venerdì 21 agosto 2009

Se i vescovi restano in carica meno dei direttori di un Tg Rai… (Tornielli)


Vedi anche:

«Un solo rito romano per tutta la Chiesa» (Martino Cervo)

Il Papa: La liturgia non sia il terreno di sperimentazioni

Il progetto del Papa: Un’unica celebrazione che unisca la Chiesa (Tornielli)

Joseph Ratzinger a Heinz-Lothar Barth: "Credo che a lungo termine la Chiesa romana debba avere di nuovo un solo rito romano" (Lettera del 23 giugno 2003)

I giornali prestino più attenzione alle foto che pubblicano e abbiano più rispetto per il Papa

Papa Benedetto XVI e la liturgia: testo monumentale del professor Davide Ventura (Zenit)

Il relativismo è vittima di se stesso (Carlo Cardia)

Un convegno mondiale chiuderà nel 2010 l'Anno sacerdotale. La fedeltà del prete si modella sulla fedeltà di Cristo (Osservatore Romano)

Riorientare la Messa. Padre Uwe Michael Lang spiega come si deve essere “rivolti al Signore” (Zenit)

Mons. Mazzocato nuovo arcivescovo di Udine: nella crisi economica, la Chiesa offre un contributo di speranza (Radio Vaticana)

La “Caritas in veritate” svela il valore della dottrina sociale della Chiesa (AsiaNews)

La liturgia nel solco della Tradizione. Editoriale de “La Civiltà Cattolica”

Il sogno di Rajiv: dallo Sri Lanka per abbracciare il Papa (Avvenire)

Uwe Michael Lang risponde a Rinaldo Falsini

Dal blog di Andrea Tornielli una riflessione che personalmente condivido:

Se i vescovi restano in carica meno dei direttori di un Tg Rai…

Andrea Tornielli

Cari amici, sono tornato dalle vacanze. Negli ultimi giorni ho scritto qualche articolo sul Giornale (dando conto ad esempio della nomina di mons. Pietro Parolin, sottosegretario ai rapporti con gli Stati, a nunzio in Venezuela e della nomina del suo successore, mons. Ettore Balestrero). Ora vi anticipo che domani sarà dato l’annuncio della nomina del nuovo arcivescovo di Udine, che prenderà il posto di mons. Pietro Brollo. Si tratta dell’attuale vescovo di Treviso, Andrea Bruno Mazzoccato. Di per sé si tratterebbe di un normale avvicendamento… ma c’è un ma. E vi spiego subito qual è la mia perplessità: monsignor Mazzoccato, originario della diocesi di Treviso, dov’era stato padre spirituale del seminario (1977-2001) e poi anche rettore dello stesso seminario (dal 1994), era stato nominato alla fine del 2000 vescovo di Adria-Rovigo, quindi, dopo appena 3 anni, era stato trasferito a Treviso (gennaio 2004). Ora, dopo appena cinque anni, diventa a sorpresa arcivescovo di Udine. E’ fuori discussione l’indubbio valore della persona, che viene chiamata a risolvere situazioni delicate o dove esistono contrasti. Ma è lecito chiedersi quale immagine di Chiesa venga data facendo “ballare” i vescovi da una sede all’altra nel giro di pochi anni. Un tempo il vescovo “sposava” la diocesi e vi permaneva a vita. Dopo il Concilio, i vescovi vanno in pensione a 75 anni. Si capisce che possano avvenire trasferimenti per promuovere a sedi particolarmente importanti prelati che hanno già fatto un’esperienza episcopale sul campo (anche se, vorrei ricordare ad esempio che gli arcivescovi ambrosiani Schuster, Montini e Martini sono arrivati in diocesi di Milano senza precedenti esperienze episcopali: il primo è beato, il secondo è diventato Papa e anche per lui è in corso il processo di beatificazione); ma questa girandola continua di sedi non può non destare perplessità, anche perché a suo tempo, l’allora cardinale Joseph Ratzinger, così come l’allora Prefetto della Congregazione dei vescovi cardinale Bernardin Gantin, si erano espressi contro questa prassi ormai invalsa. Sembra che la scelta sia caduta su monsignor Mazzoccato dopo che non è andata in porto la designazione dell’attuale Segretario della Congregazione dei religiosi, l’arcivescovo francescano Gianfranco Gardin, che pare comunque destinato a lasciare la Curia romana e non è escluso che ora venga candidato a Treviso. Sono convinto che le Chiese locali meritino più attenzione e quando ricevono un pastore, dovrebbero poter contare sul fatto che il vescovo rimanga in sede come minimo per una decina d’anni.

Dal blog di Andrea Tornielli una riflessione che personalmente condivido:

Nessun commento: