giovedì 26 novembre 2009

Benedetto XVI, "Pensieri sull' Eucaristia": introduzione del Prof. Lucio Coco


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Cari amici, come preannunciato nel primo pomeriggio, e' in libreria il bellissimo volume "Benedetto XVI, Pensieri sull' Eucaristia a cura del Prof. Lucio Coco, Libreria Editrice Vaticana 2009".
Su gentilissima concessione del curatore, Professor Lucio Coco, il blog pubblica l'introduzione al testo.
Grazie ancora per questo bellissimo regalo
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Raffaella

Introduzione

Nella Eucaristia Cristo ci dà il suo Corpo e ci fa suo Corpo.

Benedetto XVI

In questo nuovo volume della serie dei “Pensieri” di papa Benedetto XVI sono raccolte le riflessioni e le meditazioni del Santo Padre sulla santa Eucaristia, il mistero che realizza il cammino di iniziazione cristiana di identificazione e conformazione a Cristo «e si pone come centro e fine di tutta la vita sacramentale» (cfr Sacramentum Caritatis 17).

«Fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa» l'Eucaristia è il sacramento dell'amore: di Cristo che sceglie di offrire se stesso, del suo sacrificio per noi; e dell'uomo che attraverso di essa si lascia continuamente raggiungere da questo dono, si lascia trasformare dal sacramento del suo Corpo e del suo Sangue che lo rende a sua volta capace di donarsi e di dare la vita per gli altri.
L'Eucaristia è al centro di uno scambio tra Dio e l'uomo che non è avvenuto solo una volta nella storia ma si rinnova sulle migliaia di mense di ogni giorno in cui il Signore torna a farsi pane e vino, a spezzarsi nelle messe del mondo, a frantumarsi e a fare dono di sé agli uomini.
E di nuovo gli uomini tornano a mangiare di questo pane e a bere di questo vino, tornano a nutrirsi di questo mistero per donarsi di nuovo, per farsi nuovamente «pane spezzato ad altri uomini» (Omelia 23.10.05) e parteciparsi in tal modo tra di loro la fatica e l'impegno nella fede e nella vita. «Il Corpo e il Sangue di Cristo – dice papa Benedetto – sono dati a noi affinché noi stessi veniamo trasformati a nostra volta» (Omelia 21.8.05). Noi stessi dobbiamo diventare Corpo di Cristo per fare di noi una grande offerta che, come quella di Cristo sull’altare, ci vuole ogni giorno vittime e agnelli, ostie a nostra volta, particole con cui noi stessi dobbiamo nutrire gli altri perché si realizzi anche oggi il mistero del suo e nostro sacrificio.
L'Eucaristia è il sacramento dell'unione con il Signore vivente: «Dio non è più soltanto di fronte a noi, come il Totalmente Altro. È dentro di noi, e noi siamo in Lui. La sua dinamica ci penetra e da noi vuole propagarsi agli altri e estendersi a tutto il mondo, perché il suo amore diventi realmente la misura dominante del mondo» (Omelia 21.8.05).
Essa ci rende partecipi dell'azione di Cristo che ci attrae a sé e «ci fa uscire da noi stessi per fare di noi tutti una cosa sola con Lui» (Omelia 29.5.05).
L'Eucaristia è il sacramento dell'unità, come scrive san Paolo: «Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo» (1Cor 10,17). Poiché riceviamo il medesimo Signore ed Egli ci accoglie e ci attira dentro di sé, siamo una cosa sola anche tra di noi.
Ma a papa Benedetto interessa sottolineare pure il riflesso esistenziale e pratico di questo essere nutriti da Gesù, di questo cibarsi di Lui che dà luogo a un processo di assimilazione dell'uomo a Cristo che «deve manifestarsi nella vita. Deve mostrarsi nella capacità del perdono. Deve manifestarsi nella sensibilità per le necessità dell'altro. Deve manifestarsi nella disponibilità a condividere. Deve manifestarsi nell'impegno per il prossimo, per quello vicino come per quello esternamente lontano, che però ci riguarda sempre da vicino» (Omelia 21.8.05).
Noi possiamo ricevere questi “pensieri eucaristici” del Santo Padre come una guida per accostarci all'Eucaristia e al suo mistero da credere, da vivere e da adorare.
A tal proposito papa Benedetto non si stanca mai di sottolineare l'importanza dell'adorazione, per la cui comprensione ricorre spesso alla doppia etimologia greca e latina del termine. La parola greca è infatti proskýnesis che indica un gesto di sottomissione. Il vocabolo latino ad-oratio indica invece il contatto fisico, l'abbraccio, il bacio e rinvia a un contesto amoroso nel quale è già implicito un rapporto d'unione con il Signore, con colui che è Amore (cfr Discorso 13.3.09).
Nell'adorazione noi possiamo crescere e maturare nella consapevolezza che il cuore stesso della Chiesa, il cuore della vita di ogni cristiano, è essenzialmente eucaristico in quanto porta Cristo con sé. Come i gesti di Maria che, incinta di Gesù, si reca “in fretta” da Elisabetta, che era già al sesto mese di gravidanza, si fanno premurosi e attenti, così questi si carica di sollecitudine per l'altro, si apre a esperienze di carità operosa perché sente vivo il legame con Cristo. Il suo cuore esprime gratitudine perché avverte che c'è stato l'incontro con la sua grazia, perciò noi chiamiamo questo avvenimento Eucaristia, che significa proprio ringraziamento.

Lucio Coco

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