martedì 14 luglio 2009

I docenti di economia degli atenei romani a convegno per riflettere sulla “Caritas in veritate” (Radio Vaticana)


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I docenti di economia degli atenei romani a convegno per riflettere sulla “Caritas in veritate”

“Anche se la Chiesa non ha soluzioni tecniche da proporre ha comunque il dovere di illuminare la strada da percorrere”. Così il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, ha aperto ieri a Roma i lavori del convegno “La nuova Enciclica Caritas in veritate di Benedetto XVI. Itinerari di ricerca per la cultura universitaria”, organizzato dall’Ufficio per la Pastorale universitaria del Vicariato di Roma. Destinatari del workshop, i docenti delle facoltà economiche degli atenei della capitale. Il servizio di Marina Tomarro:

Una risposta del mondo accademico all’incoraggiamento di Papa Benedetto XVI nella sua ultima enciclica “Caritas in veritate”, a ricercare attraverso l’economia le vie di uno sviluppo integrale per il bene comune. Questo l’obiettivo del workshop, che ha visto riuniti i docenti delle facoltà economiche di Roma. Leonardo Becchetti, docente di economia politica presso l’Università di Tor Vergata:

“La grande rivoluzione di questa enciclica è capire che il sistema economico funziona in modo migliore e va verso lo sviluppo integrale della persona quando riconosciamo l’uomo nella sua ricchezza, nella sua complessità; e queste stesse cose, oltre che a rendere felice la persona, sono elementi enormi di fecondità economica. Oggi l’economia dipende soprattutto dai livelli di fiducia, di condivisione e dalla capacità e dalla qualità delle relazioni che ci sono tra gli agenti economici. Oggi bisogna sottolineare tutti questi circoli virtuosi, nei quali i fattori che contribuiscono alla fioritura e alla realizzazione della persona sono anche fattori che contribuiscono alla fecondità economica”.

E nell’enciclica, il Santo Padre affronta anche lo spinoso problema dell’attuale crisi economica e dei possibili nuovi spiragli che s’intravedono attraverso le forme di economia solidale. Ascoltiamo ancora Leonardo Becchetti:

“Il Papa parla di micro-finanza, parla di fondi e banche etiche, parla di equo-solidale: in realtà, credo che sia una legittimazione fondamentale importante; lancia una sfida sia agli scienziati e ai ricercatori, per sottolineare in maniera rigorosa gli impatti di queste iniziative ed evidenziare quelli che possono essere i limiti; ma anche un grande riconoscimento a tutti coloro che, nella concretezza della vita quotidiana, hanno saputo dimostrare che questa novità è possibile”.

Il Santo Padre ci ricorda che l’economia, per funzionare correttamente, ha bisogno di un’etica che metta al centro la persona e non il profitto. Questa è l’unica strada per uscire dalla crisi. Domenico Bodega, docente presso la facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore:

“Innanzitutto, la centralità della persona che riguarda anche la sua libertà, che viene rivalutata e la coniuga con un concetto di responsabilità; sottolinea l’importanza della gratuità e della sua capacità di donare, e conferma poi il valore della fraternità, delle leggi sociali, del capitale umano che viene costruito attraverso il dono”.

E quindi, così, un’umanizzazione dell’impresa – come auspica Papa Benedetto – diventa possibile. Leonardo Becchetti:

“Non è solo possibile, è già realizzata in alcuni tipi d’imprese e in alcuni ambienti. Basta mettere al centro dell’attività dell’impresa un obiettivo sociale alto: quando questo avviene, le motivazioni dei lavoratori non sono più solo quelle economiche, ma sono anche motivazioni intrinseche. Ovviamente, le motivazioni intrinseche non vanno tradite, quindi bisogna anche stare attenti affinché poi le condizioni economiche dei lavoratori siano quelle giuste e l’impresa sia sostenibile. Però la grande sfida è questa, e ci sono già moltissimi pionieri che l’hanno realizzata e vinta”.

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