venerdì 4 dicembre 2009

La responsabilità davanti a Dio è decisiva per il retto agire politico: così il Papa al concerto per i 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino (R.V.)


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La responsabilità davanti a Dio è decisiva per il retto agire politico: così il Papa al concerto per i 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino

La responsabilità davanti a Dio è di importanza decisiva per il retto agire politico: così il Papa questa sera, al Concerto in suo onore nella Cappella Sistina. L’evento ha commemorato i 60 anni della fondazione della Repubblica Federale di Germania e il 20.mo anniversario della caduta del Muro di Berlino. In programma, l’Oratorio di Natale BWV 248 di Johannes Sebastian Bach, interpretato dal Coro delle voci bianche del Duomo di Augusta e dall’Orchestra da Camera della Residenza di Monaco di Baviera, diretti dal Maestro Reinhard Kammler. Tra i presenti, il presidente federale tedesco Horst Köhler, che ha offerto il concerto al Santo Padre. Il servizio di Isabella Piro:

23 maggio 1949 e 9 novembre 1989: due date fondamentali per la Germania, che hanno visto, rispettivamente, la fondazione della Repubblica Federale e la caduta del Muro di Berlino, quella “frontiera di morte”, dice il Papa, che per tanti anni ha diviso il Paese, separando “a forza uomini, famiglie, vicini e amici”.

"Die Ereignisse des 9. November 1989…."

Molti, dice il Papa, allora avevano avvertito gli avvenimenti del 9 novembre 1989 come gli albori inaspettati della libertà, dopo una lunga e sofferta notte di violenza ed oppressione per un sistema totalitario che, alla fin fine, conduceva in un nichilismo, in uno svuotamento delle anime. Nella dittatura comunista, continua Benedetto XVI, non vi era azione alcuna che sarebbe stata ritenuta male in sé e sempre immorale. Ciò che serviva agli obiettivi del partito era buono, per quanto disumano poteva pur essere.

Poi, grazie alla Legge fondamentale, la Germania ha voltato pagina:
"Diese Verfassung hat wesentlich zur friedlichen Entwicklung Deutschlands..."

Tale Costituzione, sottolinea il Papa, ha contribuito essenzialmente allo sviluppo pacifico della Germania nei sei decenni trascorsi. Perché essa esorta gli uomini a dare la priorità, in responsabilità davanti a Dio Creatore, alla dignità umana, a rispettare il matrimonio e la famiglia quali fondamento di ogni società, nonché ad avere riguardo e profondo rispetto per quanto è sacro agli altri

Bisogna quindi ringraziare Dio, afferma Benedetto XVI, perché lo sviluppo della Germania non è merito dell’uomo, ma è stato reso possibile da uomini che hanno agito guardando a Dio:

"Die europäische Geschichte des 20. Jahrhunderts zeigt…"

La storia dell’Europa nel XX secolo dimostra che la responsabilità davanti a Dio è di importanza decisiva per il retto agire politico, continua il Papa, perché Dio ricongiunge gli uomini in una vera comunione. E tutti gli uomini, nella comunione con Gesù Cristo, possono essere mediatori verso Dio, capaci di suscitare un nuovo modo di pensare e di generare nuove energie al servizio di un umanesimo integrale.

In precedenza, nel suo indirizzo di saluto al Papa, il presidente Köhler aveva ricordato le parole di Giovanni Paolo II:

"Habt keine Angst! Öffnet, ja, reißt die Tore weit auf für Christus…."

quel “Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo, aprite le frontiere degli Stati, dei sistemi politici ed economici, della civilizzazione e del progresso alla sua potenza salvifica”. Parole, dice il presidente tedesco, di grande incoraggiamento per i movimenti di liberazione dell’Europa centrale e orientale. Ma ora urgono soluzioni per nuovi problemi, continua Köhler, come la povertà, la fame, il sottosviluppo, la crisi finanziaria, i cambiamenti climatici perché “lo sviluppo dei popoli dipende soprattutto dal fatto di riconoscersi come un’unica famiglia” in cui tutti i Paesi, anche l’Africa, abbiano gli stessi diritti e doveri, e perché “ragione e fede sono alla base di una politica mondiale di collaborazione”.

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