mercoledì 13 maggio 2009
Reazioni «Tra gli ebrei c’è delusione» «No, è una visita di portata storica». Che noia...
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E' con grande noia che vi faccio leggere le solite reazioni:
Reazioni «Tra gli ebrei c’è delusione» «No, è una visita di portata storica»
di Redazione
Voci contrastanti, un dibattito appassionato. La visita di Benedetto XVI in Israele ha scatenato i commenti dei media e sta monopolizzando il dibattito pubblico.
Con espressioni di opinione differenti a seconda della sensibilità e delle aspettative, ovviamente. Per qualcuno il discorso pronunciato ieri al Museo della Shoah Yad Vashem è «un’occasione mancata», anche perché - questa l’opinione dei critici che Haaretz sintetizza parlando di «delusione» - il Pontefice «non ha chiesto perdono» al popolo ebraico. Tutto diverso il giudizio dell’ambasciatore di Israele in Vaticano, Mordechai Lewy, secondo cui la visita «ha una dimensione storica», anche perché contribuisce a creare una tradizione di viaggi papali in Israele. Il rabbino capo ashkenazita Yona Metzger ha commentato positivamente la conclusione della vicenda del vescovo negazionista Richard Williamson, e la definizione da parte del Papa dell’antisemitismo come «un peccato contro Dio». Messaggi di apertura giungono anche dalla corrente nazionalista dei religiosi. L’autorevole rabbino Yuval Sherlo, molto ascoltato nei collegi rabbinici, ha pubblicato un articolo in cui stabilisce che «la visita in Israele serve ad approfondire la tendenza alla pacificazione fra il cattolicesimo e il nostro mondo. Esistono così tante cicatrici, fratture e ferite che non possiamo certo sorvolare sulla storia velocemente. La cosa richiederà tempo, il Pontefice e la sua Chiesa dovranno fare più di quanto non facciano oggi».
© Copyright Il Giornale, 13 maggio 2009 consultabile online anche qui.
Posso dirlo? Le reazioni ebraiche? A questo punto, come direbbe Clark Gable, "francamente me ne infischio!".
Sono stanchissima di questa storia: e' da gennaio che il Papa si da' da fare per il dialogo con gli ebrei e siamo sempre allo stesso punto.
E' ora di andare avanti...la Chiesa deve andare avanti!
Siamo alla vigilia di importanti avvenimenti (prima di tutto l'anno sacerdotale). Pensiamo a rafforzare la nostra fede.
Ritengo che con l'ebraismo sia necessaria una pausa.
R.
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6 commenti:
Sono d' accordissimo con te Raffa!
Di questo viaggio ( non ancora concluso) ricordiamo e mettimo frutto i buoni risultati ( rafforzamento dell' amicizia con l' Islam) e dimentichiamoci queste inutili polemiche!
Ma no carissime amiche, non fate così. Lo scoragiiamento è figlio dell'orgoglio anch'esso e fa felice il diavolo.
Dio è stato messo in Croce dal Suo popolo eletto, provando il dolore più grande nel rifiuto dei figli diletti, ma non si è mai rassegnato a perderlo. Paolo era un ebreo osservante e cattivissimo coi Cristiani e Lui lo ha agguantato e reso il proprio apostolo più zelante. Sappiamo così che
Dio ha un piano per il Suo popolo e con timore ricordiamo che l'estensione della grazia a noi gentili si deve anche alla superbia e alla durezza di cuore e di cervice del primo Israele.
Ci siano di monito perchè anche noi Cristiani, soprattutto oggi, con tutte le grazie ricevute dal nostro Signore siamo diventati grandi e superbi e lo abbiamo rinnegato.
Ora non ci scoraggiamo e come il Papa andiamo avanti con pazienza a seminare, invocare, credere e realizzare il Regno di Dio in terra, consolati dal fatto che Dio non legge i giornali. Tra gli Israeliani ci sono molti uomini di buona volontà. Andiamo avanti con loro.
Non tocca a noi giudicare il Suo popolo, lo fa già Lui e non gli ha mai lesinato prove anche durissime. Noi restiamo nel timore di Dio e pensiamo alla nostra salvezza imitando Gesù e Maria, Ebrei e nostri amori. In questo il nostro amato e incompreso Papa è una guida insuperabile.
D'accordo Sam ........ ma, devi ammettere che qui si sta tirando troppo la corda.
Ammetto che gli Israeliani stanno facendo di tutto per rendersi poco empatici, anzi direi proprio antipatici e indisponenti.
Ma noi siamo Cristiani e dobbiamo sopportare pazientemente e pazientemente perseverare sulla via della pace, in cerca dei piccoli spiragli di luce in mezzo alle tenebre dei cuori e del mondo.
Dunque nè atteggiamenti servili o remissivi cedendo alle pressioni e pretese indebite, nè la rinuncia al dialogo amichevole e franco e alla speranza.
La virtù della mitezza va insieme a quella della fortezza, di entrambe il nostro Papa è maestro, sapendo che di fronte all'esempio che ci ha dato Gesù, nessuna corda è mai troppo tesa.
Gutta cavat lapidem.
...della "delusione" di alcuni (solo di alcuni, attenzione) ebrei per il discorso di Papa Benedetto al museo dell'Olocausto mi è parso che non se ne sia occupata poi più di tanto neanche la solita stampa ostile. Per cui, possimo anche farlo noi, e seguire con attenzione l'ultimo giorno di questa straordinaria missione di pace.
No, i puntini sulle "i" sono fondamentali per il futuro.
R.
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