venerdì 27 novembre 2009
Giornata del migrante: il Messaggio del Papa (Sir)
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GIORNATA DEL MIGRANTE: IL MESSAGGIO DEL PAPA
Ai migranti e ai rifugiati minorenni, ai bambini cioè “lasciati in abbandono”, a quelli “a rischio di sfruttamento” e che “privi dell’appoggio della famiglia” vivono “innumerevoli e talora gravi disagi e difficoltà” è rivolto quest’anno il messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato presentato questa mattina in sala stampa vaticana. La celebrazione di questa Giornata – scrive il Papa - “mi offre nuovamente l’occasione di manifestare la costante sollecitudine che la Chiesa nutre verso coloro che vivono, in vari modi, l’esperienza dell’emigrazione”. Si tratta di un fenomeno che ”impressiona per il numero di persone coinvolte, per le problematiche sociali, economiche, politiche, culturali e religiose che solleva, per le sfide drammatiche che pone alle comunità nazionali e a quella internazionale”, aggiunge ricordando quanto scritto nella Caritas in Veritate: il migrante “è una persona umana con diritti fondamentali inalienabili da rispettare sempre e da tutti”. Poi il pensiero del Papa va ai “più piccoli” ricordando che “Gesù stesso da bambino ha vissuto l’esperienza del migrante”. Ed osserva: “Se la Convenzione dei Diritti del Bambino afferma con chiarezza che va sempre salvaguardato l’interesse del minore”, purtroppo “nella realtà questo non sempre avviene”.
“Mentre cresce nell’opinione pubblica – spiega il Papa - la consapevolezza della necessità di un’azione puntuale e incisiva a protezione dei minori, di fatto tanti sono lasciati in abbandono e, in vari modi, si ritrovano a rischio di sfruttamento”. Da qui l’auspicio “che si riservi la giusta attenzione ai migranti minorenni, bisognosi di un ambiente sociale che consenta e favorisca il loro sviluppo fisico, culturale, spirituale e morale”. Papa Ratzinger cita poi “un aspetto tipico della migrazione minorile” che è costituita dalla situazione dei ragazzi nati nei paesi ospitanti oppure da quella dei figli che non vivono con i genitori emigrati dopo la loro nascita, ma li raggiungono successivamente: “questi adolescenti fanno parte di due culture con i vantaggi e le problematiche connesse alla loro duplice appartenenza, condizione questa che tuttavia può offrire l’opportunità di sperimentare la ricchezza dell’incontro tra differenti tradizioni culturali”. Per questo è “importante che ad essi sia data la possibilità della frequenza scolastica e del successivo inserimento nel mondo del lavoro e che ne vada facilitata l’integrazione sociale grazie a opportune strutture formative e sociali. Non si dimentichi mai che l’adolescenza rappresenta una tappa fondamentale per la formazione dell’essere umano”.
Benedetto XVI ricorda poi i minori rifugiati che chiedono asilo, “fuggendo per varie ragioni dal proprio paese, dove non ricevono adeguata protezione. Le statistiche rivelano – scrive - che il loro numero è in aumento. Si tratta dunque di un fenomeno da valutare con attenzione e da affrontare con azioni coordinate, con misure di prevenzione, di protezione e di accoglienza adatte, secondo quanto prevede anche la stessa Convenzione dei Diritti del Bambino”. Il messaggio si conclude con un duplice appello. Alle parrocchie e alle molte associazioni cattoliche chiede di compiere “grandi sforzi per venire incontro alle necessità di questi nostri fratelli e sorelle”. Poi, esprimendo “gratitudine” per quanto si sta facendo con “grande generosità”, invita i cristiani “a prendere consapevolezza della sfida sociale e pastorale che pone la condizione dei minori migranti e rifugiati”. “L’accoglienza e la solidarietà verso lo straniero, specialmente se si tratta di bambini – sottolinea il Papa -, diviene annuncio del Vangelo della solidarietà”. Benedetto XVI invoca infine l’aiuto dei “responsabili delle Nazioni, degli Organismi e delle istituzioni internazionali perché promuovano opportune iniziative a loro sostegno”.
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