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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:
BIOETICA: CROCIATA, I CATTOLICI SONO NELLA ''FOSSA DEI LEONI''
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 26 nov.
L'immagine del profeta Daniele che ''supera indenne la prova della fossa dei leoni'', e' stata evocata oggi dal segretario della Cei, mons. Mariano Crociata, per ricordare - inaugurando l'anno accademico all'Universita' Cattolica di Roma - la necessita' della piu' assoluta coerenza da parte dei credenti impegnati nelle attivita' mediche e sanitarie''.
''Molto piu' che per altri aspetti della vita sociale - ha osservato Crociata - la responsabilita' etica risalta la' dove e' in gioco la persona umana gravata da malattie, provata dal dolore, o sospesa sotto la minaccia incombente della morte''. E il Policlinico universitario Agostino Gemelli, ha aggiunto, ''con le strutture ad esso afferenti, evoca prontamente la dimensione etica dell'attivita' medica e sanitaria che vi si svolge''.
Per mons. Crociata, ''l'essere risparmiato di Daniele da parte dei leoni diventa, nella apparente ingenuita' della narrazione biblica, il segno che la fedelta' a Dio trova comunque sempre un premio''. ''In un tempo che vede oscillare molti tra il nichilismo rappresentato in forma estrema dal terrorismo autodistruttivo e un consumismo in forza del quale tutto si compra ma niente ha valore duraturo, noi credenti - ha scandito il presule - siamo chiamati a testimoniare in modo sobrio e radicale insieme il valore esaltante di una vita umanamente piena perche' piena di Dio''.
''La sfida per voi - ha tenuto a ricordare rivolto ai futuri medici e operatori sanitari e ai loro docenti - e' fare della passione per Dio l'anima della passione per la scienza, per la cura di chi e' malato, per il benessere pienamente umano di ogni persona''. ''Senso dell'esperienza umana e impegno etico - ha spiegato - o sono cristiani nativamente e strutturalmente o non lo sono affatto: il cristianesimo non puo' essere ridotto ad una verniciatura superficiale su una parete gia' completa e finita di suo''.
Nel contesto di questo richiamo, mons. Crociata ha sottolineato che il messaggio cristiano della speranza e' opposto ''alla tentazione di chi si sente oppresso da una angoscia mortale e dalla disperazione di fronte ad un mondo segnato da violenza e morte''. In una visione di fede, infatti, ''il rapporto con la fine, quindi anche il rapporto con la morte, e' anticipatamente rapporto con la vita e, propriamente, con la pienezza della vita che e' vita eterna: di qui - ha concluso - l'invito a risollevarsi e ad alzare il capo, a condurre la nostra esistenza senza lasciarci rinchiudere nel corto circuito dei nostri drammi, dei nostri problemi, perfino del nostro lavoro e delle nostre fatiche, senza falsi provvidenzialismi e senza indulgenze di sorta al dolce far niente, e meno ancora pero' alla paura paralizzante e disperata''.
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