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Il Comitato ebraico-cattolico su Pio XII: basta polemiche, il dibattito sia rispettoso
BUDAPEST. Il Comitato internazionale per il collegamento ebraico-cattolico, da Budapest dov’è riunito, «esprime il suo profondo dispiacere per talune polemiche e intemperanti prese di posizione» emerse dal dibattito sul «ruolo di Pio XII durante la Seconda guerra mondiale». Lo rende noto un comunicato diffuso dallo stesso Comitato misto tra la Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’ebraismo – presieduta dal cardinale Walter Kasper – e una delegazione del Gran Rabbinato d’Israele per le relazioni con la Chiesa cattolica – guidata dal rabbino David Rosen.
«Rinnoviamo il nostro impegno per relazioni basate sul rispetto reciproco», affermano Kasper e Rosen: «Disaccordi fra noi, che accadono inevitabilmente di tanto in tanto, debbono esprimersi in un modo che rifletta questo spirito di rispetto, evitando linguaggi che esacerbano la tensione».
Dieci giorni fa – rammenta il comunicato – la «International Jewish Committee on Interreligious Consultations», ricevuta dal Papa , chiese la completa apertura degli archivi vaticani.
«La ricerca storica va avanti», ha dichiarato Kasper all’agenzia Sir, ed è normale che vi siano «punti di vista diversi»: tuttavia «gli ebrei riconoscono che la beatificazione» di Pio XII «è una questione interna alla Chiesa cattolica». La delegazione ebraica a Budapest – ha testimoniato ancora Kasper – si è detta riconoscente per le parole di Benedetto XVI che domenica all’Angelus ha ricordato il 70° della «Notte dei cristalli», l’inizio del pogrom antisemita in Germania, mentre ha manifestato «la solidarietà degli ebrei» ai cristiani perseguitati in India. Quello che si chiude oggi a Budapest, ha detto Kasper, è stato un «incontro fiducioso ed amichevole» che rinnova l’impegno condiviso contro tutti i radicalismi religiosi e in difesa di «valori comuni» quali «la famiglia, la giustizia nel mondo, la lotta alla povertà».
© Copyright Avvenire, 12 novembre 2008
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