sabato 28 novembre 2009

Con i Presidenti di Cile ed Argentina Benedetto XVI esalta il coraggio di Giovanni Paolo II (Izzo)


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Il Papa ai Presidenti di Cile ed Argentina: "Il conseguimento della pace, in effetti, richiede la promozione di un'autentica cultura della vita, che rispetti pienamente la dignità dell'essere umano, unita al rafforzamento della famiglia come cellula primaria della società. Richiede anche la lotta contro la povertà e la corruzione, l'accesso a un'educazione di qualità per tutti, una crescita economica solidale, il consolidamento della democrazia e lo sradicamento della violenza e dello sfruttamento, soprattutto nei riguardi delle donne e dei bambini" (Discorso)

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Il Papa: sostare in silenzio per capire una Presenza

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Eccomi qui :-))

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Prossimamente in libreria "Benedetto XVI oltre le mode del pensiero" di Francesco Antonio Grana. In anteprima la prefazione del card. Michele Giordano

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

PAPA: CON PRESIDENTI CILE E ARGENTINA ESALTA CORAGGIO WOJTYLA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 28 nov.

La guerra che stava per scoppiare nel 1978 tra Argentina e Cile fu fermata dall'iniziativa di Giovanni Paolo II che promosse una mediazione "mosso da sentimenti di affetto per queste due care nazioni, in sintonia con il suo instancabile lavoro come messaggero e artefice di pace".
Lo ha ricordato oggi Benedetto XVI nell'incontro con Cristina Kirchner e Michelle Bachelet, le presidenti dell' Argentina e del Cile, hanno chiesto di celebrare insieme in Vaticano i 25 anni della pace fra i due paesi dopo la controversia territoriale sul canale di Beagle che datava da un secolo prima. Lo scontro armato sembrava imminente ma fu evitato grazie al coraggio di Papa Wojtyla, che appena eletto si espose al rischio di un fallimento diplomatico, inviando nelle due capitali un suo emissario, il card. Antonio Samore', che riusci' a aprire uno spiraglio. Dopo appnea qualche mese, a Montevideo, i due governi firmarono un preaccordo chiedendo la mediazione personale del Papa, al quale affidarono la soluzione dell'annosa controversa. Il trattato raggiunto fu dopo 5 anni di serrate trattative in Vaticano, ha detto oggi Benedetto XVI "e' un esempio lampante della forza dello spirito umano e del desiderio di pace contro la barbarie e l'irrazionalita' della violenza e della guerra per risolvere le divergenze", ha sottolineato Ratzinger. "Ancora una volta - ha aggiunto Ratzinger - dobbiamo ricordare le parole che il mio predecessore, Papa Pio XII, pronuncio' in momenti particolarmente difficili della storia: 'Nulla e' perduto con la pace. Tutto puo' essere perduto con la guerra'. E' pertanto necessario perseverare in ogni momento con volonta' ferma e fino alle ultime conseguenze nel tentativo di risolvere le controversie con un reale desiderio di dialogo e di accordo, attraverso negoziati pazienti e necessari compromessi, e tenendo sempre conto delle giuste rivendicazioni e dei legittimi interessi di tutti". "Affinche' la causa della pace si faccia strada nelle menti e nei cuori di tutti gli uomini e, soprattutto, di coloro che sono chiamati a servire i propri cittadini dalle piu' alte cariche delle nazioni, e' necessario - ha ricordato ancora il Papa tedesco - che si basi su forti convinzioni morali, nella serenita' degli animi, a volte tesi e polarizzati, e nella ricerca costante del bene comune nazionale, regionale e globale. Il perseguimento della pace, in effetti, richiede la promozione di un'autentica cultura della vita che rispetti la dignita' umana nella sua pienezza, combinato con il rafforzamento della famiglia come cellula fondamentale della societa'". Per il Pontefice, la causa della pace "richiede anche la lotta alla poverta' e la corruzione, l'accesso a un'istruzione di qualita' per tutti, un supporto alla crescita economica, il consolidamento della democrazia e l'eliminazione della violenza e di sfruttamento, in particolare contro donne e bambini'. In occasione della commemorazione, l'Osservatore Romano pubblica oggi due articoli a firma dei ministri degli esteri dei due Paesi.
Dopo l'incontro con il Papa nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, le presidenti Kirchner e Bachelet sono scese nelle Grotte Vaticane per un momento di preghiera davanti alla tomba di Giovanni Paolo II. Accolte dal card. Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro, e dai rappresentanti cileni e argentini, le presidenti hanno deposto due corone di fiori. "Un gesto - ha commentato Comastri - di sentita gratitudine a un vero artefice di pace".
Infine, una tappa nei Giardini Vaticani dove le la Kirkner e la Bachelet hanno scoperto una targa nella Casiana Pio IV, che fu sede per cinque anni delle trattaive mediate da Karol Wojtyla. Nell'occasione, il segretario di Stato,
card. Tarcisio Bertone, ha ricordato in un breve discorso di saluto che "Cile e Argentina, per quanto separate fisicamente dalle Ande sono due nazioni sorelle strettamente unite da un identico patrimonio religioso, culturale e linguistico". Con la mediazione di Papa Wojtyla "si e' evitata tragedia irreparabile che avrebbe lasciato un segno per decenni", ha affermato in risposta a Bertone la presidente Kirchner ricordando che tra i due paesi corre "la seconda frontiera piu' lunga del mondo" e dando voce all'"emozione dell'Argentina che - ha detto - in questi tempi di convulsioni politiche e religiose riconosce al Vaticano di essere un buon mediatore nel mondo, con nessun altro interesse che il perseguimento della pace". A questi sentimenti si e' associata anche la presidente Bachelet per esprimere "l'immensa gioia di tutto il popolo cileno". La targa che abbiamo scoperto - ha detto - e' una testimonianza del destino storico di amicizia di questi due paesi e del grande apporto del Vaticano". "Dopo 25 anni - ha assiccurato - il cammino di coooperazione e collaborazione continua e si e' approfondito: i voti del Papa che chiedeva al Signore un aiuto per la pace tra questi due paesi si sono relizzati perche' oggi camminano insieme con molte iniziative comuni". La targa che e' stata scoperta alla Casina Pio IV dei Giardini Vaticani ricorda con la sua scritta latina l'evento di oggi: Benedetto XVI nel V anno del pontificato ha commemorato il 25esimo del Trattato di amicizia tra raggiunto con la mediazione di Giovanni Paolo II. La targa e' firmata dalle due presidenti.
In occasione della commemorazione, l'Osservatore Romano pubblica oggi due articoli a firma dei ministri degli esteri dei due Paesi. "Nella relazione fra i nostri Paesi si coniugano un passato storico comune e un solido presente di cui siamo orgogliosi e che ci permette di intravedere un futuro promettente", scrive il ministro argentino Jorge Enrique Taiana, sottolineando che "senza dubbio, il Trattato firmato nel 1984 e' stato fondamentale nello sviluppo della relazione strategica fra i due Paesi ed e' stato grazie alla mediazione di Giovanni Paolo II che abbiamo potuto recuperare i nostri vincoli di amicizia e progettare un futuro di pace e di prosperita' per i nostri popoli". "In questa occasione in cui i presidenti del Cile e dell'Argentina rendono visita al Papa per sottolineare il valore della pace, permettetemi come cileno - aggiunge da parte sua Mariano Fernandez - di ricordare la prima Giornata mondiale della pace del 1968 e di citare la bella frase con cui Papa Paolo VI ringrazio' il Signore per i desideri, gli sforzi, le realizzazioni che il suo Spirito di pace ha suscitato nel nostro tempo, per sostituire l'odio con l'amore, la diffidenza con la comprensione, l'indifferenza con la solidarieta'". Per il ministro degli esteri della Repubblica del Cile, "oggi questa affermazione e' piu' attuale che mai".

© Copyright (AGI)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Affetto da diplomatite acuta, vorrei cogliere un brevissimo istante per salutare il Presidente di questo blog: Raffaella.
Ti leggo sempre!
A presto!
Piero