lunedì 24 novembre 2008

E il giudice ordina: «Via i crocifissi dalle scuole spagnole» (Mattei)


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E il giudice ordina: «Via i crocifissi dalle scuole spagnole»

di Davide Mattei

Madrid

Con una sentenza che non ha precedenti nella storia del Paese, un giudice spagnolo ha ordinato a una scuola di Valladolid di ritirare i crocifissi da tutte le aule e i luoghi comuni dell'edificio per non ferire i diritti fondamentali di uguaglianza e libertà religiosa sanciti dalla costituzione spagnola. La sentenza ha subito riaperto una polemica ciclica e mai conclusa nel Paese sui limiti della laicità, soprattutto nelle istituzioni pubbliche. Solo lo scorso luglio infatti Zapatero aveva annunciato una legge sulla progressiva scomparsa dei simboli e delle liturgie religiose dagli spazi pubblici e dagli atti ufficiali, finora non presentata.
Il giudice Alejandro Valentín è partito dal concetto di stato anticonfessionale, sancito dalla costituzione del 1978, per chiedere il ritiro dei simboli religiosi dall'istituto Macías Picavea della cittadina spagnola. «La presenza di simboli», come il crocifisso, «laddove ci siano minori in fase formativa di volontà ed intelletto, può provocare in loro la sensazione che lo Stato sia più vicino alla religione cattolica rispetto ad altre confessioni», si legge nella sentenza che adesso obbliga il centro scolastico a staccare crocifissi appesi alle pareti della scuola pubblica dal lontano 1930.
La decisione del magistrato, contro la quale è possibile un ricorso, nasce dalla denuncia di alcuni genitori appartenenti all'associazione culturale Escuela Laica che, dopo aver chiesto invano al consiglio di istituto di rimuovere i simboli religiosi, decisero nel settembre 2005 di fare denuncia.
Il consiglio del Macías Picavea si era infatti riunito e, con votazione segreta, aveva deciso di non cedere alle richieste di quei genitori, che adesso esultano. «Lottavamo da tre anni per l'eliminazione dei crocifissi. Siamo contrari a che stiano sopra la lavagna, presiedendo l'attività didattica», spiegava ieri Fernando Pastor. Per lui, padre di una bambina del Macías, la questione non è essere contrari ai crocifissi, «ma alla loro imposizione».
Ben diverse le reazioni dei genitori cattolici, che parlano di una decisone «infelice». L'associazione Concapa accusava ieri il giudice di laicismo radicale e ricordava che «l'Europa nasce da basi culturali cristiane e il crocifisso è semplicemente il simbolo di questa cultura». Anche il portavoce dell'Osservatorio per la libertà religiosa e di coscienza stigmatizzava il fatto che «con la sentenza si trasforma una questione socioculturale in uno strumento per la diatriba». Per il Centro giuridico Tommaso Moro «il cristianesimo è parte della nostra storia e se vogliamo fare scuole neutre non dovremmo dare neanche riferimenti politici o morali. E così facendo svuoteremmo tutto».
Sul versante politico si è già aperto il fronte di chi propone l'estensione della misura a tutte le scuole. A chiederla è il gruppo socialista nel parlamento della Castiglia León - di cui Valladolid è capitale - che chiede alla camera di estendere d'ufficio la rimozione dei simboli religiosi a tutti gli istituti della regione. I socialisti si lamentano che il governo regionale non abbia preso l'iniziativa - come successe a Jaén nel 2006, dove la regione Andalusia rimosse i crocifissi su richiesta di alcuni genitori - e abbia lasciato fare ai tribunali. Ora la sentenza, arrivata 30 anni dopo la morte del dittatore Franco che fece del cattolicesimo la religione di Stato, e in una città che fu la capitale del cattolico Impero Spagnolo, rischia di aprire vecchie ferite mai cicatrizzate.

© Copyright Il Giornale, 24 novembre 2008 consultabile online anche qui.

Gravissima decisione, ma non mi stupisce!
In questo momento Fuccillo, su Rainews24, gongola per una decisione storica (a suo avviso) che trova spazio sulle prime pagine dei giornali d'Italia sempre attenta alle questioni che riguardano il potere temporale della Chiesa.
Che cosa c'entra il potere temporale? Non l'ho capito neanche io, chiedetelo a Fuccillo...
Chissa'...forse la sentenza (politica!) serve a "coprire" ben altri problemi.
Quali? Eccoli
:

Giù l’economia e Zapatero non vola più

“Zapatero, un radical-chic in crisi di protagonismo

"Zapatero usa la laicità per nascondere la crisi"

FOTO: Barcellona, "Sagrada Famiglia"

14 commenti:

mariateresa ha detto...

il Fuccillo è uomo che si accontenta di poco per gongolare.
Come dicono a Venezia: "Poareto!".
Se queste sono le battaglie per il progresso....

euge ha detto...

cara mariateresa per questo gesto assurdo, fatto per coprire le macagne di Zapatero, sicuramente oltre al gongolante Fuccillo ci sarà anche chi parlerà di civiltà e di progresso.
Relegare Dio nell'angolo è molto più semplice e comodo che metterne in pratica gli insegnamenti; del resto l'uomo di oggi, con la sua arroganza questo vuole relegare la religione ad un fatto privato ovviamente, da modellare sui propri comodi. Questo però succede anche perchè in certi casi la chiesa stessa a creare confusione ed a questo proposito, non posso che essere d'accordo su quanto detto dal Card. Giacomo Biffi nel suo libro.

Anonimo ha detto...

Ricordo che Franco, quel Franco, quello che i crocefissi li piazzava nelle scuole (e non solo) è morto ... temo irrimediabilmente ....

"Relegare Dio nell'angolo è molto più semplice e comodo che metterne in pratica gli insegnamenti..."

Far fare al crocifisso in una scuola ciò che dovrebbero invece fare i cristiani con la loro testimonianza è ancora più comodo.

mariateresa ha detto...

è una povera storia. e anche vecchia, riproposta periodicamente dalle macerie della propria inconsistenza.
Chi ha qualche annetto come me, se ne ricorda.

gemma ha detto...

anche Stalin , quello che i crocifissi li faceva strappare dalle pareti è morto...
Lasciamo stare le ideologie estreme che hanno provocato danni e soffocato libertà da entrambe le parti.
Certo, i cristiani devono innanzitutto testimoniare il Vangelo e non predicare bene e razzolare male, come tanti politici di casa nostra che usano la reverenza al Papa per fini elettorali, ma a me questa stizza nei confronti del crocifisso mi sa tanto di strumentalizzazione politica della parte opposta, sfregio simbolico contro la chiesa. La laicità e la libertà religiosa altrui credo che centrino pochissimo, altrimenti non si spiega come certe decisioni mirino sempre e solo a colpire i simboli cristiani. Nelle scuole italiane, per esempio, si tende insidiosamente a togliere il crocifisso mentre pullulano i veli e si modificano i menù delle mense. Si fa uno strappo alla legge che vieta di girare in pubblico a volto coperto. In alcuni luoghi di lavoro sono previste pause per i momenti di preghiera sul tappetino. Ciascuno può vestirsi e mangiare ciò che vuole o usare la pausa pranzo per pregare, certo, ma quando certe attitudini non rientrano più nella moda e nel gusto personale ma sono "religione", o conviviamo coi simboli di ciascuno o il fatto privato deve valere per tutti.

Anonimo ha detto...

"...a me questa stizza nei confronti del crocifisso mi sa tanto di strumentalizzazione politica della parte opposta..."
Non mi risulta che fra le motivazioni addotte ce ne siano di tali da poter parlare di un attacco alla chiesa cattolica.

"...non si spiega come certe decisioni mirino sempre e solo a colpire i simboli cristiani."
Direi che Italia come in Spagna non mi risulta che ci siano simboli di religioni diverse da quella cristiana esposti praticamente in ogni luogo pubblico.

"...pullulano i veli e si modificano i menù delle mense."
Confonde un simbolo personale, il velo, che equivale ad una medaglietta della madonna o ad una collana con un crocefisso, con un simbolo religioso esposto da parte di una istituzione che, fino a prova del contrario, dovrebbe essere laica. Sui piatti che si distribuiscono nelle mense è d'uso comune il pesce del venerdì, quindi ...

"In alcuni luoghi di lavoro sono previste pause per i momenti di preghiera sul tappetino."
Cosa che agli imprenditori fa molto comodo, creda! A fronte di pochi minuti persi per la preghiera (sempre meglio che la pausa concessa per la sigaretta) si hanno persone disposte a lavorare di domenica o a Natale. Lo scambio mi pare buono. Se volessimo pareggiare anche questo allora dovremmo togliere il tempo della preghiera agli islamici e le festività cristiane allo stesso modo. Lei sarebbe daccordo?

"...o conviviamo coi simboli di ciascuno o il fatto privato deve valere per tutti."
Se il fatto è e rimane nella sfera del privato non c'è modo di impedire niente (escluso il penale) a nessuno, ma se il fatto non è privato ...

Raffaella ha detto...

Il problema per i laicisti non e' il crocifisso come simbolo di fede (i laicisti se ne infischiano delle religioni perche' hanno un proprio credo: lo Stato o l'ateismo, a seconda dei casi...), ma come simbolo culturale.
La croce e' li', nelle scuole, nei tribunali, nelle case, in tutte le citta' in cui ci sono chiese, a ricordarci che l'Europa ha radici cristiane e che il tanto decantato Illuminismo, brandito come un'arma, non ci sarebbe mai stato se i "Lumi" non fossero stati allevati nella cultura cristiana e cattolica.
L'Europa non esisterebbe senza la straordinaria operosita' dei monaci, senza Dante, senza il principio di uguaglianza che permea ogni pagina del Vangelo.
E' questo che da' fastidio!
Ricordiamoci, pero', che la fede cristiana e' stata perseguitata, in vari modi, per due millenni e che molti dei regimi che hanno tentato di distruggerla, ora, non esistono piu'.
R.

gemma ha detto...

mi dispiace ma resto della mia idea, anche perchè alle volte mi pare che si parlino proprio lingue diverse. Resto convinta del fatto che il velo non sia un capo di vestiario, ma un simbolo religioso purtroppo non sempre indice di libertà da parte di chi lo indossa. Da donna, non lo nego, la sua influenza culturale futura mi spaventa ed è per questo forse che più di altri batto su questo punto. La croce sul decolletè la si indossa anche in modo volutamente blasfemo, come fa Madonna. L'ora di religione cattolica è facoltativa, si può non frequentare ma un'insegnante di lettere e filosofia col velo esibisce in cattedra un simbolo religioso e culturale ben preciso, nè più nè meno che come il crocifisso al muro. Dal mio punto di vista, potrebbero convivere entrambe, insieme a Darwin. Ma se infastidisce l'uno, qualcun'altro potrebbe provare disagio di fronte alla persistenza dell'altro e non mi pare una buona base su cui costruire una società multiculturale, anche perchè l'uno è destinato a sparire per legge e l'altro ad aumentare.
Sarà che non vivo nei salotti ma con certe realtà quotidiane mi ci confronto tutti i giorni.E i simboli religiosi in pubblico non sempre sono privati come la medaglietta al collo ma spesso fanno parte del culto, la cui pratica permea ogni momento della vita dei fedeli e le leggi cui attenersi. Non fingiamo di non sapere che la maggior parte di noi non vive (purtroppo) secondo il Vangelo ma altri vivono invece in tutto e per tutto secondo il Corano. E a scuola si fa cultura e maturano le radici delle future generazioni. Non svendo le mie radici a così poco prezzo e mi piacerebbe che la scuola e la società futura non fossero influenzate solo da chi ora appane meno insidioso a chi si vuole liberare dalle ingerenze clericali.
Perchè è solo di questo che si tratta, vista la parte politica da cui arrivano certe proposte.
Il crocifisso e le feste cristiane hanno fatto parte dell'Europa per secoli e non si possono sradicare radici secolari a colpi di legge o per decisioni del governo di turno se la sensibilità popolare non è ancora pronta a questo. Su questo punto possiamo e dobbiamo discutere ma temo che ciascuno resterà della sua opinione, anche perchè si vanno a toccare convincimenti profondi e tradizioni di molte persone oneste, non sempre pecoroni acefali o criminali che dietro il crocifisso hanno nascosto nefandezze, visto che si tirano in ballo sempre e solo quelli dimenticando quanto di buono è stato ispirato da quella croce.

Anonimo ha detto...

Il primo ad esporre il Crocifisso in un luogo pubbl, è stato un funzionario statale: P. Pilato e ha offeso solo le sue mani, piedi, ecc. W la libertà (anche religiosa x tutti). Don Marco

Anonimo ha detto...

"L'Europa non esisterebbe senza la straordinaria operosita' dei monaci, senza Dante, senza il principio di uguaglianza che permea ogni pagina del Vangelo."
L'Europa non esisterebbe nemmeno senza il contributo Greco o Latino, il fatto che ci siano delle radici cristiane non toglie nulla al fatto che le radici, in ogni pianta, continuano a crescere in tutte le direzioni.
Il latino non è più una lingua parlata ma la cultura latina permea anche oggi la nostra società. Allo stesso modo un crocefisso schiodato dal muro non cambierà il contributo che il cristianesimo ha dato e da alla nostra società, tuttavia cerchiamo di lasciare spazio anche a alle nuove radici che si vanno formando...

"...molti dei regimi che hanno tentato di distruggerla, ora, non esistono piu'."
Come non esistono più anche molti dei regimi che ne hanno fatto religione di stato, riflettiamo anche su questo....

Raffaella ha detto...

Ma la Chiesa esiste ancora ed esistera' sempre...
R.

Anonimo ha detto...

"Ma la Chiesa esiste ancora ed esistera' sempre..."

... anche senza crocefissi sui muri delle scuole, immagino.
Allora perchè crucciarsi tanto?

Raffaella ha detto...

Vedi sopra...

Anonimo ha detto...

"ma un simbolo religioso purtroppo non sempre indice di libertà da parte di chi lo indossa."
Quindi sulla libertà di indossare un velo si pongono dubbi, mentre un bimbo di pochi anni anni a cui si fa indossare un crocefisso ha fatto una scelta libera, giusto?

"La croce sul decolletè la si indossa anche in modo volutamente blasfemo, come fa Madonna."
E allora? Se i ragazzi ed i genitori credono in quel simbolo e lo fanno indossare ai figli dove starebbe la blasfemia?

"...un'insegnante di lettere e filosofia col velo esibisce in cattedra un simbolo religioso e culturale ben preciso, nè più nè meno che come il crocifisso al muro."
Ognuno indossa i simboli religiosi che vuole, è una scelta personale, o vogliamo negare questa possibilità?
Il crocefisso al muro per un islamico è un simbolo legato ad un luogo pubblico, il significato mi pare diverso.

"E a scuola si fa cultura e maturano le radici delle future generazioni."
Appunto si fa cultura, se si vuole pregare si può andare in una delle economicissime scuole cattoliche e li fare tutte le celebrazioni che si vogliono.

"Perchè è solo di questo che si tratta, vista la parte politica da cui arrivano certe proposte."
Si tratta del rispetto di una legge spagnola, nel nostro Paese a causa delle ingerenze (lei le ha giustamente definite così) della chiesa le leggi, se a sfavore della chiesa, vengono spesso ignorate.

"...dimenticando quanto di buono è stato ispirato da quella croce."
Togliere un crocefisso dal muro di una scuola farebbe dimenticare ai cristiani le cose positive ispirate dal cristianesimo?
Se è così siamo messi maluccio.
La croce dovrebbe essere un simbolo che promana dal nostro cuore non un segnale del tipo "ricordati che sei cristiano".
Mia modestissima opinione, s'intende.