lunedì 10 novembre 2008
Due suore italiane rapite in Kenya e trasferite in Somalia. Il blog si unisce alla preghiera del Santo Padre per la rapida liberazione delle religiose
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SPECIALI:
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Kenya-Somalia: rapite due suore (Mappa Limes)
Due suore italiane rapite in Kenya e trasferite in Somalia
Due suore cattoliche italiane sono state rapite in una zona di confine nel nord est del Kenya: si tratta di suor Caterina Giraudo e Maria Teresa Oliviero del "Movimento Contemplativo Missionario Padre de Foucauld", di Cuneo. Uomini armati le avrebbero prelevate nella notte e portate in Somalia. Le due religiose si trovavano nella zona di Elwak, colpita da alcuni mesi da una grave siccità. Massimiliano Menichetti ha raggiunto telefonicamente a Cuneo don Pino Isoardi, responsabile del "Movimento Contemplativo Missionario Padre de Foucauld":
R. – Quello che sappiamo è che non sono stati lì per cercare soldi o altro, ma sono andati proprio a prendere queste persone. Non sappiamo se ci siano motivazioni politiche o altri motivi.
D. – I rapitori hanno preso contatto con voi?
R. – Fino adesso non c’è nessun contatto; invece, sappiamo che gli anziani locali, l’autorità locale si sta muovendo per cercare eventuali sentieri di collegamento.
D. – Suor Teresa e suor Caterina, cosa fanno in Kenya?
R. – Lì, come in tutte le nostre fraternità, c’è uno stile di condivisione con i poveri e quindi non ci sono grandi strutture: accogliamo malati, anziani, persone che magari sono provate dalla carestia, dalla malnutrizione, però “in famiglia”, non a livello di grandi strutture.
D. – Qual è l’auspicio, a questo punto?
R. – Che gli anziani, che comunque hanno un’autorevolezza in quei luoghi, riescano a contattare queste persone, in qualche modo, e a trattare.
Intanto sul fronte internazionale, l’Unione Europea hanno dato il via libera alla prima missione navale dell’UE contro la pirateria nel Golfo di Aden. L’operazione partirà a dicembre, sotto il comando della Gran Bretagna. Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento dell’ambasciatore Silvio Fagiolo, professore di Relazioni internazionali presso l’università LUISS di Roma:
R. – E’ un fatto molto significativo, è un indice della crescita dell’Unione Europea anche come istituzione capace di un’azione militare. Un passaggio importante in questo momento in cui l’Europa è ancora un po’ sospesa, perché il Trattato di Lisbona non è stato ancora ratificato da tutti. Quindi, questo anticipare, questo muoversi, mi sembra un segno di vitalità dell’Europa, che si aggiunge a quegli altri che abbiamo visto in materia di crisi economica e finanziaria.
D. – Nel tratto di mare che separa lo Yemen dalla Somalia, i pirati, comunque, sembrano essere i padroni, nonostante i vari pattugliamenti, anche della NATO …
R. – Mi sembra che lì si accumulino fattori di instabilità, riconducibili soprattutto alla Somalia come modello di "Stato fallito", non più in grado di ricomporsi, di ridarsi un struttura statuale, e quindi all’origine di fenomeni destabilizzanti, di difficile controllo.
D. – Il pattugliamento dell’Unione Europea inizierà a dicembre: ma può bastare questa iniziativa per riportare l’ordine nell’area?
R. – Direi di no, il pattugliamento è soltanto un tampone; a più lungo termine sarà solo un processo politico di ricomposizione al livello degli stessi Paesi africani, sollecitati e sorretti anche dagli europei. Ma è soprattutto da loro e dal loro interno che dovrebbe nascere una spinta a ritrovare qualche equilibrio.
© Copyright Radio Vaticana
Rapite due suore italiane nel nord-ovest del Kenya
Nairobi, 10. Due suore italiane sono state rapite questa mattina in Kenya, nella località di El Wak, nel distretto di Mandera, all'estremo nord-ovest del Paese, a ridosso del confine con la Somalia. Fonti della Croce Rossa kenyana hanno detto che le due religiose sono state prelevate da un gruppo di uomini armati non identificati che hanno anche rubato tre veicoli. Secondo fonti locali, i sequestratori avrebbero portato le due religiose in territorio somalo.
Successivamente, si è appreso che le due religiose sono suor Caterina Giraudo e Maria Teresa Oliviero del Movimento Contemplativo Missionario Padre de Foucauld di Cuneo. Entrambe le suore sono originarie della provincia di Cuneo e hanno rispettivamente 67 e 61 anni. Le due religiose si trovavano in Kenya da molti anni, dove lavoravano con i profughi somali.
Il ministero degli Esteri italiano, che ha confermato il sequestro, ha dato disposizioni all'ambasciata italiana a Nairobi di porre in essere ogni possibile forma di collaborazione con le autorità locali e di operare in raccordo con il Nunzio apostolico in Kenya.
(©L'Osservatore Romano - 10-11 novembre 2008)
KENYA: VATICANO SEGUE CON PREOCCUPAZIONE VICENDA SUORE RAPITE
(ASCA) - Citta' del Vaticano, 10 nov
Il rapimento di due suore missionarie del ''Movimento Contemplativo Missionario Padre de Foucauld'', suor Caterina Giraudo e suor Maria Teresa Olivero, viene seguito con grande attenzione dal Vaticano. Secondo quanto riferito da p. Federico Lombardi, portavoce vaticano, papa Benedetto XVI e' stato informato ''prontamente'' della vicenda e nei Sacri Palazzi si segue l'evolversi della situazione ''con preoccupazione'', ''anche attraverso la nunziatura''. ''Chiediamo - ha aggiunto - che il rapimento si risolva in modo positivo nel piu' breve tempo possibile''. Ai microfoni della Radio Vaticana, intanto, don Pino Isoardi, responsabile del Movimento a cui appartengono le due suore rapite nella zona keniana di Elwak, spiega: ''Quello che sappiamo e' che non sono stati li' per cercare soldi o altro, ma sono andati proprio a prendere queste persone. Non sappiamo se ci siano motivazioni politiche o altri motivi''. Fino ad ora, ha aggiunto il sacerdote, ''non c'e' nessun contatto; invece, sappiamo che gli anziani locali, l'autorita' locale si sta muovendo per cercare eventuali sentieri di collegamento''. ''Come in tutte le nostre fraternita' - ha proseguito in merito ai possibili motivi del rapimento -, c'e' uno stile di condivisione con i poveri e quindi non ci sono grandi strutture: accogliamo malati, anziani, persone che magari sono provate dalla carestia, dalla malnutrizione, pero' 'in famiglia', non a livello di grandi strutture''.
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