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Nel Lunedì di Pasqua Benedetto XVI parla delle sofferenze umane e rivolge un messaggio all'Abruzzo
«Uniti si costruisce il nostro futuro»
Papa «Il piano divino si compirà. Le difficoltà, le lotte e le prove non ci ostacoleranno»
Rodolfo Lorenzoni
È Cristo risorto che dà all'uomo la forza di affrontare con speranza e determinazione le più drammatiche prove della vita. Benedetto XVI a Castel Gandolfo recita il Regina Coeli del Lunedì dell'Angelo, e ritorna ancora sul significato della Pasqua cristiana in relazione alle sofferenze umane, specialmente quelle patite in questi giorni in terra d'Abruzzo. Davanti a centinaia di pellegrini riuniti nel cortile del Palazzo Apostolico, e in collegamento video con una affollata rappresentanza di fedeli in piazza San Pietro, il Papa ha ricordato l'immenso ristoro offerto al genere umano dalla vittoria del Cristo sulla morte, e quindi sulla disperazione e sulla rovina. «La risurrezione di Gesù - ha affermato Benedetto - ha gettato un ponte fra il mondo e la vita eterna, sul quale ogni uomo e ogni donna può passare per giungere alla vera meta del nostro pellegrinaggio terreno.
Il vigore per sostenere le dure prove dell'esistenza e per lottare contro il peccato ed il male» deriva perciò dalla Croce e dalla Resurrezione. La Pasqua costituisce dunque per il Pontefice un dono che la comunità cristiana è chiamata ad accogliere con pienezza e riconoscenza proprio nei momenti più delicati e nei passaggi storici più difficili che si trova ad attraversare. «Questa festività - ha ricordato il Papa - ci assicura che il piano divino della salvezza si compirà certamente. E noi, risorti con Cristo mediante il battesimo, dobbiamo ora seguirlo fedelmente in santità di vita, camminando senza sosta verso la Pasqua eterna, sorretti dalla consapevolezza che le difficoltà, le lotte, le prove, le sofferenze dell'umana esistenza, compresa la morte, ormai non potranno più separarci da lui e dal suo amore». Un inno alla speranza, a non lasciarsi sconfiggere dalla tragedia terrena ma a guardare al futuro con la necessaria fiducia, dopo che già nel messaggio pasquale Benedetto si era esplicitamente soffermato sul sisma in Abruzzo, senza ricorrere ad espressioni formali.
Di fronte a centomila persone che seguivano la messa celebrata in piazza San Pietro, il Papa si era infatti rivolto a «uomini e donne d'Italia, in particolare a quanti soffrono a causa del terremoto», invitandoli a farsi guidare «su sentieri di solidarietà, di pace e di giustizia dal Cristo resuscitato, con il coraggio di proseguire uniti nella costruzione del futuro».
Coraggio e solidarietà che il Papa trasmetterà direttamente alle popolazioni terremotate nella visita in Abruzzo che probabilmente avverrà il prossimo primo maggio.
© Copyright Il Tempo, 14 aprile 2009 consultabile online qui.
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