martedì 8 settembre 2009

La lezione di san Bonaventura: «Fede amica dell’intelligenza» (Cardinale)


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Card. Ratzinger: "Dal primo momento della vita Maria è totalmente trasparente per Dio, è come un’icona raggiante della bontà divina. Maria, con la totalità della sua persona, è un messaggio vivo di Dio per noi. Perciò Maria non appartiene al passato, Maria è contemporanea a noi tutti, a tutte le generazioni" (1991)

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Il Papa: "Nei decenni successivi al Concilio Vaticano ii, alcuni hanno interpretato l'apertura al mondo non come un'esigenza dell'ardore missionario del Cuore di Cristo, ma come un passaggio alla secolarizzazione...Si è così assistito a interventi di alcuni responsabili ecclesiali in dibattiti etici, in risposta alle aspettative dell'opinione pubblica, ma si è smesso di parlare di certe verità fondamentali della fede..." (Monumentale discorso ai vescovi brasiliani)

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Il paradiso, il purgatorio, l'inferno e lo scandalo della libertà: Non saremo come acciughe in un barile (Card. Giacomo Biffi)

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Il Papa cita il Paradiso di Dante: «Io son la vita di Bonaventura/ da Bagnoregio, che ne’ grandi offici/ sempre pospuosi la sinistra cura» (Vecchi)

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La lezione di san Bonaventura: «Fede amica dell’intelligenza»

DAL NOSTRO INVIATO A B AGNOREGIO ( V T)

GIANNI CARDINALE

Il giovane Joseph Ratzinger nei lontani anni Cinquanta studiò la teologia di san Bona­ventura per la tesi che, seppure in modo sof­ferto, nel 1957 gli avrebbe spalancato le porte di una importante carriera accademica.
Domeni­ca pomeriggio il professore diventato Papa ha visitato il paese natio di quel dottore della Chie­sa che fu oggetto dei suoi interessi scientifici. E Bagnoregio si è mostrata grata e riconoscente per quella che sembra essere la prima visita di un successore di Pietro in questo borgo dell’al­to Lazio. Ma prima di recarsi a Bagnoregio Be­nedetto XVI ha terminato la parte viterbese del­la sua visita pastorale con la visita al Santuario della Madonna della Quercia, alle porte del ca­poluogo, per venerare la sacra immagine di quel­la che è la patrona della diocesi. E in questo luo­go caro a tutti i viterbesi ha incontrato le mo­nache di clausura degli undici monasteri della diocesi.
Dopo un breve saluto Benedetto XVI ha recitato una intensa preghiera alla Vergine in cui si chiede di mantenere «salda l’unità delle no- stre famiglie oggi tanto minacciate da ogni par­te » e di incoraggiare «chi lavora per costruire un mondo migliore, dove trionfi la giustizia e regni la fraternità».
Con in volo in elicottero di una manciata di mi­nuti il Papa ha quindi raggiunto Bagnoregio e si è subito recato nella concattedrale di San Nico­la per venerare il Santo Braccio, l’unica reliquia rimasta di san Bonaventura, il cui corpo –che e­ra stato sepolto a Lione dove era morto nel 1274 mentre partecipava al Concilio – venne brucia­to dagli ugonotti nel 1562.
Nella piazza Sant’Agostino – che fu oggetto del­la tesi di dottorato del giovane Ratzinger – si svol­ge l’incontro festoso con la cittadinanza.
Parla­no il vescovo Lorenzo Chiarinelli, che rievoca la storia dei rapporti tra il giovane teologo Ratzin­ger e la figura di San Bonaventura. «Oggi – dice Chiarinelli – quel giovane teologo è Benedetto XVI ed è qui ad incontrare 'la vita di Bonaventu­ra da Bagnoregio' (cfr Dante, Paradiso, XII, 127­129, ndr ) e a farci partecipi della gioia di quel pri­mo incontro, come a toccare le radici che hanno sostenuto Bonaventura 'nei grandi offici' (cfr sempre Dante, ndr ) e dalle quali è germogliato un messaggio di filosofo, di teologo, di france­scano, antico e sempre nuovo, messaggio di sa­pienza, concentrato su Cristo, centro e cuore del­l’universo, senso e compimento della storia». E parla il sindaco Francesco Bigiotti, che rievoca anche la figura di un altro bagnorese omonimo del doctor Seraphicus e cioè Bonaventura Tecchi, il germanista che nel 1952 fondò il Centro Studi Bonaventuriani. Alla fine prende la parola il Pa­pa, che offre a tutti un rapido, ma profondo pro­filo dell’illustre concittadino, «cercatore di Dio» e «cantore del creato».
È l’ultimo atto di una vi­sita pastorale che ha coinvolto la mente, il cuo­re e i ricordi di quel giovane teologo che oggi sie­de sul Soglio di Pietro.

© Copyright Avvenire, 8 settembre 2009

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