sabato 9 maggio 2009

Il Papa: civiltà occidentale e musulmana si alleino (Giansoldati)


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Il Papa: civiltà occidentale e musulmana si alleino

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FRANCA GIANSOLDATI

dal nostro inviato

AMMAN – Non veste i panni del crociato, ma quelli dell’umile pellegrino. Sotto il grande tendone bianco allestito dal re di Giordania per proteggerlo dal sole, l’ottantenne Papa Ratzinger, al suo primo viaggio mediorientale, lancia messaggi di pace e conciliazione all’Islam moderato.
Il messaggio che affida ai sovrani hashemiti è conciliante e guarda lontano. Sa che arriverà anche oltre questi confini. Bisogna favorire, dice «una alleanza di civiltà tra il mondo Occidentale e quello Musulmano» smentendo così «le predizioni di coloro che considerano inevitabili la violenza e il conflitto». Agli scontri tra la croce e la mezzaluna, secondo la filosofia di Hungtingon, Benedetto XVI non ci ha mai creduto.
Nel 2005, poco dopo le bombe nella metropolitana di Londra, ripeteva convinto che «non si trattava tanto di uno scontro tra culture ma solo di azioni di fanatici».
L’impegno dei sovrani giordani a favorire il dialogo non gli sfugge. Il riferimento che inserisce nel discorso di benvenuto pronunciato all’aeroporto riguarda l’iniziativa del principe Hassan che due anni fa ha raccolto l’adesione di 138 saggi musulmani per strutturare rapporti e collaborazioni col mondo cristiano subito dopo la crisi provocata dal discorso di Ratisbona. «La mia visita mi offre la gradita opportunità di esprimere il mio profondo rispetto per la comunità musulmana, e di rendere omaggio al ruolo di guida svolto da sua maestà il Re nel promuovere una migliore comprensione delle virtù proclamate dall’Islam».
Gettare ponti per emarginare i fanatismi e per contribuire a un mondo migliore è l’obiettivo che anima Benedetto XVI. Già sull’aereo, mentre sorvolava il Mediterraneo diretto ad Amman, il suo pensiero contemplava gli sforzi in atto per far decollare il dialogo inter religioso tra le grandi religioni abramitiche. «Nonostante le diversità delle origini abbiamo radici comuni, perché il cristianesimo nasce dall’Antico Testamento e la scrittura del Nuovo Testamento senza l’Antico non esisterebbe. Anche l’Islam – ha detto ai giornalisti – è nato in un ambiente dove erano presenti dalle origini sia l’ebraismo sia i diversi rami del cristianesimo e tutte queste circostanze si riflettono nella tradizione coranica, così che abbiamo insieme tanto nelle origini e nella fede l’unico Dio».
Proprio per questo argomento, è importante avere dialoghi con ebrei e musulmani ma anche avere un «dialogo trilaterale». Un elemento che definisce importantissimo specie in questo scorcio di secolo, così segnato dalle strumentalizzazioni religiose, dai fanatismi ciechi, dalle azioni suicide dei martiri islamici.
La prima tappa nella capitale giordana inizia con la visita a un centro cattolico che ospita degli invalidi, dei giovani disadattati e senza famiglia. Uno di loro gli dona il copricapo giordano, la tradizionale kefia bianca e rossa che il Papa indossa sorridendo. Le suore che gestiscono la struttura con infinito amore non guardano tanto al credo religioso di chi bussa alla porta; in ogni individuo bisognoso, spiegano, vedono riflesso il Cristo sofferente ed è proprio questo quotidiano esempio di carità che contribuisce a creare un buon clima di convivenza e armonia.
«La libertà religiosa è certamente un diritto umano fondamentale ed è mia fervida speranza e preghiera che il rispetto per i diritti inalienabili e la dignità di ogni uomo e di ogni donna giunga a essere sempre più affermato e difeso, non solo nel Medio Oriente ma in ogni parte del mondo». In Giordania la minoranza cattolica gode di una certa tranquillità e può operare senza troppi problemi. Può persino costruire nuove chiese. Sarà il Papa a porre la prima pietra: sorgeranno sul luogo tradizionale del battesimo del Signore, a Betania oltre il Giordano, per volere del Re che intende dare un nuovo impulso al turismo religioso sfruttando le opportunità di una zona carica di storia e di fede. «Desidero esprimere quanto sia apprezzata questa apertura».

© Copyright Il Messaggero, 9 maggio 2009 consultabile online anche qui.

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