lunedì 20 aprile 2009

Conferenza Onu sul razzismo, Mons. Tomasi: «Nessuna incomprensione. Il Vaticano deve mediare» (Vecchi)


Vedi anche:

Il Papa: «Durban II un passo importante contro il razzismo» (Il Tempo

Intervista di Galeazzi al solito Di Segni...un bel "regalo" per l'anniversario di Pontificato

Il Papa inizia il suo quinto anno: «Non mi sento mai solo» (Vecchi)

Vittorio Messori: "La paziente ricerca di Papa Ratzinger" (Corriere della sera)

Anniversario dell'elezione di Benedetto XVI, Magister: quattro anni al servizio dell’incontro tra Dio e l’uomo (Sussidiario)

Mons. Massimo Camisasca: Il metodo di Benedetto XVI (Sussidiario)

Benedetto XVI, un uomo scomodo capace di parlare dal megafono dei suoi nemici (John Waters)

16 APRILE 1927 - 19 APRILE 2005: DA JOSEPH A BENEDETTO. LO SPECIALE DEL BLOG

Comincia il quinto anno di Pontificato di Benedetto XVI: nella palude del relativismo la parola netta di questo Papa (Rondoni)

Benedetto XVI, quattro anni al servizio della verità: dal primo Messaggio nella Cappella Sistina alla storica lettera ai vescovi (Rosoli)

Nel quarto anniversario dell’elezione di Benedetto XVI, ripercorriamo le tappe significative del Pontificato fino ad oggi (Radio Vaticana)

Cronaca minuto per minuto di quel 19 aprile 2005

Nel Regina Coeli il grande affetto e la vicinanza spirituale di tanti e l’appello per la Conferenza di Durban (Radio Vaticana)

Il Papa: "Come ho avuto modo di affermare di recente, non mi sento mai solo. Ancor più in questa singolare settimana, che per la liturgia costituisce un solo giorno, ho sperimentato la comunione che mi circonda e mi sostiene: una solidarietà spirituale, nutrita essenzialmente di preghiera, che si manifesta in mille modi" (Regina Coeli)

Lascia ufficialmente per ragioni di età il card. Barragan. Al suo posto Mons. Zygmunt Zimowski (Izzo)

Benedetto XVI, quattro anni dopo (Umanesimo Cristiano)

Niente politica nel viaggio del Papa in Terrasanta (Tornielli)

Aids, il Vaticano al Belgio: intimidazioni contro il Papa. «Una campagna mediatica senza precedenti» (Vecchi)

Il Papa e la lotta contro i germi ancora vivi del nazismo: un commento di Izzo sull'anniversario di Pontificato con una chiave di lettura inusuale

Benedetto XVI , quattro anni di pontificato: l'analisi di padre Giovanni Scalese

Vian: Benedetto XVI non ha paura dei lupi. Il Papa e il mistero della luna (Osservatore Romano)

Zittire il Papa in nome di una saccenteria ipocrita. Eccessi e polemiche/prime autocritiche (Ognibene)

Dura replica della Segreteria di Stato alle critiche pretestuose del Belgio contro il Papa: rassegna stampa

Cattolici-Ortodossi Russi, nuovo dialogo non politically correct (Bevilacqua)

IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA DEL SANTO PADRE AI VESCOVI CATTOLICI SULLA REMISSIONE DELLA SCOMUNICA AI QUATTRO VESCOVI "LEFEBVRIANI"

"NESSUNA INCOMPRENSIONE IL VATICANO DEVE MEDIARE"

Da "Il Corriere della Sera" di lunedì 20 aprile 2009

L’«ambasciatore» alle Nazioni Unite «Tutti rispettano la nostra scelta»

CITTÀ DEL VATICANO

«Vede, noi non possiamo farci condizionare da posizioni politiche contingenti. Non ci possiamo sottrarre. Dobbiamo andare alla radice del razzismo e della discriminazione e contribuire alla loro eliminazione, all’affermazione della dignità di ogni persona».
L’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, parla tranquillo dalla missione di Chambésy, vicino Ginevra. Il timore resta sottotraccia da settimane: non è che si rischiano problemi diplomatici con Israele, alla vigilia del viaggio di Benedetto XVI in Terra Santa? O magari con gli Stati Uniti?
«Ma no, ci muove un’esigenza etica, da parte della Santa Sede non c’è antagonismo con nessuno. E il nostro intento, le assicuro, è compreso da tutti, anche da quei Paesi che non vanno: loro per primi lo sanno bene, il nostro compito è testimoniare questa sensibilità, la cura per ogni essere umano».
L’osservatore vaticano lo aveva già detto nel pieno della polemica sulla bozza preparatoria, «certo che ci saremo, come la gran parte dei Paesi impegnati a negoziare». Un principio che era stato chiarito il mese scorso dallo stesso portavoce del Vaticano, padre Federico Lombardi: «È normale che si partecipi alle conferenze internazionali. Questo di per sé non significa assentire. Se no a che serve la discussione?».
Nel frattempo, dice monsignor Tomasi, «il testo concluso venerdì sera, fatto di 143 brevi paragrafi, ha subito ulteriori correzioni accettabili nei punti che erano stati giustamente criticati, e servirà come base di discussione. Certo non è perfetto, ad esempio non soddisfa del tutto né il gruppo occidentale né quello islamico, ma tutti possono sostanzialmente partire da lì».
La difficoltà maggiore, spiega l’arcivescovo, è stata la riaffermazione «nel primo paragrafo» della dichiarazione di Durban del 2001: «Si parlava di discriminazione israeliana contro i palestinesi, come esempio di discriminazione l’unico Paese citato era Israele. E per questo Gerusalemme e Washington si assentarono prima della votazione. Di qui l’ostacolo: come potevano votare adesso?».
Ma ora, dice l’arcivescovo, si sono fatti passi avanti: «Si condannano l’antisemitismo, l’islamofobia e la cristianofobia. Si dice che la Shoah non dev’essere dimenticata. È stata cancellata la 'diffamazione religiosa' affermando il diritto di ogni singola persona alla libertà di pensiero e credo, e cioè la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo».
C’è ancora da lavorare, «la tratta degli schiavi non è solo transoceanica, come è scritto, ma passa anche per il Sahara e il Mar Rosso». Ma per cambiare bisogna esserci, conclude: «Sennò che messaggio daremmo, ad esempio, ai Paesi africani? Che l’indifferenza prevale per ragioni politiche? Finiremmo per spingere quelle nazioni verso alleanze diverse, con conseguenze negative. No: bisogna cercare di rafforzare le istituzioni internazionali.
L’intervento della Santa Sede punterà a sostenere le ragioni fondamentali e la dignità di ogni persona, di tutti. Anche di coloro che non partecipano».

© Copyright Corriere della sera, 20 aprile 2009 consultabile online anche qui.

5 commenti:

euge ha detto...

Vediamo di non creare casini proprio in vista del Viaggio Apostolico in Israele ............!
Ci mancherebbe solo che quello!

mariateresa ha detto...

Eufemia dice che arriva la tempesta. Io spero di no.
Anche perchè, in caso contrario, verrebbe da dire che comincia a realizzarsi scientificamente una famosa legge di Murphy: se qualcosa deve andare storio, ci andrà.
L'intervista di Di Segni fa pena. Chiama scivoloni dei liberi atti di magistero della Chiesa. E' fuori.

azzeccagarbugli ha detto...

Di Segni fa fare passi indietro nel dialogo ebraico-cristiano e fa rimpiangere il suo predecessore.

euge ha detto...

Infatti, Toaff era una persona seria.

gemma ha detto...

credo anch'io che il Vaticano debba cercare di mediare. Se nessuno prova a farlo, dove sono i presupposti del dialogo? Ci sono troppi figli discriminati da difendere e non si può per gli uni abbandonare al loro destino anche gli altri. Se poi non dovremmo partecipare tutte le volte che nelle mozioni mancano i riferimenti alla cristianofobia, di fatto il rappresentante vaticano non si muoverebbe mai da Roma. Oggi nel mondo sono troppi gli "anti-qualcuno" e nessuno è del tutto innocente