giovedì 20 novembre 2008

Card. Bagnasco: "Accanto alla famiglia e ai sofferenti. Il futuro della Chiesa in Italia" (Osservatore Romano)


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Il cardinale Bagnasco per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università europea

Accanto alla famiglia e ai sofferenti
Il futuro della Chiesa in Italia


Roma, 19. In Italia il vincolo sociale appare friabile ed esige che sia continuamente ricostruito nel profondo delle persone. Contestualmente, in campo politico, si fa fatica a fare emergere l'ineliminabile soggettività della famiglia. La Chiesa, in tale contesto, ha e deve continuare ad avere nel suo dna un'attenzione speciale per i poveri e per i sofferenti e comunque per tutte quelle situazioni che reclamano il servizio della carità. Sono alcuni dei passaggi della lectio magistralis tenuta dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Europea di Roma. L'intervento del porporato è stato dedicato a Il futuro della Chiesa cattolica in Italia: "Occorre riconoscere - ha detto aprendo il suo intervento - che viviamo in tempi in cui sembra rarefarsi la capacità di inoltrarsi verso il futuro. Forse perché per la prima volta il tempo che ci sta davanti è vissuto più come una minaccia che come promessa. Ma dietro questa tristezza che si annida nello sguardo e che coinvolge spesso proprio le giovani generazioni, si nasconde a ben guardare un deficit di speranza che solo la fede riesce a colmare".
Diverse questioni sociali si pongono dunque all'attenzione dei cattolici nel Paese, dalla criminalità, con il perdurante fenomeno delle mafie, alla povertà crescente, ha affermato il cardinale. "Situazioni specificamente delicate - ha spiegato - si presentano in alcuni territori del Paese, quelli più interessati dalla malavita organizzata, dalla 'ndrangheta e dalla mafia, fenomeni che da tempo tendono peraltro a ramificarsi all'estero". Non solo in tali contesti degradati ma più in generale, ha aggiunto, "il vincolo sociale appare friabile ed esige che sia continuamente ricostruito a partire dalle persuasioni di fondo nelle persone". Per il porporato famiglia, integrazione, lavoro, casa, scuola e sanità rappresentano le altre urgenze dell'Italia di oggi, per le quali anche la Chiesa cattolica è chiamata all'impegno, a dire cioè "il suo sì" sui temi della "moralità sociale" e della "legalità pubblica", che sono "dimensioni proprie della cittadinanza rispetto ai vincoli collettivi". Permane, ha continuato nella sua lectio il presidente della Cei, "una serie di obiettive situazioni a rischio che coinvolgono la famiglia, la quale stenta a trovare una propria serenità in ambito economico e per la quale si fatica a fare emergere in campo politico la sua ineliminabile soggettività". Così come, "nel nostro Paese - ha aggiunto Bagnasco - l'integrazione, il lavoro, la casa, la scuola, la sanità presentano diffuse criticità su cui attirare la comune attenzione per affrontare e non rinviare i problemi a essi sottesi". Da qui la necessità dell'attenzione speciale "per i poveri e sofferenti e comunque per tutte quelle situazioni che reclamano il servizio della carità".
Di fronte a tali emergenze, di fronte a quella che negli anni è diventata una sorta di "deregulation educativa", è più evidente "il significato e la portata di quello che in Italia ormai da più di un decennio va sotto il nome di "progetto culturale". Sono convinto - ha aggiunto il cardinale - che questo progetto abbia ancora molto da offrire alla Chiesa e alla stessa società italiana, soprattutto se riuscirà nell'intento di mostrare la plausibilità del Vangelo in ordine alle grandi sfide della società contemporanea".
Compito della comunità cristiana è dunque quello, ha spiegato ancora il cardinale, "di far emergere dentro le aspirazioni degli uomini e delle donne di oggi i buoni sogni e i buoni desideri, fra tutti il desiderio di Dio". In questo servizio "la Chiesa in Italia appare normalmente estranea", ha detto il cardinale, a contrapposizioni ideologiche, "poiché il popolo cristiano sa coniugare insieme le differenti dimensioni e i relativi servizi ministeriali senza creare fratture o contrapposizioni". In questo senso, il presidente della Cei ha osservato come la Chiesa in Italia abbia saputo proseguire con equilibrio lungo il cammino indicato dal concilio Vaticano ii, sapendo sempre restare unita al Papa, nonostante "approcci unilaterali" che hanno fatto emergere in qualche caso "presunte antinomie", che hanno portato, "non senza gratuite semplificazioni", a "contrapporre la comunione verticale a quella orizzontale", come se non ci fosse più identità tra "la comunione eucaristica e quella gerarchica", garantita "nella Chiesa universale grazie al ministero di Pietro".
In Italia, ha detto il cardinale Bagnasco, "la secolarizzazione non è stata incontrastata, anzi gli ultimi anni - vedi il referendum sulla Legge 40 o il Family day - hanno fatto emergere momenti particolari in cui la Chiesa è riuscita ad aggregare intorno a cruciali questioni antropologiche dei consensi significativi, ben oltre la compagine credente". Ha aggiunto il porporato: "L'Italia rappresenta un terreno favorevole per la testimonianza cristiana, perché in essa la Chiesa è una realtà molto viva che può dare risposte positive e convincenti agli interrogativi della gente". Da parte sua, la Chiesa in Italia presenta "un carattere non elitario, grazie a una presenza capillare che ancora è garantita dalla parrocchia e da una serie di esperienze riconducibili al territorio e ai vissuti della gente comune". Dunque, ha concluso Bagnasco, "si può affermare con ragionevole convinzione che la Chiesa nel nostro Paese è viva nonostante il processo di secolarizzazione l'abbia investita, senza peraltro travolgerla, anzi essa conserva una indubbia presenza sulla scena pubblica e allo stesso tempo è capillarmente diffusa tra la gente".
"Mi piace - ha concluso il cardinale - evocare un'immagine sintetica: quella del "sagrato" come figura simbolica della Chiesa vicina e incarnata fra la gente in tutte le sue forme: dalle parrocchie alle aggregazioni antiche e nuove. Il sagrato è stato nell'ultima stagione riscoperto nelle sue valenze religiose e civili, non solo a cerniera tra il sacro e il profano - come era stato in tempi antichi - ma anche quale luogo dell'accoglienza e dell'incontro, dell'orientamento a Dio come al prossimo. In altre parole sarà utile se lo spazio antecedente la chiesa, anziché via di fuga o spiazzo che si attraversa frettolosamente, diventi luogo del dialogo, dell'amicizia, dell'ascolto". A margine dell'inaugurazione dell'anno accademico, il cardinale ha anche risposto a qualche domanda rivoltagli dai giornalisti presenti a proposito della vicenda di Eluana Englaro, la donna in coma da oltre sedici anni per la quale la Cassazione ha deciso si possa sospendere l'alimentazione e l'idratazione. Un caso che pone con ulteriore urgenza la necessità di un intervento legislativo in materia. Su una regolamentazione normativa, il presidente della Cei ha detto di non aver posto nessuna condizione: "Pongo - ha detto - solo la dottrina cattolica riguardo all'indisponibilità della vita". Un'eventuale legge sul "fine vita", ha aggiunto, "sarà opera di chi ha la responsabilità di farla". Ha detto il cardinale: "Tutti noi mangiamo, senza prendere medicine: si tratta di funzioni non curative, ma vitali". "Non mi pare - ha spiegato - che la comunità scientifica internazionale abbia una linea assolutamente certa e univoca a riguardo di questa, come di altre questioni. Per la dottrina cattolica, c'è un consenso univoco".

(©L'Osservatore Romano - 20 novembre 2008)

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