sabato 29 agosto 2009

Ma il Papa vuole evitare la rottura. La parola d`ordine Oltretevere è "inclusione" (Galeazzi)


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Ma il Papa vuole evitare la rottura

La parola d`ordine Oltretevere è "inclusione"
E in autunno ripartirà il confronto sui temi etici


GIACOMO GALEAZZI

CITTA` DEL VATICANO

La Chiesa non è mai stata così unita».
Nei Sacri Palazzi sintetizzano con una battuta l’effetto-boomerang dell’attacco del Giornale al direttore di Avvenire. In perfetta sincronia, in mattinata la Cei conferma la fiducia a Dino Boffo e, con un comunicato della sala stampa della Santa Sede, viene cancellata la cena tra Bertone e Berlusconi.
Le gerarchie ecclesiastiche (vaticane e italiane) fanno quadrato e, in serata, la presa di distanza del premier viene accolta positivamente in Curia come una doverosa anche se parziale compensazione.
Oltretevere il presidente del Consiglio resta un prezioso interlocutore, soprattutto in vista delle battaglie autunnali sul bonus alle scuole private, il biotestamento anti-eutanasia, la pillola abortiva Ru486, il sostegno ai nuclei familiari in difficoltà.
A illustrare la linea nei confronti del governo è un editoriale dell’Osservatore Romano in cui si precisa che la Chiesa «non entra nelle vicende politiche e cura le coscienze, non condanna. La Chiesa, condannando il peccatore e non il peccato, darebbe prova di nichilismo e di coinvolgimento partigiano in vicende politiche contingenti: proprio quello che invece Benedetto XVI e il cardinale Bertone cercano di evitare», puntualizza il giornale vaticano, stigmatizzando come alla Chiesa si chieda «proprio il contrario di quello che è un comportamento morale».
Il quotidiano della Santa Sede mette in guardia da «chi vorrebbe una Chiesa sempre pronta alle pubbliche condanne, invece che alla cura delle coscienze, almeno in alcuni casi particolari, perché in genere le prese di posizione pubbliche della Chiesa sui comportamenti sessuali sono criticate con forza».
La parola d’ordine in Vaticano è «inclusione».
Un metodo spiegato sull’Osservatore dallo stesso Bertone. L’obiettivo è «spingere i singoli e le comunità a una vita armonica con la spiritualità del “con”, mai del “contro”». Deplorando «manovre e chiacchiericcio di certi ambienti curiali», Bertone offre una chiave di lettura anche per i rapporti tra Chiesa e politica. Intanto nella base ecclesiale si ipotizza una «scissione morbida e silenziosa dei cattolici dal berlusconismo», secondo l'espressione di Mimmo Delle Foglie, portavoce dell’associazione «Scienza e vita» ed ex coordinatore del Family day. Insomma, si attende al varco Berlusconi in autunno. Il presidente del Forum delle famiglie Francesco Belletti gli ricorda le promesse non mantenute su un fisco «family friendly».
Su queste istanze concrete si misurerà la solidità del legame con il premier. «Non si vede ancora niente all’orizzonte.
L’attenzione è molto debole - evidenzia Belletti -.
Questo governo, come quello precedente, ha promesso ma non ha ancora mantenuto. Le motivazioni sono comprensibili (la crisi, il debito pubblico, l’equilibrio del sistema tributario) ma chiediamo un segnale di inversione di tendenza, per essere certi che la famiglia non sia sempre l’ultima riga della Finanziaria».
Il malumore cattolico nei confronti del premier, in effetti, è alimentato anche dall’insoddisfazione per alcune politiche care alla Chiesa. Sul cosiddetto quoziente familiare, così come sui fondi alle scuole paritarie, l’associazionismo cattolico è in fermento. Anche sui destini del testamento biologico c’è incertezza ora che il disegno di legge è approdato in un ramo del Parlamento, la Camera, il cui presidente, Gianfranco Fini, ha più volte espresso perplessità e critiche.
«In alcuni ambiti, soprattutto sul tema della famiglia e dell’immigrazione, ci attendiamo un cambio di passo», puntualizza il presidente delle Acli Andrea Olivero. Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle opere (la galassia di aziende ispirate da Comunione e Liberazione), indica a Berlusconi come questione fondamentale «se la politica lascia libertà alle realtà che lavorano per il bene comune». Tradotto: associazioni, imprese, cooperative, scuole paritarie. «Le gerarchie cattoliche questo lo sanno bene», puntualizza Scholz.

© Copyright La Stampa, 29 agosto 2009 consultabile online anche qui.

1 commento:

gianniz ha detto...

Inclusione. Mi va bene.
Inclusione penitente e umile, non strombazzante e arrogante. Dopo una chiara "confessione", una chiara richiesta di perdono e l'assicurazione di un ravvedimento profondo. Da parte di chicchessia e di qualsiasi provenienza.
La stessa inclusione che è dovuta a chiunque, piccolo o grande "peccatore". Ma nessuna confusione con chi può ritenersi o essere ritenuto "immune" per la sua "potenza" o sovraesposizione mediatica, politica, economica o giornalistica che sia.