base di qualsiasi crisi, di qualsiasi male, c'è il peccato e il peccato riguarda tutti e ciascuno, nessuno escluso, e non solo "poche persone che hanno pensato solo al proprio interesse accumulando tanti soldi per sé e causando la rovina di molti".
Peraltro la frase di Tettamanzi potrebbe anche essere perfettamente condivisbile sul piano dell'analisi storico-politico-materialista. In questo senso anche i suggerimenti pratici per un consumo intelligente e contro lo spreco - gli stessi che mi dava la mia maestra, militante radicale, trent'anni fa - possono essere condivisibili.
Ma in un ottica catechetica e di evangelizzazione, questo puntare il dito su alcuni, su qualcuno in particolare, sui presunti "cattivi", che sono ovviamente altri e corrispondenti a precise categorie di persone, sembra più orientato ad una formazione alla lotta di classe, che non alla conversione dei cuori e alla carità.
Senza dimenticare, cosa più importante, che il Papa si rivolgeva alla FAO,ovvero a un organismo di adulti con responsabilità politiche e temporali, e non a dei bambini per educarli alla fede cristiana e al senso del Natale.
Sappiamo dai suoi dialoghi aperti coi bimbi che in questo senso il Santo Padre sa far molto bene il suo lavoro, mentre la Curia di Milano ci lascia, ancora una volta, solo una grande amarezza.