giovedì 3 settembre 2009

Dino Boffo smentisce le voci di dimissioni. Secondo la Cei il direttore di Avvenire «non ha commesso nulla di rilevante» (Conte)


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D'ora in poi non mi aspetto ma esigo che i vescovi manifestino con la stessa forza al Papa la solidarietà riservata a Boffo

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La notizia era stata pubblicata da un quotidiano. Secondo la Cei il direttore di Avvenire «non ha commesso nulla di rilevante»

Dino Boffo smentisce le voci di dimissioni

Il portavoce della Santa Sede accusa Feltri di voler «fomentare confusione diffondendo false accuse»

Domitilla Conte

ROMA

Il «giallo» sulle presunte dimissioni respinte del direttore dell'Avvenire, Dino Boffo – date per certe ieri mattina da un quotidiano – sembra risolversi in serata con una comunicazione del cdr del giornale dei vescovi alla redazione dopo un colloquio con l'interessato. «Non c'è niente, di niente, di niente», avrebbe detto Boffo ai suoi giornalisti: «voi sareste stati i primi a saperlo».
Al sesto giorno del caso aperto con la pubblicazione sul Giornale di Vittorio Feltri di una vecchia vicenda giudiziaria a carico dell'uomo posto da Ruini quindici anni fa alla guida del quotidiano cattolico, l'attenzione si concentra sul futuro di Boffo. Ma anche sui nuovi attacchi di Feltri, che ad una trasmissione radiofonica, parla di «una velina, fatta circolare dai servizi segreti del Vaticano».
Il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, perde per un attimo le staffe: in Vaticano non ci sono «servizi segreti» e, anche se si riferiva alla Gendarmeria, responsabile della sicurezza della Santa Sede, «smentisco nel modo più categorico – dice Lombardi – questa infondata affermazione». E accusa Feltri di voler «fomentare confusione diffondendo false accuse».
La Cei oggi ha scelto invece la linea del silenzio. All'indomani dell'attestazione di stima offerta dal Papa a Bagnasco, in ordine di tempo il quarto autorevole intervento ufficiale a sostegno della linea intrapresa dai vertici Cei sul caso Boffo, qualcuno, nella Conferenza episcopale, deve aver pensato che l'uragano fosse ormai quanto meno declassato a pioggia tropicale.
Invece no. Perchè ieri mattina, sopra le grida del Giornale («Il direttore di Avvenire ha mentito») e quelle di Avvenire («Le carte confermano, caso montato ad arte») si è levato il sussurro del Corriere della Sera che, senza citare fonti, annunciava che «ieri Dino Boffo è andato a Roma e ha presentato le dimissioni da direttore di Avvenire al presidente della Cei, Angelo Bagnasco, che le ha respinte».
Inutile chiedere spiegazioni: telefoni spenti, impegni urgenti, nessuna smentita ufficiale. «Non ce n'è bisogno – si limita a sottolineare un alto prelato – non dobbiamo rispondere a ogni articolo di giornale e in questo momento forse è meglio il silenzio». Una linea abbracciata in pieno dal cappellano di Montecitorio, mons. Rino Fisichella che, a margine della Summer school del Pdl a Frascati, dice: «Sono qui per fare lezione. Conoscete la mia propensione a parlare con i giornalisti ma quando non posso, non posso».
A invitare al silenzio sulla vicenda è anche il vicepresidente della Cei, mons. Agostino Superbo, il quale, dalla sua diocesi di Potenza, riconferma la solidarietà a Boffo, affermando che «non ha commesso nulla di rilevante».
A svelare, ma non del tutto, il mistero, è il cdr di Avvenire che nel pomeriggio riferisce alla redazione di un colloquio con il direttore. «E' vero – ha detto Boffo ai suoi giornalisti – ieri sono stato a Roma», ma l'articolista si è affidato a «semplici deduzioni».
Resta da chiedersi il perchè della diffusione di una simile notizia, che alcuni osservatori hanno definito «la materializzazione di un desiderio» di una parte del mondo cattolico.
Alimentano questa tesi gli editoriali che accompagnano la presunta notizia. La Cei – ha scritto lo scrittore Vittorio Messori – saputo delle vicende giudiziarie di Boffo, consumatesi tra il 2001 e il 2004, vere o no che siano avrebbe dovuto «cautelarsi», suggerirgli «di defilarsi, assumendo altre cariche, meno esposte a ricatti e scandali». E questo anche «se si fosse trattato di un equivoco».

© Copyright Gazzetta del sud, 3 settembre 2009

Leggo:

A invitare al silenzio sulla vicenda è anche il vicepresidente della Cei, mons. Agostino Superbo, il quale, dalla sua diocesi di Potenza, riconferma la solidarietà a Boffo, affermando che «non ha commesso nulla di rilevante».

Enno', Eccellenze! I Cattolici hanno diritto alla trasparenza ed alla chiarezza. La frase «non ha commesso nulla di rilevante» non ha alcun senso.
Non voglio piu' leggere o sentire la parola "silenzio" in bocca ai vescovi dopo tutto quello che e' accaduto in passato e che solo Papa Benedetto XVI ha risolto.
Attenzione allo scollamento con i fedeli! Ricordarsi sempre della chiosa dell'articolo di Messori: "Ma domande di un credente che sa che l’immagine della Chiesa non aveva biso­gno di un altro caso che permettesse a mol­ti di scuotere il capo borbottando, magari ingiustamente: «Tanto, lo sappiamo: i preti e i loro amici fanno i moralisti con noi ma loro, di nascosto, fanno anche peggio...»".

R.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Hai ragione,cara Raffaella,adesso i Presuletti stanno tirando un po' troppo la corda!Si preoccupano del governo,della stampa,degli umori dei giornalisti,delle quotazioni di borsa,di tutto.Di noi fedeli non gliene strafrega niente!Eugenio

Matz ha detto...

Oggi su Avvenire c'è questo articolo: http://www.avvenire.it/Cronaca/10+fALSITA_200909030611463970000.htm

Francamente più chiarificatore di così faccio fatica ad immaginare

francesco ha detto...

mah... non condivido né messori nè de mattei, nè giannino... vorrei vedere chi avrebbe l'onestà intellettuale che ha avuto Boffo nel produrre nel giro di così poco tempo tante e tali motivazioni serie, documentate e "discrete" su una questione che si rivela sempre più un attacco diretto alla Chiesa attraverso un (presunto) anello debole...
fa bene Boffo (e i vescovi italiani con lui) a non dare adito alla tentazioni delle "dimissioni" a causa dell'immagine: sarebbe come dire che basta fare qualche calunnia per mettere all'angolo qualche persona
mi pare che il fatto che della questione già i vescovi della CEI erano informati e la loro linea seguita all'eoica sia la migliore garanzia per i cattolici sinceri
molto bene anche il fatto che a "difendersi" sia Boffo e non qualche vescovo...
l'unico elemento che rimane preoccupante è "chi ha interesse a colpire la Chiesa? e perché?"

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente quanto dici, cara Raffaella. Mi dispiace davvero che i Vescovi continuino a coprire le malefatte di Boffo dicendo che non ha commesso nulla di rilevante. Vorrei ricordare ai Pastori che essi sono stati posti lì dove sono a garanzia della fede del popolo di Dio. Non mi pare oggi che essi svolgono questo alto compito, ma che servano solo logiche di partito e di parte. Guardiamo al Santo Padre, il quale da "solo" sta facendo chiarezza su certi scandali senza nessun appoggio da parte dei vescovi, o di una esigua minoranza. Care Eccellenze, il Signore vi renderà conto anche di questo a voi, che pur di salvare uno solo, peccatore e che ha continuato impunemente a scandalizzare la Chiesa, avete perso anche le 99 pecore che vi erano state affidate.

Antonio ha detto...

Come non darti ragione, Raffaella!
Qui siamo al do ut des...Boffo ha gonfiato la Cei attribuendole poteri che non ha e dandole una visibilità mondana e narcisistica.
Per molti presuli è tremendo non essere in prima pagina sui giornali...
La Cei lo ha ricambiato difendendolo...
I fedeli non sono stupidi,sono costernati e indignati.
L'atmosfera è da fine Impero.
I vescovi italiani credono che Boffo sia Stilicone,ma se aprono gli occhi, riconosceranno che è peggio di Rufino!

euge ha detto...

Cara Raffaella condivido la tua tesi.