martedì 11 agosto 2009

Card. Bagnasco: Senza morale la società è fragile (Osservatore Romano)


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Il cardinale Bagnasco alla festa di san Lorenzo

Senza morale la società è fragile

La libertà della Chiesa e di ogni cristiano non si imprigiona. Come non è l'opinione pubblica a scegliere cosa è morale o immorale. Il bene e il male non possono essere decisi con i numeri. Nell'omelia per la solennità di san Lorenzo, l'arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, difende la libertà del credente, ancora vittima di violenza e intolleranza in alcune parti del mondo, e invita la società a far udire la voce universale della coscienza per sconfiggere disumanità e individualismo. Qui di seguito pubblichiamo il testo quasi integrale dell'omelia pronunciata lunedì 10 agosto.

San Lorenzo ci si presenta come un campione di libertà; un campione perché - per affermare la libertà della Chiesa rispetto all'imperatore ingiusto - ha pagato con la vita.
Oggi i poteri ingiusti, che vorrebbero imprigionare la libertà del credente, sono molti. Siamo noi disposti a pagare il prezzo della libertà che Gesù ci ha donato? A volte, purtroppo, il prezzo è ancora la persecuzione fisica, la tortura e la morte, come in alcune parti del mondo.
Tranne quella del Santo Padre, non sento voci alte, forti e costanti a condannare tanta intolleranza. Non basta, infatti, una voce e una volta condannare il male e invocare il diritto alla libertà religiosa o alla vita umana, o alla giustizia e alla pace.
È necessario - e lo vediamo in alcuni campi - proseguire e insistere perché le orecchie dei responsabili prestino attenzione e passino a decisioni coerenti. Una sola, sporadica voce, si perde nella notte come il lampo di una stella cadente.
Tutto, poi, ricade nel buio di prima. San Lorenzo ha resistito di fronte alle pretese ingiuste dell'imperatore Valeriano che gli intimava di consegnargli tutti i beni della Chiesa di Roma. Ma ha dato la vita. Forse per difendere i beni materiali? Dei privilegi? Del potere? Siamo nel quarto secolo. No! Semplicemente per difendere la libertà della Chiesa e di ogni cristiano: libertà di professare la fede in Gesù, libertà di aiutare i poveri e i sofferenti nella testimonianza della carità, libertà di fare le opere coerenti con la sua missione.
Dicevo che oggi i poteri ingiusti, che vorrebbero imprigionare la libertà della Chiesa e dei cattolici, sono molteplici. Uno di questi - forse il più subdolo e strisciante - è il dominio della cosiddetta opinione pubblica. Sembra che il bene e il male dipendano dall'opinione pubblica, cioè da ciò che gli altri - rappresentati come maggioranza - pensano sui valori. Come se ciò che è morale o immorale dipendesse, in fondo, dai numeri.
A dire il vero, c'è anche chi ritiene e proclama che non ha più senso parlare di moralità e di immoralità, poiché, essendo impossibile - essi pensano - conoscere la verità delle cose, ognuno decide individualmente e assolutamente ciò che è bene o meno, basta non disturbare troppo gli altri. Come è esperienza di tutti, col passare del tempo questo "disturbare non troppo" restringe sempre di più il suo campo, e la libertà individuale - coincidente con le voglie e le emozioni individuali - si allarga sempre di più nell'affermazione di sé.
San Lorenzo - se vivesse oggi - reagirebbe con decisione a questo imperio rovinoso per il singolo e per la società. È, questa, una vera e propria ideologia che mina alla radice la costruzione della persona: essa, in questo modo, non è riconosciuta responsabile di sé, ma è consegnata in balia di se stessa, senza punti di riferimento etici, senza principi di fondo universali e assoluti.
Si trova smarrita e frantumata: quale tipo di società potrà uscirne, se non una società smarrita e fragile, esposta al più forte, seppur illusa di essere libera perché liberata dalle categorie morali valide per tutti? Il bene e il male non può essere deciso con i numeri, ma in virtù di quella voce universale che è nel cuore di ogni uomo e che è la coscienza: essa - se viene ascoltata senza pregiudizi - fa echeggiare quelle verità assolute e prime il cui affermarsi permette all'uomo di essere integralmente uomo e alla società di essere veramente umana.
San Lorenzo, con il suo crudele martirio, ha affermato questo. All'imperatore, che in quel momento storico aveva la pretesa di essere l'opinione pubblica e di definire il bene e il male in modo arbitrario, Lorenzo dice "no", e afferma un "prima" che niente e nessuno può scavalcare. Il prima dell'etica che affonda le radici nel cuore creato da Dio. Oggi diremmo che san Lorenzo non solo ha difeso la libertà della Chiesa, ma anche ha difeso a caro prezzo la libertà dell'uomo, la sua umanità, la fonte di ogni vera democrazia.

(©L'Osservatore Romano - 10-11 agosto 2009)

Il testo integrale dell'omelia del card. Bagnasco e' disponibile qui.

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