lunedì 24 agosto 2009

Benedetto XVI: Cristo “non si accontenta di un’appartenenza superficiale” (Zenit)


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Il Papa: "Gesù infatti non si accontenta di un’appartenenza superficiale e formale, non gli è sufficiente una prima ed entusiastica adesione; occorre, al contrario, prendere parte per tutta la vita "al suo pensare e al suo volere". SeguirLo riempie il cuore di gioia e dà senso pieno alla nostra esistenza, ma comporta difficoltà e rinunce perché molto spesso si deve andare controcorrente" (Angelus)

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Benedetto XVI: Cristo “non si accontenta di un’appartenenza superficiale”

Nel discorso introduttivo all'Angelus domenicale

CASTEL GANDOLFO, domenica, 23 agosto 2009 (ZENIT.org).

Di fronte a chi cerca di adattare la fede cristiana ai tempi, Benedetto XVI sottolinea che Gesù “non si accontenta di un’appartenenza superficiale e formale” ma invita a una scelta radicale per la vita.
Commentando il Vangelo di questa domenica nel quale si racconta che alcuni discepoli scelsero di non seguire l'invito esigente di Gesù, il Papa ha osservato che anche nel mondo di oggi non pochi restano “scandalizzati” dal paradosso della fede cristiana.
“L’insegnamento di Gesù sembra 'duro', troppo difficile da accogliere e da mettere in pratica. C’è allora chi lo rifiuta e abbandona Cristo; c’è chi cerca di 'adattarne' la parola alle mode dei tempi snaturandone il senso e il valore”, ha detto il Pontefice.
Gesù, ha poi spiegato, “non si accontenta di un’appartenenza superficiale e formale, non gli è sufficiente una prima ed entusiastica adesione; occorre, al contrario, prendere parte per tutta la vita al suo pensare e al suo volere”.
“SeguirLo – ha spiega il Santo Padre - riempie il cuore di gioia e dà senso pieno alla nostra esistenza, ma comporta difficoltà e rinunce perché molto spesso si deve andare controcorrente”.
“La fede – ha aggiunto il Papa – è dono di Dio all’uomo ed é, al tempo stesso, libero e totale affidamento dell’uomo a Dio; la fede è docile ascolto della parola del Signore, che è 'lampada' per i nostri passi e ‘luce’ sul nostro cammino”.
“Se apriamo con fiducia il cuore a Cristo, se ci lasciamo conquistare da Lui, possiamo sperimentare anche noi, insieme al Santo Curato d’Ars, che la nostra sola felicità su questa terra è amare Dio e sapere che Lui ci ama”, ha quindi concluso.

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