giovedì 26 novembre 2009

Congo: chi aiuta chi? Missionari accusati di complicità con i ribelli. Detto dalla meno credibile delle missioni Onu nel mondo (Anna Pozzi)


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Riceviamo e con piacere e gratitudine pubblichiamo:

Africa

R.D. Congo: chi aiuta chi?

di Anna Pozzi

Missionari accusati di complicità con i ribelli. Detto dalla meno credibile delle missioni Onu nel mondo

Che la missione Onu per il Congo (Monuc) sia stata un fallimento ora lo ammette anche l’Onu stesso.
Ma arrivare ad accusare dei missionari di complicità con i ribelli - come rilancia con grande enfasi il sito www.corriere.it in questo articolo - significa in dieci anni non averci capito proprio niente. Perché quelli dell’Onu, al contrario dei missionari, non ci sono mai stati veramente dentro il caos del Congo, salvo farsi beccare in traffici di materie prime e armi.
È paradossale, triste e scandaloso leggere in un rapporto delle Nazioni Unite i nomi di padre Franco Bordignon e di padre Piergiorgio Lanaro, entrambi saveriani, insieme a quelli di un sacerdote ruandese e di un missionario belga.
Padre Franco lo conoscono tutti nel Sud Kivu. Lo conoscono per essere uno dei leader più attivi e credibili della società civile. Di quelli che sanno leggere la complessità delle cose e che è capace di distinguere in una terra dove è difficile dire cosa è bianco e cosa è nero.
Le stesse Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (Fdlr), di cui i missionari sarebbero complici, sono oggi una realtà estremamente complessa, in cui si mischiano agli ex responsabili del genocidio ruandese, molti giovani nati e cresciuti in Congo, donne e bambini, intere famiglie che da quindici anni vivono - spesso in condizioni penose – nell’est del Congo, lontane dai loro luoghi di origine. È vero, i missionari aiutano anche queste famiglie, aiutano queste donne e i loro figli, e può essere che abbiano curato anche dei miliziani malati o feriti. Così come lo hanno fatto con i militari dell’esercito, spesso loro stessi responsabili di atrocità contro i loro concittadini, o con i guerrieri mayi mayi, che non sono proprio dei gentlemen, anzi… Quando qualcuno si affaccia alla porta di un dispensario, specialmente in una situazione di violenza e degrado come quella del Kivu, missionari e missionarie non chiedono certo le carte d’identità (che peraltro non esistono!) e non fanno il terzo grado: curano, assistono, aiutano chi ne ha bisogno.
Dal canto loro, le Nazioni Unite hanno aiutato con sostegno logistico e strategico l’esercito congolese, intergrato dagli ex ribelli di Laurent Nkunda (quelli che rapivano e arruolavano bambini, occupavano Goma e Bukavu) nelle fallimentari operazioni Umoja Wetu e Kimya II.
Che in nulla sono servite per debellare le famigerate Fdlr. In compenso hanno provocato, solo nelle scorse settimane, almeno cinquecento morti tra la popolazione civile. Forse bisognerebbe puntare il dito un po’ più responsabilmente contro questo genere di “aiuti”…
Per chi vuole capire davvero il dramma della Repubblica Democratica del Congo anticipiamo questo reportage che aprirà il nostro servizio speciale di sedici pagine con testimonianze raccolte sul posto in questa Paese martoriato. Un racconto utile per capire davvero il contesto in cui sarebbero maturati i fatti di cui si parla nell'articolo apparso sul sito del Corriere. Clicca qui per leggere l'articolo.

http://www.missionline.org/index.php?l=it&art=1882

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