sabato 15 novembre 2008

L'appello delle suore di Eluana: «Se per voi è morta lasciatela con noi»


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Marcello Pera: nel decidere sul caso di Eluana i giudici hanno ascoltato lo «spirito del tempo» (La Stampa)

Rosso "malpela" i pensieri, i proclami e la tanta confusione intorno ad Eluana

Nella clinica dell’ultimo viaggio dove aspettano la morte di Eluana (Mattioni). L'appello delle suore

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Lucetta Scaraffia: La sentenza per Eluana, che significa l'introduzione di fatto dell'eutanasia in Italia, è una sconfitta per tutti (Osservatore Romano)

Binetti (PD) e Bianconi (PDL): Vergognoso il sondaggio del TG1. Mi associo!

Massimo Franco: Santa Sede e Stati Uniti all'indomani del voto (Osservatore Romano)

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"Caso" Englaro: raccolta di articoli

Il giurista Iadecola: "Sbagliata la sentenza dell’ottobre 2007. Incerti stato della donna e ricostruzione della volontà" (Negrotti)

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Roccella: «Non esistono volontà certificate di Eluana. Esiste una sentenza che è una ricostruzione» (Santamaria)

Lupi: "Così la Cassazione uccide un’innocente, ora la legge per evitare che accada di nuovo"

Dottor Melazzini: "Anch'io mangio grazie a un sondino, e dico che questa sentenza è un omicidio"

Addio Maggiolini, il vescovo che amava Libero (Farina)

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Prof. Dolce: "Inutile usare eufemismi, togliendo il sondino morirà di fame e di sete" (Lambruschi)

D'Agostino: "Avallata l'eutanasia senza il coraggio di chiamarla per nome"

Un pensiero per Eluana...

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IL TESTO DELLA SENTENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE CHE AUTORIZZA LA MORTE DI ELUANA

«Se per voi è morta lasciatela con noi»

L'appello delle suore di Eluana: «Noi speriamo ancora» Bagnasco: serve una legge, ma che rispetti i valori assoluti

Lecco

Non è sola Eluana. Non lo è mai stata nei 14 lunghissimi anni trascorsi da quando è stata portata nella clinica di via San Nicolò a Lecco. Le suore dell'Ordine delle Misericordine di San Gerardo della Casa di Cura Lecco «Beato Luigi Talamoni» le si sono sempre strette accanto come delle seconde mamme. Le seconde della sua nuova vita, suo malgrado, dalla notte di quel maledetto incidente. Fuori dalla clinica la ressa di televisioni, radio, giornalisti, è tanta, ma loro circondano Eluana con un «cordone di sicurezza» dalle maglie strettissime. Un cordone fatto soprattutto di amore, oltre che di rispetto e di vicinanza a questa persona. Loro, le suorine, come guerrieri sugli spalti di una rocca inespugnabile, difendono Eluana con tutte loro stesse da ogni tentativo di violarne la privacy.
Perché per loro la sentenza della Cassazione è ingiusta e sbagliata, pur senza mai citarla nel comunicato che danno ai giornalisti: «Noi tutte suore della clinica Beato Luigi Talamoni – scrivono – continuiamo a servire la vita di Eluana Englaro e di tutti i nostri pazienti. L'amore e la dedizione per Eluana e per tutti coloro che si affidano alle nostre cure, ci portano a invocare il Signore Gesù affinché la speranza prevalga anche in questa ora difficile in cui sperare sembra impossibile».
Ma non è, la cura di Eluana, l'unica preoccupazione delle suore Misericordine.

«Non la si faccia morire così»

Nel loro cuore c'è anche la preoccupazione per chi, come lei, rischia di morire di fame e di sete dopo quella che molti definiscono una sentenza apripista: «La nostra speranza e di tanti con noi è che non si procuri la morte per fame e sete a Eluana e a chi è nelle sue condizioni. Per questo, ancora una volta, affermiamo la nostra disponibilità a continuare a servire oggi e in futuro Eluana. Se c'è chi la considera morta, lasci che Eluana rimanga con noi che la sentiamo viva. Non chiediamo nulla in cambio, se non il silenzio e la libertà di amare e donarci a chi è debole, piccolo e povero».
Da parte sua, il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, è tornato a ribadire come la decisione della Cassazione rappresenti un primo passo verso l'introduzione dell'eutanasia in Italia. «E questo sarebbe grave per la società intera – ha detto in un'intervista al Tg1 –, in quanto una società che non riesce a essere vicina alle persone più deboli e più fragili certamente non si può dire che sia molto umana».

«Distinguere tra cura e alimenti»

Il cardinale Bagnasco ritiene inoltre che sia «necessaria» una legge che regolamenti casi come quello di Eluana. «Una legge – ha spiegato – fatta però in modo che rispetti dei limiti, dei valori assoluti e fondamentali, come ad esempio la volontà certa della persona, la responsabilità in scienza e coscienza del medico, e poi la distinzione chiara tra quelle che sono le cure e le terapie e le funzioni vitali come sono la nutrizione e l'idratazione».
Anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano afferma che «il Parlamento è chiamato a riempire questo vuoto normativo, un Parlamento che ha già sollevato il conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale».
Intanto, entro martedì prossimo un gruppo di tre organizzazioni, in rappresentanza di 34 associazioni, presenterà un ricorso alla Corte europea di Strasburgo sui diritti dell'uomo contro la sentenza sul caso di Eluana Englaro.
Lo si apprende dai legali che stanno curando la stesura dell'atto, Rosaria Elefante e Alfredo Granata, per conto di «Vive onlus», «Federazione nazionale associazioni trauma cranico» e «Rete».
«Impugneremo sia il decreto emesso dalla Corte d'appello di Milano a luglio, sia la sentenza della Cassazione», fanno sapere i legali. «Questo ricorso – sottolinea Elefante – è espressione di un interesse collettivo e viene promosso perché, a seguito della sentenza di ieri, non si aprano le porte a forme di eugenetica. Si tratta di un'azione a tutela anche di tutte le famiglie che hanno un congiunto in stato vegetativo».

© Copyright Eco di Bergamo, 15 novembre 2008

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