venerdì 21 agosto 2009

Due nuove proposte per migliorare la formazione dei preti (Bevilacqua)


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Due nuove proposte per migliorare la formazione dei preti


Di Andrea Bevilacqua

È iniziato da poche settimane l'anno che la Chiesa cattolica ha voluto dedicare ai sacerdoti e non sono mancati diversi interventi del Vaticano in merito, ovvero disposizioni dirette ai sacerdoti, al modo con cui concepiscono la propria vocazione e il proprio ministero nelle rispettive diocesi.
Oltre ai richiami di Benedetto XVI circa la necessità che i vari seminari nel mondo curino con maggiore attenzione l'iter formativo dei preti, sono dei giorni scorsi due interventi significativi (seppure trascurati da media): uno è del prefetto della congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il cardinale Antonio Canizares Llovera, l'altro è di monsignor Jean-Louis Brugues, segretario della Congregazione per l'educazione cattolica.
Il caso trattato da Canizares era pernicioso.
In una diocesi francese (ma la cosa avviene con frequenza in tante altre diocesi europee e non), ovvero quella di Bayeux e Lisieux, era stato il vescovo Pierre Pican ad annunciare che la pratica dell'«assoluzione collettiva» poteva essere adottata senza restrizioni in alcune particolari feste liturgiche nell'anno. In sostanza, i fedeli della diocesi, potevano recarsi in Chiesa e, dopo un personale esame di coscienza, ricevere assieme ad altri fedeli l'assoluzione dai propri peccati senza dunque confessarli innanzi a un sacerdote.
La pratica non è ammessa dalla Chiesa se non in momenti particolari (ad esempio che vi sia un reale pericolo di morte oppure che vi siano gravi necessità e la mancanza di un prete per diverso tempo). Di qui l'intervento di Canizares il quale, attraverso gli uffici della sua Congregazione, ha vietato l'adozione di tale pratica.
C'è anche una motivazione logica dietro lo stop di Canizares: nelle diocesi in cui l'assoluzione comunitaria viene messa in pratica, i fedeli di fatto non si confessano più e il senso del peccato si affievolisce e nessuno più crede alla dottrina cattolica della remissione dei peccati.
L'intervento di Jean-Louis Brugues è stato invece d'altro tipo. Egli, in un'intervista concessa alla Radio Vaticana, ha annunciato un nuovo documento «breve, incisivo e molto chiaro» sulla formazione dei candidati al sacerdozio.
Un documento che dovrebbe arrivare al termine dell'anno sacerdotale, dunque a giungo 2010.
«Lo scopo», ha dichiarato Brugues, «è di studiare la possibilità, al termine dell'anno sacerdotale, di pubblicare un breve testo, incisivo, molto chiaro, sulla formazione dei candidati al sacerdozio».
In vista della preparazione del documento, il Prefetto di questa Congregazione per l'educazione cattolica, il cardinale Zenon Grocholewski, intende proporre nei prossimi mesi la convocazione della Commissione permanente formata dai membri dei vari Dicasteri vaticani che si occupano della formazione dei candidati al sacerdozio.
Bruguès ha constatato che «buona parte dei giovani che si presentano nelle case di formazione in Paesi come l'Italia, la Spagna, la Francia, la Germania, e gli Stati Uniti d'America hanno una buona formazione professionale, talvolta perfino una formazione universitaria di alto livello, ma sono privi di una cultura generale e, soprattutto, manca loro una cultura cristiana».

© Copyright Italia Oggi, 21 agosto 2009 consultabile online anche qui.

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